anche in Giappone? l’enigma della Sindone – Jeshuu in India? Appendice 1 – 400

il libro di Kersten sulLa vita di Gesù in India contiene una parte sulla sindone; potrebbe essere sorprendente, ma la connessione col tema sta evidentemente nel fatto che Kersten crede che Gesù sia sopravvissuto alla crocifissione e successivamente tornato in India, dove era stato anche da giovane: biografia immaginaria che si costruisce mescolando le leggende buddiste sul soggiorno giovanile di Jeshuu tra bramini e monaci buddisti con quelle islamiche che parlano di un suo soggiorno successivo alla crocifissione ed esibiscono addirittura la sua presunta tomba a Srinagar, in contraddizione peraltro col Corano, che lo dà per assunto al cielo prima ancora della crocifissione e sostituito da Dio con un altro, trasformato miracolosamente nel suo sosia.

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peccato solo che Kersten non abbia dato il minimo peso ad una analoga leggenda giapponese, gli sarebbe stato utile per cogliere meglio il significato da dare a queste storie.

una presunta tomba di Gesù si trova anche in quel paese, nel villaggio di Shingō, ed è rimasta, forse anche per questo, molto meno nota (a parte un episodio della serie di cartoni animati sulle avventure di Lupin, a lei dedicato).

la presunta tomba (キリストの墓 Kirisuto no haka) è nelle vicinanze della residenza di quelli che sono definiti gli ultimi discendenti diretti di Gesù, la famiglia di Sajiro Sawaguchi, di religione buddista.

secondo questa leggenda, il posto di Gesù sulla croce sarebbe stato preso dal fratello minore Isukiri – non sappiamo chi potrebbe essere dei fratelli di Jeshuu – e Gesù sarebbe fuggito attraverso la Siberia nella provincia di Mutsu, nel nord del Giappone, dove sarebbe diventato un coltivatore di riso, si sarebbe sposato e avrebbe cresciuto tre figlie; avrebbe viaggiato per tutto il Giappone, imparando le nozioni dello shintoismo, prima di morire all’età di 106 anni e le sue ossa sono quelle sepolte nel tumulo che oggi lì viene venerato come la tomba di Gesù Cristo.

un altro tumulo vicino conterrebbe un orecchio del fratello e una ciocca di capelli di Maria, sua madre, che egli poté portare con sé fuggendo dalla Palestina.

non mancano neppure qui “antichi e dettagliati documenti ebraici riguardanti la vita e la morte di Gesù in Giappone”, e perfino il testamento di Gesù stesso, che sarebbero stati ritrovati nel 1933, sequestrati dalle autorità giapponesi, portati a Tokyo poco prima della seconda guerra mondiale, e da allora ovviamente spariti nel nulla.

di interessante in questa leggenda c’è la conferma di una forza di attrazione straordinaria anche in altre culture del mondo delle leggende cristiane sulla figura di Jeshuu, ma niente altro.

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ma, tornando al tema principale, Kersten avrebbe trovato un collegamento forse migliore tra la Sindone e l’India se avesse saputo per tempo che la Sindone fu molto probabilmente tessuta in India, come fanno pensare due cose, oltre al suo nome stesso, che deriverebbe da sindien, cioè tessuto fatto in India:

il fatto che, pur essendo di lino, contiene tracce di fili di cotone, che non era coltivato in Europa,

e che un esame dei DNA trovati sempre in tracce nel tessuto abbia dimostrato che per il 25% addirittura essi appartenevano a persone di stirpe indiana: cosa che non si spiega in altro modo che pensando che sia stata prodotta lì.

la-sindone è indiana? 9 ottobre 2015 https://bortocal.wordpress.com/2015/10/09/la-sindone-e-indiana-475/

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naturalmente Kersten sostiene che la Sindone ha a che fare con la tesi della sopravvivenza in India di Jeshuu piuttosto per due altri motivi:

il primo è che la considera autentica;

il secondo è che, secondo lui, dimostra che il corpo che essa conteneva era vivo e non morto.

ora lascerò esterrefatti i miei pochi lettori – anzi, forse soprattutto immaginari – se ammetterò a questo punto che propendo anche io per la prima ipotesi e mi sono formato la seconda convinzione anche io, studiando (un poco) questo argomento.

e la prima, ovviamente, avrebbe una importanza straordinaria, se potessimo considerarla certa, perché avremmo finalmente un oggetto archeologico, capace di darci informazioni assolutamente sicure, anche se circoscritte, sulla vita di Jeshuu, ammettendo che fosse suo il corpo che restò avvolto lì dentro, fino a lasciare le sue tracce nel tessuto.

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la Sindone è stata una autentica croce nei miei studi su Jeshuu, per un certo periodo, e dico autentica non a caso, e di lei mi occupai particolarmente una decina di anni fa, in occasione della sua ultima ostensione a Torino.

ovviamente, le mie convinzioni a riguardo sembreranno del tutto fuori luogo a coloro che conoscono anche soltanto vagamente l’argomento: costoro sanno benissimo che nel 1988 vi fu una indagine scientifica internazionale sul magico lenzuolo, una datazione col radiocarbonio di un frammento prelevato dai suoi bordi e la constatazione, che doveva essere definitiva, che questo era databile tra il 1260 e il 1390, datazione che viene a coincidere col periodo in cui se ne ha la prima documentazione storica certa, il 1353.

per cui la tesi del falso medievale sembra che ne sia uscita definitivamente confermata, oltretutto anche da alcune analisi chimiche che hanno rilevato la presenza di pigmenti.

ma sono contrastate da altre che invece hanno rilevato presunte tracce di emoglobina e sono perfino giunte ad identificare il gruppo sanguigno che è quello AB.

la datazione stessa al radiocarbonio è stata messa in discussione, non senza qualche fondamento, o per le alterazioni provocate da almeno un incendio a cui la Sindone stessa è sfuggita, restandone però intaccata, o dalla parte da cui fu ricavato il campione esaminato, preso dal bordo oggetto di rammendi (ma sembra piuttosto incredibile che i ricercatori di tre distinti laboratori indipendenti non abbiano notato, nel caso, la cosa).

la Sindone controproducente. 1 febbraio 2008

https://corpus0blog.wordpress.com/2018/02/02/la-sindone-controproducente-1-febbraio-2008-cor-pus-37-38-131/

così ritenevo la Sindone sicuramente autentica nel mio primo studio, ma notavo una incongruenza: la presunta rigidità cadaverica troppo precoce rilevabile dalla posizione del capo inclinato in avanti – e invece questo è facilmente spiegabile con l’esistenza di un cuscino sotto la testa.

ma chiaramente la mia posizione era quella di chi voleva usare la Sindone stessa, a partire dalla fede di chi la considera autentica, per contestare la versione della morte di Jeshuu data dai vangeli.

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due anni dopo, la mia posizione era diventata molto diversa, e molto più vicina a quella di Kersten, che ho conosciuto soltanto quest’anno, ma allora ignoravo.

breve guida alla Sindone. – 10 aprile 2010

https://corpus0blog.wordpress.com/2019/12/18/breve-guida-alla-sindone-wp-124-10-aprile-2010-311/

in questo caso constatavo invece, dalle tracce di sangue ancora vivo, che quello deposto nella Sindone era il corpo di un uomo vivo e non di un cadavere: per non dire della posizione delle mani incrociate sul pube, che non è possibile naturalmente in nessun cadavere, o del fatto che nessun cadavere può tenere la bocca serrata, se il viso non viene legato.

ma poi, aggiungo oggi, come è possibile che un cadavere venga deposto nella tomba senza essere lavato dal sangue, anche solo sommariamente, a credere alla fretta dell’operazione?

la domanda se la pone anche Kersten e osserva che il mancato lavaggio serviva a non togliere il sangue coagulato dalle ferite, riaprendo l’emorragia in un corpo vivo.

e concludevo nel 2010 con una domanda molto provocatoria:

chi vi dice che la commissione di scienziati che hanno lavorato in accordo con la Chiesa non abbia dichiarato il lenzuolo falso giusto perché si rendevano conto che la Sindone smentisce che Jeshu fosse morto sulla croce?

vedi anche, in seguito, questi altri post, senza che aggiungano elementi che non siano già stati detti:

vere bugie sulla Sindone. – 2 maggio 2010

https://corpus0blog.wordpress.com/2019/12/29/vere-bugie-sulla-sindone-wp-166-165-2-maggio-2010-406/

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quelli che io davo allora come dubbi sono certezze per Kersten, che qui peraltro ha lavorato assieme ad un docente dell’Università di Friburgo, Elmar R. Gruber, col quale ha scritto diversi libri sull’argomento.

addirittura arriva ad una accusa molto grave: i campioni esaminati erano stati presi dal mantello di cerimonia di san Luigi d’Anjou, conservati dal 1296 nella basilica di san Massimino, dove peraltro si conserva anche il presunto teschio di Maria Maddalena, nel comune di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, vicino alla Costa Azzurra.

Kersten non fornisce prove qui di quel che dice, rinviando a uno dei libri scritti a quattro mani e citati sopra, The Jesus conspiracy, mai tradotto in Italia.

e non si risparmia in giudizi ai limiti della diffamazione: La datazione al radio-carbonio del 1988 si è rivelata niente più che un cinico tentativo di imbroglio criminale.

in poche parole, secondo lui, la Chiesa aveva consapevolmente cercato di far dichiarare falsa la Sindone (che peraltro avrebbe continuato ad esporre alla venerazione dei fedeli), di fronte all’evidenza che si faceva largo in modo via via irresistibile che aveva contenuto sì il corpo di Jeshuu, ma ancora sanguinante, sottratto alla croce ancora vivo e narcotizzato con la spugna imbevuta di aceto, ma in realtà di oppio, e ricoperto di massicce quantità di mirra, che veniva usata come coagulante e antisettico nella cura delle ferite, nel sepolcro di Giuseppe di Arimatea, trasformato in infermeria di emergenza, prima di essere fatto rapidamente sparire altrove.

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Kersten intreccia al solito in maniera acritica le storie dei vangeli – che non si rende conto che sono leggendarie – con l’analisi, invece apparentemente persuasiva e fondata scientificamente, del sangue sul lenzuolo e con la dimostrazione della impossibilità che esso scorresse in quel modo da un corpo appeso: addirittura magistrale, in questo quadro, la demistificazione degli esperti che avevano negato l’autenticità della Sindone in quanto contiene tracce di fenomeni che non possono essere spiegati con un cadavere, ma soltanto con la presenza di un corpo vivo – cosa che per loro non era neppure pensabile .

trascurerò però le fantasiose ricostruzioni della prima parte: l’unica narrazione relativamente vicina ai fatti e da prendere in considerazione, pur se essa stessa semi-leggendaria, è quella dell’Annuncio del nuovo Regno, contenuta nel Vangelo secondo Giovanni.

in un dettaglio, che ho registrato nel mio primo post che ho citato qui sopra, esce un indizio che potrebbe confermare che l’Annuncio del Nuovo Regno era originariamente redatto in aramaico: il testo greco dice infatti che Jeshuu era avvolto in othonia, bende; e dunque questa descrizione è incompatibile con la Sindone; ma questo potrebbe essere un problema di traduzione in greco di una espressione aramaica che intendeva invece i due lati del lenzuolo.

ma rimane aperta una questione, che contrasta con questa sceneggiatura anche troppo intrigante: se Jeshuu era vivo, che senso aveva avvolgerlo in un lenzuolo che gli copriva anche la testa sui due lati e poteva ostacolargli la respirazione?

forse questa copertura fu soltanto di breve durata? e a quale scopo?

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ma qui devo concludere: non mi sento di affermare con assoluta certezza oggi né l’indiscutibile autenticità della Sindone, né che essa abbia contenuto in modo altrettanto indiscutibile un corpo umano (e non un bassorilievo, ad esempio): certo, però, se ne ha contenuto uno e non è un falso medievale, peraltro ancora non spiegato nella sua origine, quel corpo era vivo e non morto, ed era, ovviamente quello di Jeshuu; e fu conservata dai suoi seguaci perché era l’unica cosa rimasta a loro di lui.

però, questo tessuto che ha attraversato i secoli, venti, se lo possiamo considerare autentico, è compatibile con la fonte storica che abbiamo, unica, sulla reale figura di di Jeshuu?

nessun problema se è un falso medioevale, lo possiamo dimenticare; ma se è invece vero?

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secondo Giuseppe Flavio il profeta egiziano, Jeshuu, neppure nominato da lui, per disprezzo estremo, alla fine dell’intervento militare romano che disperse i suoi seguaci violentemente, si dileguò, scomparve: non ha voluto dirci di più.

aveva circa 15 anni quando queste cose avvennero, nel 52, quindi le ha conosciute abbastanza da vicino; possibile che come storico abbia rinunciato alla storia, così romanzesca e affascinante, di una crocifissione mancata per il sotterfugio architettato da alcuni ammiratori farisei di Jeshuu?

in altri casi, molto meno importanti, questo storico non rinuncia a racconti avventurosi e a dettagli fantasiosi.

ma forse un resoconto più dettagliato era inopportuno per diversi punti di vista: ridicolizzava i romani, metteva in evidenza il ruolo anti-romano svolto da una parte dell’oligarchia ebraica a cui lui stesso apparteneva, dava voce e fiato agli odiati briganti zeloti, come lui li chiama sempre, che considerava i responsabili della catastrofe ebraica.

non mancano quindi i motivi per pensare che il silenzio di Giuseppe Flavio non nasca dalla non conoscenza di questi dettagli, ma dalla volontà esplicita di non raccontarli; così è ben possibile che tutta la storia della sottrazione dalla croce di Jeshuu, morto per finta, della sua deposizione in una tomba, per curarlo, e poi il suo trasferimento altrove, quindi la sparizione del suo corpo, vivo o morto, sia accennata soltanto col verbo si dileguò, e non chiedete di più, sembra ammonire il Flavio.

forse dovremmo seguire anche noi il suo consiglio.

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5 commenti

  1. Me so’ letto – e goduto – tutto er pappié su la sindone (oh, grazie: ce potevi fa’ un libro a pagamento…), per quanto con lo stesso spirito con cui, a suo tempo, ho letto harry potter.

    e una domanda sorge spontanea: e le monete sugli occhi? …messe in presenza dei romani per avvalorare la “morte”?

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    • bravo, allora l’hai letto proprio con lo spirito giusto, e magari fosse di buon auspicio il paragone, ahha.

      le monete sugli occhi che qualcuno vede sulla Sindone? hai presenti quelli che nelle foto su Marte vedono la Sfinge?
      ma ti pare che le monete sudano e lasciano tracce?
      sono fantasie totali senza nessunissimo fondamento, si smentiscono tra loro, ciascuno vede una moneta diversa…
      e poi le monete sui morti le mettevano i pagani per pagare l’obolo di Caronte, il traghettatore nel regno dei morti. ce li vedi degli ebrei che mettono sugli occhi del loro re in pectore, nonché messia, qualche immagine degli odiati romani?
      date a Cesare…, e loro vanno a seppellire le monete romane assieme a Jeshuu?
      io mi domando e dico come fa certa gente ad avere certe fantasie…

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        • la mummia addirittura? batti anche quelli che ci vedono la Sfinge! 😉

          allora puoi vedere anche le monete sugli occhi del crocifisso avvolto dal lenzuolo, accomodati 🙂
          però poi mi devi spiegare come avrebbero fatto a lasciare tracce (a parte tutto il resto)…

          naturalmente sono normali effetti psicologici, più o meno un naturale processo di adattamento mentale della visione.

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