il MES e la classe media secondo Grillo – 520

ho trascurato con fastidio, finora, di occuparmi del MES, perché quando la politica si riduce a discussioni di questo tipo, non dovrebbe meravigliare nessuno se la gente evita di ascoltarla e si volta dall’altra parte.

comunque mi vedo costretto a cercare di colmare questa mia pesante lacuna, visto che la questione rischia di far cadere il governo ad opera dello stesso principale partito che lo sostiene, i 5Stelle: una cosa talmente inverosimile che nessuno ci crede, ma che proprio per questo potrebbe anche succedere, ed è già successa, l’ultima volta con Prodi, 12 anni fa.

potrei anche dire che la sigla MES mi procura la stessa reazione di rigetto insensato e viscerale che la sigla TAV: sarò rozzo e schematico, ma per me i no-MES sono una variante occasionale dello stesso tipo umano di certi no-TAV – qualcuno mi perdoni per quello che dico, ma in effetti l’affinità non è occasionale.

comunque, raccolgo le mie forze e mi aiuto con un commentatore politico-economico chiaramente di destra, ma di insolita chiarezza e schiettezza, che stimo anche nel dissenso, Mario Seminerio, l’autore del blog Phastidio.

ed ecco a voi la sintesi tra lui e me.

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il Meccanismo europeo di stabilità o MES, detto anche Fondo Salva-stati, è un ente europeo fondato nel 2011 tra gli stati dell’Unione Europea e dispone di 650 miliardi di euro per l’assistenza agli Stati membri che si trovassero in difficoltà finanziarie e non potessero più ricevere finanziamenti dal mercato.

l’adesione dell’Italia nel marzo 2011 fu data dal governo Berlusconi e il nostro Parlamento la approvò nel 2012: contraria soltanto la Lega Nord Padania.

dal 2013, dopo la ratifica dell’ultimo dei paesi dell’Unione, la Repubblica Ceca, esso è diventato parte dei trattati dell’Unione Europea, anche se finora non è mai stato concretamente realizzato per le più diverse resistenze,

da ultimo quelle dell’Italia in quest’ultimo anno.

secondo le previsioni, l’assistenza dell’Unione Europea verrà concessa allo stato in difficoltà su sua richiesta e sarà subordinata eventualmente a precise condizioni che lo stato richiedente dovrà soddisfare.

il 30 novembre è stato raggiunto un accordo fra i ministri delle Finanze degli stati membri su alcune modifiche: l’unica vera e sostanziale è che se ne anticipa l’entrata in funzione al 2022.

l’unico paese dell’Unione che minaccia di non approvare le modifiche è l’Italia – e vai a capire perché, visto che neppure i sovranisti più accaniti si oppongono, e semmai è la destra tedesca che fa resistenza sott’acqua: hanno fatto anche un ricorso alla loro Corte Costituzionale, ma questa ha dato sostanzialmente un via libera con qualche piccolo ritocco.

nel caso di mancata approvazione dell’Italia, ovviamente, il MES resterebbe comunque in vigore nella sua forma precedente, che il parlamento italiano ha già approvato otto anni fa.

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dette così le cose, siamo evidentemente ai confini del delirio puro in chi si oppone:

1) al MES abbiamo già aderito;

2) nessuno ci obbliga ad usarlo;

dunque non si comprende di che cosa si stia parlando.

la cosiddetta destra dei 5Stelle, quella che rappresenta soltanto la versione perbene del salvinismo, minaccia di votare contro la riforma europea, che non può entrare in vigore senza l’approvazione unanime di tutti i paesi.

sarà un’occasione eccezionale per ridare voce a quell’opinione che sempre corre in Europa e che si riaffaccia in questi giorni anche in Germania, e cioè che sarebbe ora di escludere l’Italia dall’Unione Europea, se solo si potesse.

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ma su questo governo pesa il macigno surreale di quella specie di ultras dell’opposizione che affossarono anche Prodi – non che siano sempre gli stessi, quelli erano di ultra-sinistra, questi sono di destra.

è la forma mentis che non cambia: sono quelli che fanno politica, o meglio stanno in politica, al solo scopo di dimostrare quanto sono puri loro e non gli interessa altro.

la cosa triste è che uno schieramento democratico in Italia si trova a dover fare sempre i conti con gente di questo tipo, mentre sarebbe meglio lasciarli perdere sin dall’inizio e piuttosto rinunciare ad andare al governo, perché questi fanno più danno a te quando te li devi portare dietro con te, che quando sono all’opposizione:

intendo dire che quando sono all’opposizione, in effetti, rafforzano la destra al governo e bisognerebbe trovare il modo per regalarli a lei.

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ma torniamo a che cosa sta accadendo sul MES adesso: Beppe Grillo ieri ha pubblicato ieri un post sul suo blog: La Mes è finita.

è una mescolanza di cose molto giuste e di boiate pazzesche, ma Grillo è così da tempo: c’è chi se ne libera pensando che dica sempre boiate, perché è Beppe Grillo, e non lo ascolta più, e chi lo prende per una specie di guru da seguire alla cieca perché spesso ha ragione.

semplificano tutti a due; a volte Grillo ha ragione e a volte ha torto, ed è una pena distinguere ogni volta, anche perché spesso ha torto e ragione quasi nello stesso momento o nello stesso post.

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qui esordisce con un plateale: Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato.

notare bene che non dice che il MES sia uno strumento inutile sempre, e neppure che sia inutile per altri; dice che non serve A NOI e ADESSO.

il che è un’ovvietà, dato che in questo momento di crisi europea globale l’Italia non è particolarmente sotto pressione da parte dei creditori della finanza, anche se potrebbe esserlo in ogni momento.

Grillo dice che ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio a dire bene perché.

ovviamente sono considerazioni che però non hanno niente a che fare col problema della approvazione del MES da parte dell’Italia perché possa essere disponibile per tutti i paesi europei dal 2022, e c’è da sperare che Grillo abbia lasciato sottinteso proprio questo.

perché rifiutare la possibilità di un soccorso futuro perché adesso non serve sarebbe evidentemente un’idiozia.

ma a me pare piuttosto che Grillo cerchi di svicolare dal problema: Per questo motivo incaponirsi sull’assurda discussione sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, è una mera perdita di tempo ed energie.

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aggiunge altre considerazioni, invece giustissime: I soldi del meccanismo europeo, è giusto ricordare che (convenienti o meno) sempre debito sono. Un debito che ormai ammonta a oltre 150 miliardi

scherziamo? è di 2.600 miliardi di euro il debito pubblico italiano, Grillo straparla.

e prima o poi, dovrà essere ripagato dalle vere vittime morali di tutta questa storia. I giovani e le nuove generazioni.

ma queste giuste riflessioni non rispondono alla domanda se è meglio avere questo paracadute oppure no.

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secondo passaggio, a stare al rag. Grillo-pensiero (si firma proprio col titolo di ragioniere):

i soldi sembrano esserci, e il problema è come e dove usarli.

la prima frase non è proprio da ragioniere e mi immagino che fine farebbe il ragionier Fantozzi che dicesse una frase simile al suo principale: caro ragioniere, i soldi o ci sono o non ci sono! e il suo mestiere è esattamente quello di dirmi SE ci sono, anzi, meglio: CHE ci sono.

perché i soldi che secondo il ragionier Grillo sembrano esserci, sono in realtà sempre ed ancora debiti, altri debiti, oltre agli infiniti che già abbiamo.

quindi non è proprio uno sfizio, come suggerisce lui, se ci si sta chiedendo dove trovare altri soldi non a credito, ma nostri.

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qui Grillo indica la prima fonte sacrosanta dei fondi che si servono: uso la parola non a caso.

dice: 1. Far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa.

e ricorda, giustamente: Nel Novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare.

questi soldi vanno recuperati, e sono 5 miliardi, anche perché, a non farlo, rischiamo multe europee quasi altrettanto salate; si trovi anche un modo graduale di farli rientrare, ma si tratta di concorrenza economica sleale di istituzioni ecclesiastiche – hanno sentenziato – e non può essere ammessa.

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esausto dall’avere detto una cosa giusta, Grillo passa subito alle boiate, ed eccolo a fare il verso a Berlusconi perfino nel linguaggio, ma non per prenderlo in giro, ma perché Berlusconi è entrato anche dentro di lui e a Grillo serve l’esorcista:

ascoltate Berlusconi che parla con orrore per bocca di Grillo dell’avvento di una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani.

è la solita becera propaganda dei riccastri, e Grillo è uno di loro, forse uno dei peggiori.

se si parla di aumentare la progressività delle imposte o di una patrimoniale per i redditi più alti, non stiamo parlando degli italiani (il prossimo che userà questa espressione gli sparo, giuro, almeno con le pallottole a salve del mio blog), ma di alcuni figuri, che hanno la nazionalità italiana spesso del tutto pro forma, che vive nel jet set internazionale, che non hanno altra patria vera che i loro soldi.

gli italiani veri, caro Ragionier Grillo, sono altri, che si fanno il culo a lavorare e non vivono di rendita e speculazioni, se devo fare il demagogo come te.

e gli italiani veri sono abbastanza scafati da capire che, se si alzano un pochino le tasse via via a chi guadagna qualche decina di migliaia di euro al mese non si stanno affatto attaccando gli italiani.

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che vergogna, Grillo in conflitto di interessi.

perché subito dopo risulta chiaro che Grillo non è affatto contrario a tassare chi guadagna più di lui: da buon genovese delle barzellette, gli basta che non tassino lui.

mica siamo in America o in Germania, dove esiste un movimento anche organizzato di milionari che ammette che la categoria è tassata poco e che bisogna farli pagare di più, anche loro personalmente.

ma qui in Italia, invece – la borghesia più sordida del mondo, diceva Pasolini – scommettiamo che ritroveremo Grillo all’opposizione anche di Biden, che ha vinto le elezioni americane anche con questo punto nel programma elettorale?

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eccoli infatti il nostro Grillo pescecane piccolo che annuncia entusiasta: La proposta presentata da Leu e Pd e subito bocciata dalla commissione Bilancio della Camera che l’ha definita “inammissibile” prevedeva un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Ma, fortunatamente, non è passata e quindi capitolo chiuso.

è una balla: la proposta è stata riammessa e verrà discussa.

precisiamo anche che lo 0,2% di un patrimonio di 500mila euro sono 1.000 euro; e in tempi di Covid, di miseria per decine di migliaia di famiglie, di disoccupazione, a voi sembra che non si possa chiedere un contributo di solidarietà di 1.000 euro alla gente come Grillo che possiede un miliardo di vecchie lire o più?

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ma Grillo dice che non si deve sovraccaricare di tasse la classe media.

il concetto è giusto, ma chi possiede più di 500mila euro è classe media?

cioè ha presumibilmente, secondo il ragionier Grillo, il reddito medio dei famosi italiani che lui cita sempre?

anzi, dice che non bisogna rivolgersi alla popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario, e parla sempre di miliardari in lire.

che vergogna un comico milionario in euro e micragnoso.

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invece Grillo non ha problemi a sparare più in alto, purché non si tocchi lui:

Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori.

totalmente d’accordo, caro Grillo, ma una cosa non esclude l’altra, e smettila di fare il generoso col fisco degli altri.

si può graduare il prelievo fiscale aggiuntivo dallo 0,2% (ma anche dallo 0,1%) dai 500mila euro di patrimonio via via più su fino a 3% per chi ha più di un miliardo di euro, cioè di 2mila miliardi di vecchie lire.

chi te l’ha detto che una proposta esclude l’altra?

e se poi riuscissimo a tassare decentemente Amazon e Google e Microsoft e tutti gli altri che lucrano via web (te compreso) e che tasse non ne pagano quasi, non sarebbe sarebbe ancora meglio?

Costituzione Art. 53 Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

te lo sei dimenticato, questo, ragionier Giuseppi (Grillo)?

10 commenti

  1. Il Mes non mi appassiona, la mia stella polare è Renzi: se lui dice si Mes io sono per no Mes senza se e senza ma.
    La patrimoniale sarebbe sacrosanta, qualcosina anche sotto i 500.000 euro non farebbe male, e bisognerebbe rivedere tutte le aliquote fiscali per riportarle ad una vera progressività, non dico a livello di Visentini ma quasi.
    Voglio vedere comunque chi avrà coraggio di fare cadere il governo sul Mes, ci sarà un Mastella di turno? Mi pare incredibile, ma se dovessi scommettere mi viene in mente solo il fiorentino di cui sopra…

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    • il tuo criterio di scelta non mi entusiasma: è impossibile, per motivi statistici, che ciascuno di noi abbia sempre torto o sempre ragione; quindi se dai sempre torto a Renzi, ti troverai a darglielo anche quella volta che ha ragione, per sbaglio (sbaglio suo, ma anche tuo): chiedo dei criteri di scelta un po’ meno empirici e più nel merito, almeno qualche volta. 🙂

      rilevo poi un contraddizione evidente: se sei contro il MES, perché Renzi è a favore (dice…), dovresti augurarti che il Parlamento lo bocci e paralizzi l’Unione Europea sul punto (oltre che su altri collegati); ma siccome dubiti, a mio parere giustamente, che l’unico che può avere voglia di far cadere il governo questa volta à Renzi, come mai, augurandoti la bocciatura del MES e la caduta del governo, ti trovi dalla sua parte?

      aggiungo, per finire di essere pedante, che gli unici che hanno un coerenza contraria al MES da quando si è cominciato a parlarne, dieci anni fa quasi (senza ancora concluderne niente) sono quelli della Lega; ma mi è capitato ieri mentre organizzavo il post di rivedermi il dibattito parlamentare alla Camera del 2012, dove la Lega votò contro: le motivazioni, rilette oggi, sembrano una vera e propria barzelletta.

      d’accordo con te, invece, e del tutto, sulla progressività delle imposte da ripristinare, come vuole la Costituzione; il fatto che il nostro pensiero economico ufficiale non faccia altro che indicarne difficoltà e problemi dimostra da solo quanto è asservito a interessi di bottega davvero sordidi.

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      • È vero che anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno, ma Renzi no. Se il governo cadrà sarà per le sue mene, per tirar dentro Berlusconi magari, il Mes è solo un pretesto. A parte che spassionatamente se la riforma non si farà non cadrà il mondo, qui mi pare che il dibattito più che altro sia se prendere o no i soldi del Mes e sottostare o no alle condizioni. Se non ne abbiamo bisogno che li prendiamo a fare, che tanto non sappiamo nemmeno cosa farci e li disperderemo in mille rivoli, tra ristori bonus e palle varie. Prendiamo i soldi a chi ce li ha, qui, in Italia…

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        • ma no, Gio’: in QUESTO momento il dibattito è se il MES debba essere attivato in Europa oppure no, perché qualcuno in Italia non vuole che sia attivato, mentre tutti gli altri paesi sono disponibili, e finora aspettano da un anno che noi facciamo sapere che cosa ne pensiamo noi.
          NON si sta affatto discutendo se chiederlo ADESSO oppure no.
          sembra incredibile, ma mi pare che anche dentro i 5Stelle ci siano alcuni che non l’hanno capito, oppure fanno confusione apposta e fanno FINTA di non avere capito e diffondono bufale come quella a cui credi tu.

          naturalmente, se l’Italia deciderà di restare fuori potrebbe succedere che si farà come per il recovering fund se Ungheria e Polonia non tolgono il veto: che se lo faranno con un accordo a parte soltanto quei paesi che ci credono, e noi resteremo fuori.
          ma ripeto quello che ho scritto nel post (forse invano): il MES è GIA’ STATO approvato, anche dall’Italia, e fa parte dei trattati europei; si tratta soltanto di decidere qualche piccola correzione per farlo partire dal 2022: cioè per renderlo di fatto e realmente disponibile da quell’anno, se qualcuno dovesse averne bisogno e dovesse chiederlo.

          l’alternativa posta da Grillo (forse, perché non è stato chiaro) e quella che ripeti anche tu è una sciocchezza: sono due questioni che non hanno niente a che fare l’una con l’altra.
          diciamo che il MES è una forma di assicurazione, oltretutto di gruppo, che fanno alcuni paesi che hanno debiti e interessi da pagare per garantirsi dal rischio di non riuscirci: nel caso capitasse a qualcuno, potrà accedere a un fondo di sicurezza comune, a determinate condizioni
          chiaro che i debiti e gli interessi da pagare restano e che devo trovare il modo di pagarli lo stesso, anche se fai quell’assicurazione.
          ma non è che se trovo il modo di pagarli quest’anno, allora l’assicurazione per i rischi degli anni venturi diventa automaticamente inutile.

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          • C’è un articolo sul sito Treccani, di maggio quindi non so se adesso è ancora possibile rintracciarlo, dove si discuteva dei dubbi giuridici che erano stati sollevati sul Mes. Interessante anche che le modifiche potrebbero passare a maggioranza rafforzata (cioè l’85%) e quindi non necessariamente l’unanimità. Per il resto non ho letto Grillo quindi non so bene cosa abbia detto (mi fido del tuo riassunto) ma ricordo che quando ne parlò Conte (a maggio? Anche allora c’era la solfa Mes si Mes no, un’altra arma di distrazione di massa) era stato abbastanza convincente sui motivi del perché il Mes non ci serviva. Comunque è tutto un balletto, i 5S dicono no per non prestare il fianco a Salvini & c. e Renzi dice sì perché i 5S dicono no. Del merito non si parla mai, quindi mi regolo come loro: Renzi dice sì? Io dico no. Superficiale sicuramente, ma nella media…

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            • molto interessante ed utile il tuo riferimento alla voce della Treccani, che non avevo visto. credo che sia stata aggiornata da quando l’hai letta tu, e contiene alcune critiche specifiche e puntuali, che tuttavia a me pare che in questa fase non siano pertinenti, visto che, come si dice lì, il negoziato sui contenuti tecnici del testo è ormai chiuso da mesi, con i leader chiamati a esprimersi sul Trattato con un semplice assenso o dissenso alla prossima riunione del Consiglio europeo e al Consiglio di dicembre si voterà solo l’approvazione definitiva e non ci sono più margini per modificare il testo che, ormai, è inteso come consolidato.

              non trovo nulla sulla maggioranza rafforzata dell’85% (ma magari ci fosse qualche allargamento delle decisioni a maggioranza nell’Unione Europea! l’attuale regola dell’unanimità la rende un catorcio quasi inservibile: ti immagini se negli USA servisse l’unanimità dei 50 stati per qualunque decisione importante?).

              invece si afferma – e questo non lo sapevo – che il MES è totalmente avulso sia dal diritto europeo che da ogni possibile controllo da parte di Parlamento europeo e Commissione; ma la proposta di elaborare un regolamento ad hoc, per riportare il MES nel quadro del diritto comunitario è stata respinta, anche col voto dell’Italia durante il governo Conte I: Lega + 5Stelle.

              la voce della Treccani ricorda anche che il MES rappresenta una «oggettiva manifestazione di solidarietà» dei Paesi più solidi dell’eurozona nei confronti di quelli più deboli, visto che la Germania ne è il primo contributore con circa il 27% del capitale versato, ma è un improbabile futuro “cliente” del MES. è vero che l’Italia è terza per contributi con il 18%, ma attualmente è il paese che ha più probabilità di dovere essere soccorso in futuro da questo strumento.

              la discussione oggi in corso vuol fare credere che si tratta di decidere adesso se richiedere il MES oppure no; non è vero, e in questo momento la risposta è NO per qualunque forza politica; ed è la stessa cosa che diceva Conte qualche mese fa. si tratta invece di decidere se l’Unione Europea debba aggiornare questo strumento che esiste già ed è nei suoi trattati, in modo da renderlo operativo dal 2022.

              vedo che anche la Treccani paragona il MES ad una polizza assicurativa, lei dice anti-incendio, e poi però critica come è fatta; però è una assicurazione speciale, che scatta soltanto se sei tu a richiederla al bisogno.

              io resto convinto che una assicurazione è meglio averla che non averla, e, siccome questa è l’unica assicurazione disponibile sul mercato, sono dell’idea di stipularla, soprattutto nell’attuale situazione di incertezza pandemica ed economica. ci auguriamo tutti che nessun incendio scoppi; ma se scoppiasse, discuteremo allora se ricorrere a questa assicurazione oppure no, adesso è prematuro e fuorviante.

              io non rifiuterei mai di fare una assicurazione anti-incendio dicendo che mi bastano le bombole di schiumogeno in cantina.

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  2. Forse il primo articolo della costituzione potrebbe spiegare il perché l’Italia ha assunto questo aspetto sociale. La Repubblica è fondata sul lavoro nel senso che è il lavoro a supportare economicamente l’apparato statale e non il patrimonio. Quindi se il lavoro rappresenta le fondamenta, bisogna aumentare il patrimonio e nascondere il lavoro.
    Questo spiegherebbe l’effetto marea che si osserva ogni volta che c’è una crisi, con i risparmi che iniziano a crescere nei momenti peggiori. Credo sia anche l’aspetto che tanto fa arrabbiare i tedeschi.

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    • quello che fa arrabbiare i tedeschi è che la nostra borghesia ha un tenore di vita decisamente più alto della loro, in un paese fortemente indebitato. ma la cosa si spiega con le diseguaglianze sociali che in Italia sono più marcate che in Germania: lì sono gli operai e gli impiegati, il vero ceto medio, a passarsela meglio.

      certamente chi scrisse quell’articolo della Costituzione non voleva dire quello che ci hai trovato tu, ma la storia ha finito per fargli assumente proprio quel significato: se oggi ci fosse scritto: L’Italia è una repubblica fondata sullo sfruttamento del lavoro, sarebbe tutto più chiaro.

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      • Non sarebbe una sorpresa. In fondo gli italiani vengono riconosciuti a livello internazione come maghi dell’interpretazione contorta. Sfruttare dettagli a proprio vantaggio.

        Ma a pensarci bene, se l’interpretazione ufficiale fosse quella giusta non vedo alcun aspetto dove il lavoro sia un diritto. Non c’è uno stipendio minimo e i centri per l’impiego sono un puro scherzo. Il lavoro viene proposto spesso in nero (per nasconderlo) oppure sottopagato (tenere la disoccupazione a livelli adeguati per un livello giusto di disperazione).

        L’interpretazione della società dove chi più ha più ne accumula mi sembra molto più appropriata. Quindi difesa del patrimonio a scapito del lavoro, il che porta tutti a cercare di tenere il lavoro quanto più nascosto (niente scontrini, lavoro nero) e supportare politiche che non tassino il patrimonio, dove in teoria i frutti del lavoro finiscono salvandosi. Non sono certo i lavoratori dipendenti a rientrare in questa categoria.

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        • alcuni meccanismi che descrivi sinteticamente, ma in modo efficace, sono in fondo tipici delle società capitalistiche, ma è in Italia che raggiungono le espressioni più sfrenate e fuori controllo tra i paesi europei; o forse anche in Grecia? (tra i due paesi c’è la parentela segreta della comune antica civiltà greco-romana?).

          la Costituzione vede il lavoro come un diritto/dovere; ma nella cultura greco-romana il lavoro è qualcosa di sgradevole, basta pensare che il suo nome moderno deriva dal latino labor, che significava sofferenza.
          quindi il lavoro è visto solo come strumento e non come mezzo di realizzazione umana: la Costituzione, che ha provato ad introdurre questo concetto, non è riuscita a cambiare il nostro modo di pensare.

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