l’ultimo grande intervento di Christo – 193

dedico un ricordo per un addio ad un artista megalomane e incredibilmente visionario, il bulgaro Christo – Yavachev (Христо Явашев) -, la metà rimasta in vita fino ad ieri del progetto artistico Christo e Jeanne-Claude, dopo la morte, una decina di anni fa, di Jeanne-Claude – Denat de Guillebon, nata a Casablanca – e in questo accoppiamento, che definirei poco giudizioso talmente era controcorrente, ci stava anche tutta la rivalutazione del femminile, perfino ostentata – ma persino vi possiamo leggere quella aspirazione alla riunificazione degli opposti sessuali che documentano dell’altro Cristo i vangeli apocrifi più antichi e forse autentici, quello di Tommaso e di Filippo:

22. […] quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l’uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure, allora entrerete nel Regno.” (Detti di Jeshu il vivente, trascritti da suo fratello gemello Giuda il Gemello)

parlare semplicemente di land art a proposito di quello che Christo e Jean-Claude hanno realizzato a cavallo dei nostri due secoli è a mio parere riduttivo, per interventi grandiosi che modificavano interi paesaggi naturali, quasi violentandoli, sempre però delicatamente e in modo reversibile, per restituirci lo stupore di fronte alla vita dell’ambiente in cui viviamo, oggi che la potenza della tecnologia lo umilia e ne sminuisce la grandezza: le sue velature e impacchettature stranianti ce ne facevano riscoprire la potenza onirica e surreale, ma erano anche un messaggio contro la violenza vera della globalizzazione tecno-finanziaria che lo massacra quotidianamente.

ho conosciuto di persona Christo e Jean-Claude, che feci intervenire al mio liceo quasi all’inizio del nuovo millennio: la loro arte pareva adatta a sollecitare tra gli studenti una riflessione sul futuro e l’incontro fu memorabile per la profondità della discussione che ne nacque, oltre che per la meraviglia suscitata dalla visione della loro opera, illustrata nelle sue motivazioni e nella sua storia.

ora che anche la sua presenza è venuta meno, non è rituale dire che ci mancherà.

. . .

l’ultimo grande intervento artistico di Christo, oramai solo, fu nella passerella che nel 2016 congiunse Montisola alle sponde del lago d’Iseo: lì e nella mostra di Sulzano, lo ritrovai da lontano nella documentazione delle sue creazioni, senza più rivederlo di persona; ma difesi il significato della sua opera da critiche spesso malintenzionate, anche attraverso una personale testimonianza visiva.

https://corpus15.wordpress.com/2016/06/24/credere-in-christo-317/

a quella sua opera dedicai allora una piccola serie di montaggi video.

presento per primo l’ultimo, dedicato alla mostra che che accompagnava questa ultima grandiosa installazione: il taglio del lago con una passerella di un arancione buddista:

ma ecco anche gli altri video, che testimoniano anche di un successo straordinario, segno di una capacità di colpire l’immaginazione, risvegliando quello stupore di fronte al mondo che è forse il vero obiettivo di ogni arte:

https://corpus15.wordpress.com/2016/07/03/lultimo-giorno-di-christo-a-montisola-329/

https://corpus15.wordpress.com/2016/07/06/i-floating-piers-di-christo-a-montisola-2-le-code-e-la-partenza/

https://corpus15.wordpress.com/2016/07/12/i-floating-piers-di-christo-3-da-sulzano-a-montisola-il-primo-pontile-346/

https://corpus15.wordpress.com/2016/07/24/i-floatingpiers-di-christo-4-in-mezzo-al-lago-diseo-il-secondo-pontile-366/

https://corpus15.wordpress.com/2016/08/01/i-floating-piers-di-christo-5-allisola-di-san-paolo-386/

https://corpus15.wordpress.com/2016/08/18/i-floating-piers-di-christo-6-il-ritorno-a-montisola-dallisola-di-san-paolo-414/

https://corpus15.wordpress.com/2016/10/08/gli-ultimi-miei-tre-video-su-christo-a-montisola-485/

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3 commenti

  1. Sono stato sempre invidioso di Cristo e degli esponenti della land art. La mia invidia viene dal fatto che molti di loro, Christo fra tutti, sono riusciti a trovare i committenti e i fondi per realizzare le loro opere. E io no (a dire il vero non ci ho neppure provato). Tutta la mia land art si espresse a suo tempo nell’abbandonare su un fianco di una montagna 64 manici di scopa marcati con un codice binario, rappresentanti i numeri da 1 a 64.
    Ho approfittato del tuo post per leggermi la biografia di Christo e come immaginavo il suo successo non è piovuto dal cielo ma è stato frutto di una vita di impegno e lavoro.Poi la fortuna non guasta.
    Deve essere stato un bel personaggio. Invidio anche te che lo hai conosciuto.

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