devo andare in Val Camonica, a Valle Malga, Sonico, vicino a Edolo, perché l’amico Silvano mi ha chiesto due parole di presentazione di una pubblica lettura di poesie scelte sue, sulla montagna, sugli alberi, sulla natura, dal suo libro Percorsi, di cui l’anno scorso ho scritto la prefazione; la tosse, che mi tormenta da due settimane e ha messo a rischio il mio viaggio, concede una imprevista tregua, del resto.
decido di andarci per la via più impervia, direttamente (si fa per dire) attraverso il passo di Croce Domìni, collocata sul punto che congiungeva idealmente le tre valli bresciane, sotto il dominio (appunto) della Serenissima Repubblica di Venezia: e la croce qui indicava l’inizio del suo territorio per chi veniva dalle terre dei Principi Conti di Trento; piccole differenze che segnano nel profondo la storia di culture diverse: la Venezia repubblicana e commerciante e il principato assolutista agrario che congiungeva trono ed altare in un potere solo, nella città da cui era partita la Controriforma cattolica, in opposizione al mondo protestante.
ma per me è l’occasione, oltre che di un piccolo viaggio della memoria, già testimoniato qui in un altro post, di un bagno di cielo azzurro, di boschi, di cime, mentre risalgo dalla Val Sabbia alla meravigliosa e piccola città alpina di Bagolino, la patria del formaggio bagoss e del carnevale, su per la val Dorizzo fino a dove, quasi a duemila metri, gli alberi cedono alle praterie e i cavalli alle pecore.
poi si discende verso la monumentalità grandiosa ma un po’ monotona della Valle Camonica, scavata da ghiacciai imponenti, rispetto alla minuscola, ma varia Valle Sabbia, rimasta come compressa dall’enorme ghiacciaio che, lì di fianco, copriva il Garda per quasi due chilometri di spessore.
salgo a Lezza, 1200 metri, dove Silvano e Ines hanno la loro casa estiva e il punto di partenza per le loro escursioni di alta quota: oggi stracolma di nipoti grandi e piccoli, in una rete per me inestricabile di relazioni parentali da famiglia pluri-allargata, grazie a divorzi e ricomposizioni, di cui dà testimonianza anche il primo marito di Ines, pure presente.
il pranzo è l’occasione di una abbuffata che però deve mantenere libero il pensiero: sono partito con due prime modeste idee chiave in testa; poi, salendo, a raccogliere pensieri dai boschi, come fossero funghi – scherzerò all’inizio -, me ne è venuta in mente un’altra, di idea, e sono in tutto tre, che cerco di appuntarmi nel cervello.
questo terzo pensiero è come anticipatore profetico dello spettacolo violento della devastazione che mi aggredisce lo sguardo, mentre saliamo al rifugio, che ospiterà la lettura organizzata dalla Pro Loco, e a due anni di distanza sopravvive della tempesta Vaia, che qui ha fatto strage di abeti, che adesso giacciono, in attesa di un lento processo di smaltimento, come a gridare il dolore della valle: sono loro i protagonisti di alcune riprese sgomente, che alla fine monterò in un breve video.
subito una pioggia crudele mette in fuga il pubblico discreto che si era raccolto per una lettura all’aperto e costringe i superstiti a rifugiarsi all’interno, mentre le gocce di un temporale violento, attorno, cancellano quasi il suono delle parole e nella mente mettono a rischio la memoria del terzo punto.
ma supero il panico del vuoto mentale, senza manifestarlo, e l’idea riappare: è la dicotomia tra la natura che vive potente e ci sopravviverà, quella sublime e quasi inattacabile delle poesie di Silvano, e la natura fragile, ferita, umanizzata, che invece è destinata a morire con noi, che la distruggiamo col consumismo insensato e maniacale.
qualcuno mi ha ripreso in una parte del mio intervento, e mi offre così l’opportunità di fare qui il mio primo post parlato, anziché scritto; è un’idea che altre volte si era presentata; non aggiungo parole: chi vuole ascolterà.
sono di una generazione che non considera ancora il parlato equivalente rispetto allo scritto e lo avverte, se riproposto mediaticamente, come una esibizione un poco narcisista e fastidiosa; se qualcuno qui lo sente alla stessa maniera, spero che mi perdonerà
Concordo con il pensiero che fai sulla poesia moderna! Molti che scrivono versi oggi giocano con l’apparenza dell’immagine o col ritmo dei versi e poi sono poesie in realtà povere di significato.
Splendidi i paesaggi lassù 😍 ed è curiosa la musica che hai messo come sottofondo 🤭
Uma parentesi rispetto al video della presentazione: notavo che al minuto 2 e al 31esimo secondo il video si blocca, cioè, va avanti ma l’immagine resta ferma.
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è vero, il secondo video ha un problema; avevo promesso di rifarlo, ma poi mi sono dimenticato.
vediamo se riesco a ritrovare le riprese originarie e a rimontarlo, stasera…
la musica della prima parte è una scelta non troppo originale, dalla Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss (Richard, non Johann, questo scrive walzer, l’altro è un grande del Novecento musicale tedesco): alla fine si è rivelata terribilmente azzeccata per commentare la distruzione quasi totale dei boschi provocata dalla tempesta terribile di tre anni fa.
grazie del commento e dell’occasione data di riguardarmi il video che mi ha provocato ancora emozioni.
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Va bene 👍
Concordo, la musica scelta ha anticipato il tempaccio.
Mi fa piacere dell’occasione che ti ha “rinnovato” le emozioni di quell’esperienza 🙂
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L’ha ripubblicato su bortoround.
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Il primo video mi ha emozionata. La natura si racconta ! Basta guardare attentamente. Tantissimi alberi ridotti in numerosi mucchi di legna …Tu hai aggiunto parole e musica. Tutto fatto con passione.
Non sono riuscita a sentire bene il secondo video. E neppure a vedere bene. Sorda e cieca . Un poco si, poi con il mio tablet semirotto di più non si può. Mi urgono gli auricolari. Grazie ,buona notte
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no no, non è colpa tua: la pioggia forte copriva le parole… e sembra anche che il secondo video sia difettoso e proverò a rimontarlo.
comunque gli auricolari ormai li uso anche io sempre, ahha.
grazie per avere apprezzato il primo.
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Ma hai fatto il percorso a piedi? Complimenti per la presentazione!
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no no, anche solo da Lezza a lì, sarebbe impossibile; e le sei ore di macchina tra andata e ritorno tagliavano le gambe ad ogni idea di camminata.
ho visto adesso che pare che il video della presentazione si blocchi sul più bello; decisamente questo post è sfigato, diciamolo pure. proverò a rimontare il video, come ho già dovuto fare col link, grrr, ma con calma.
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