la mia settimana virtuale dal 19 al 25 dicembre – 559

la rassegna settimanale delle mie interazioni da blog e su altre piattaforme internet pubbliche coincide stavolta col Natale; e quindi faccio degli auguri globali da blogger a tutti i miei lettori che passeranno di qui (agli altri sarebbero soltanto un disturbo, immagino).

questa settimana ritrovate i dialoghi con 1. gaberricci. sono un must oramai, e questa volta riguardano due temi molto diversi: l’idea pazza di un libro a più mani sul Covid, e un dibattito sulle insegne in giapponese a Tokyo: a dimostrazione che questo vostro blogger non pone limiti alla capacità di divagare, quasi come la natura stessa. 2. inerro.land è oramai un altro appuntamento fisso extra moenia; e questa volta ammiriamo le sue prodigiose foto svedesi di un’aquila; anche Francesca, 6. Tana libera tutti, è oramai una vera propria amica a distanza; aggiungo alle citazioni rituali le provocazioni fotografiche e la visione beffarda di 10. GIOMAG59, col quale continuiamo ad azzuffarci, anche, perché abbiamo scoperto che, dove convergiamo nei giudizi, la realtà ci procura cocenti delusioni: ad esempio nella brexit, che entrambi ci auguravamo hard.

qualche new entry rispetto alle ultime settimane, con la speranza che non resti occasionale: 4. kikkanokeka, 5. Briciolanellatte, 8. Ricco&Spietato, 9. giovannilamagna, 11. tramedipensieri, 12. Vincenzo, 13. RAIMONDO BOLLETTA; tra questi segnalo a parte 7. SCIENZIATIMATTI, per ripetere l’invito a leggere il loro post sul vaccino anti-covid, davvero notevole.

e da ultimo 3. dolores b., per un dialogo in famiglia su uno dei miei ultimi video YouTube.

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13. RAIMONDO BOLLETTA, In attesa 23 dicembre 2020

corpus2020, 25 dicembre 2020 at 8:24 am – auguri, Raimondo. – non potendo inserire le foto per ricambiare, mi tocca metterci i link… – un abbraccio a te e ai tuoi.

https://corpus2020.wordpress.com/2020/12/24/il-mio-melo-dinverno-bortografia-da-covid-2/

https://corpus2020.wordpress.com/2020/12/25/un-picchio-natalizio-fatto-in-casa-bortografia-da-covid-3/

corpus2020 , 25 dicembre 2020 at 8:27 am – ovviamente il commento è finito in fondo al post sbagliato…. 😦

Raimondo, 25 dicembre 2020 at 8:35 am – Grazie degli auguri e delle belle foto. Nonostante tutte queste restrizioni siamo ancora qua e la testa ci funziona abbastanza e questo ci basta. Auguri di ogni bene

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12. Vincenzo, Grandissimo Discorso di Toto’ sull’umanita’! 25/12/2020

corpus2020 25/12/2020 alle 7:30
grande davvero! non lo conoscevo…

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11. tramedipensieri, Auguri a tutti 23 dicembre 2020

corpus2020 23 dicembre 2020 alle 16:51
ricambio, cara Marta, e mi faccio l’augurio da me di leggerti più spesso. un abbraccio.

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10. GIOMAG59, Il pollastrone delle feste 22 DICEMBRE 2020

corpus2020 22 DICEMBRE 2020 ALLE 12:28
ma il libro di commedie per ragazzi sarà anche disponibile online? – (io ho finito ieri il film sulle vacanze di Londra fatte assieme nel 2004 come regalo di Natale per le figlie, e lo riciclo anche per i nipotini e le nipotine…; vedo che abbiamo modi simili di concepire questi regali, eheh; per il figlio, che non era venuto, ho invece provveduto in modo più tradizionale). – buone vacanze operose, Gio’, e ricambio gli auguri. – (però con quel guerriero che chiama al cellulare Giove, col gonnellino e le gambe depilate, mi hai creato in un primo momento un contraccolpo di confusione sessuale; poi ho pensato che avessi cambiato gusti, ahha, non è mai troppo tardi, mi sono detto; e infine è comparsa la tranquillizzante mutanda; tutto ok, allora… 😉 🙂 🙂 )

giomag59 22 DICEMBRE 2020 ALLE 12:35
Ah, ah, no, non le metterò in vendita, non per fare il prezioso ma chi se le comprerebbe? 😁 – Ho visto quasi tutte le tappe di Londra e hai scelto il momento giusto… isolati nella loro isola e con timori per gli approvvigionamenti: hanno voluto la bicicletta, cari brexitari? E mo’ che pedalino… – un saluto anche gli amici mi sembrava doveroso, la modella ha delle belle ali ed è di buon auspicio. Auguri! (ma passerò a leggere, sicuramente)

corpus2020 22 DICEMBRE 2020 ALLE 12:42
be’, io per esempio me le comprerei.
comunque, anche senza venderle, puoi sempre allegarle come file ad un prossimo post, passate le feste, per non sciupare l’effetto sorpresa del regalo. – lo sai che sono rimasto stupito anche io della coincidenza tra la fine del mio film su Londra, l’annuncio sul virus inglese e il caos anticipato della brexit che comincia? – detto fra noi due, caro Gio’, io attribuisco il fatto di azzeccare spesso le previsioni a chissà quali capacità razionali di analisi, ma il fatto già verificato è che ho qualche modesta capacità medianica, invece: queste non ti danno nessuna dritta consapevole, ma ti fanno azzeccare le coincidenze senza saperlo… – sì, anche a me piacciono molto le ali della modella, e devo ammettere che mi sono concentrato soprattutto su quelle. 😉

giomag59 22 DICEMBRE 2020 ALLE 21:35
Allora sei un mago! Vedi se riesci a far sparire Renzi!

corpus2020 22 DICEMBRE 2020 ALLE 21:44
be’ non hai notato che l’ho già fatto sparire dal mio blog? – lasciami solo un po’ di tempo ancora: la strategia del silenzio ha già funzionato benissimo con Salvini… 🙂

giomag59 23 DICEMBRE 2020 ALLE 7:52
Hai fatto bene!

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9. giovannilamagna, L’ora più bella DIC 22

corpus2020 22 dicembre 2020 alle 8:20
svegliarsi presto la mattina è il segreto di ogni buona filosofia… 😉

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8. Ricco&Spietato, Dribbling! 21 dicembre 2020

corpus2020 21 dicembre 2020 alle 16:35
quelli di Repubblica sono spudorati oltre ogni limite (ma lo sappiamo da tempo): hanno messo l’articolo che hai linkato togliendone un altro, visibile ancora stamattina, che diceva il contrario. il bello è che è la stessa giornalista, che passa per esperta di temi scientifici, Elena Dusi, che diceva due cose diverse in due articoli affiancati fra loro.
ci lasciassero in pace; è così terribile dire che ancora non ne sappiamo niente di sicuro? io sono veramente esasperato di essere continuamente preso per i fondelli, esattamente come te. e come non so quanti altri…

ricco&spietato 21 dicembre 2020 alle 17:33
… ma io non sono esasperato.
potremmo chiamarlo “il pessimismo della memoria”. – (“non so se il riso o la pietà prevale” disse bene quello là; ma io lo so: il riso)

corpus2020 21 dicembre 2020 alle 17:42
quando la memoria diventa troppo pessimista, qualcuno pensa che è meglio perderla.
non tutti sono capaci di ridere sul latte versato. 😉

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7. SCIENZIATIMATTI, Sulle spalle dei giganti 21 DICEMBRE 2020

corpus2020 21 DICEMBRE 2020 ALLE 10:17 AM
questo post è di una chiarezza esemplare, mi chiarisce alcuni punti confusi che avevo nella testa e dimostra che c’è qualcuno capace di fare buona divulgazione scientifica anche in Italia!

scienziatimatti 21 DICEMBRE 2020 ALLE 10:27 AM
Grazie!

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6. Tana libera tutti, Pensieri sparsi dicembre 20, 2020

corpus2020 dicembre 21, 2020 alle 8:50 am
posso dirti una cosa un pochino vanagloriosa? leggendo questo post così bello, lucido e scritto bene, mi sento un poco orgoglioso di averti dato la dritta giusta per riuscire a scriverli graficamente in questo modo, ahaha.
non lo si direbbe, ma la grafica di uno scritto è un elemento essenziale della sua comunicabilità. – un abbraccio e buona giornata, cara Francesca.

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5. Briciolanellatte, A lume di candela 20 Dicembre 2020

corpus2020 il 20 Dicembre 2020 alle 07:10 – pezzo letterario magistrale.
però, per chi ti conosce e legge abitualmente, lascia la delusione del mancato colpo di scena finale… 😉
ancora più bravo: anche questo sorprende il lettore, in fondo.

Briciolanellatte 20 Dicembre 2020 alle 08:16:
Hai proprio ragione; manca il “solito” colpo di scena: è che volevo scrivere qualcosa di diverso, una volta tanto 😉

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4. kikkanokeka, Il “Paradosso dell’Alabama” 17 dicembre 2020

corpus2020 19 dicembre 2020 alle 21:24
vedo un altro errore di battitura, in fondo: Stato 3: 2 seggi totali (- 1 rispetto a prima) – ovviamente è 1 seggio totale (- 1 rispetto a prima), come scritto anche sopra… – sei occhi vedono ancora meglio di quattro, pare… 🙂

Kikkakonekka 19 dicembre 2020 alle 22:10
Porca vacca, grazie mille per la segnalazione.
Questo dimostra 3 cose:
– che io non faccio copia incolla, ma scrivo il tutto talvolta sbagliando
– che nonostante millemila riletture certe sviste rimangono non-viste
– che qualcuno legge con attenzione ciò che scrivo (e ti ringrazio moltissimo) – Andrea/K

corpus2020 19 dicembre 2020 alle 22:41
non fartene un problema: l’autenticità di quel che scrivi è evidente, e una svista non cambia niente della sostanza, anche se purtroppo rende più problematico il recepimento del messaggio.
a me succede di continuo di incorrere in analoghi lapsus, ma in ambito linguistico, ma semplicemente perché uso poco i numeri nei miei post, e so benissimo che quando mi rileggo non vedo i miei errori.
mi sono talmente rassegnato alla cosa che oramai aspetto che qualcuno commenti, e poi provo a rileggermi come se fossi lui e allora a volte trovo lapsus o altri errori che non avrei visto.

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3. dolores b. 1 ora fa
Ci sono stata, molto interessante!!

bortocal 1 secondo fa
esperienze simili, reazioni simili; buon sangue non mente! 🙂

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2. inerro.land 19 dicembre 2020 alle 18:32 mi ringrazia per la citazione di un suo post della settimana prima.
Grazie mille, come sempre! ❤️

inerro.land, Verdone comune / European greenfinch 21 dicembre 2020 di

corpus2020 21 dicembre 2020 alle 20:13
strano che siano rimasti a svernare nella Scandinavia, di solito dovrebbero spostarsi più a sud; ma hanno delle capacità inspiegate di previsione del tempo a lungo termine, come altri migratori. – visto che parliamo di uccelli un po’ particolari, che ne dici del frosone? ho scoperto, dopo avere girato questo video, che comunicano fra loro con ultrasuoni… 🙂

inerro.land 22 dicembre 2020 alle 18:11
Per quel che si possa pensare, qui nel sud della Svezia gli inverni sono alquanto miti, neve e ghiaccio sono davvero rari, per questo probabilmente rimangono qui.
Il frosone mi manca! Non lo sapevo neanche io, ma la Natura non smette di sorprendermi
😉❤️

inerro.land, Ne è valsa la pena, Manuel? / Was it worth it, Manuel? 23 dicembre 2020

corpus05 23 dicembre 2020 alle 21:23
queste foto sono straordinarie: l’aquila ti ha concesso ben più che 15 secondi.

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1. gaberricci, L’assedio December 23, 2020

corpus2020 December 23, 2020 at 9:49 pm
in una “Storia della confusione al tempo della peste”, che prima o poi qualche nuovo Tucidide o Camus dovranno pure scrivere, non so più neppure se – Conte o Zaia che siano – sono poi questi davvero i protagonisti peggiori.

gaberricci December 23, 2020 at 11:58 pm
Il titolo è troppo bello per non esserne tentati, ma non credo di averne la capacità. Soprattutto dopo aver letto l’insuperabile Camus di cui abbiamo parlato.

corpus2020 December 24, 2020 at 6:17 am
effettivamente, per scrivere qualcosa di simile, servirebbe qualcuno che sia contemporaneamente Tucidide (Storia della guerra del Peloponneso), Camus (La peste) e Garcia Marquez (L’amore al tempo del colera): personaggi abbastanza incompatibili fra loro, direi, e soprattutto gli ultimi due…
forse si potrebbe farcela solo con una scrittura a più mani. 🙂

gaberricci December 24, 2020 at 12:19 pm
È una proposta? 🙂

corpus2020 December 24, 2020 at 3:40 pm
penso di no, o quanto meno non mi vedo capace di esserne co-autore; lascio la realizzazione ad altri.
potrei soltanto suggerire ad eventuali volontari l’inizio dell’Introduzione:
Non sappiamo neppure se durante i milioni di anni della preistoria le pestilenze esistevano oppure no: la dispersione delle popolazioni pre-umane o umane nel territorio fa propendere per il no (anche se anche nelle scimmie antropomorfe residue ogni tanto si diffonde qualche nuova malattia, e questo dovrebbe pur dirci qualcosa); l’ipotesi più probabile, considerando i tassi altissimi di mortalità infantile, è che gli uomini o gli umanoidi di allora vivessero in uno stato di pandemia strisciante permanente, cioè che la malattia fosse la condizione pressoché costante della vita umana. in ogni caso non potevano darsi epidemie a diffusione rapida e massiccia, per la mancanza di forti agglomerati umani.
La peste è dunque, come la guerra e la carestia, una delle innovazioni della civiltà. e da quando le civiltà esistono, periodicamente appaiono le pestilenze, la cui sede preferita sono le città o comunque i territori urbanizzati.
Ci sono periodi nei quali gli uomini ritengono di conoscere benissimo le loro cause e i loro rimedi; altri nei quali ammettono di saperne poco. Una regola empirica ricavabile dall’esperienza dice che quando gli uomini credono di conoscere la causa della peste, la peste miete più vittime.
Anche Omero sapeva benissimo da che cosa era stata provocata la pestilenza che al decimo anno di guerra aveva colpito l’esercito greco accampato attorno alle mura di Troia: Apollo, il figlio di Zeus e Latona, irato col re, / fece nascere una peste maligna nel campo: / la gente moriva, perché Agamennone, il figlio di Atreo aveva trattato malamente / Crise, il sacerdote; costui era venuto alle navi rapide degli Achei / per liberare la figlia, con un riscatto infinito,/ e aveva tra le mani le bende sacre ad Apollo che saetta lontano,/ intorno allo scettro d’oro, e pregava tutti gli Achei / ma soprattutto i due figli di Atreo, ordinatori d’eserciti: / “Figli di Atreo, e voi tutti, Achei schinieri robusti,/ […] liberate la mia creatura, accettate il riscatto, / venerando il figlio di Zeus, Apollo che saetta lontano”. / Allora gli altri Achei tutti acclamarono, / che fosse onorato quel sacerdote, accolto quel ricco riscatto. / Ma questo non piaceva in cuore al figlio d’Atreo, Agamennone, / e lo cacciò malamente, aggiungendo un comando brutale: / ” Che io mai ti colga, vecchio, presso le navi concave, / non adesso a indugiare, non in futuro a tornare, / che non dovesse servirti più nulla lo scettro o la benda del dio! / Io non la libererò: prima la coglierà vecchiaia / nella mia casa, in Argo, lontano dalla patria, / mentre va e viene al telaio e accorre al mio letto. / Ma vattene, non mi irritare, perché sano e salvo tu parta”. / Disse così, tremò il vecchio, obbedì al comando, / e si avviò in silenzio lungo la riva del mare urlante; / ma poi, venuto in disparte, molto pregò / il signore Apollo, che partorì Latona bella chioma: / “Ascoltami, Arco d’argento, / […[ se mai qualche volta ti ho eretto un tempio gradito, / e se mai ti ho bruciato nei sacrifici cosce grasse / di tori o capre, compimi questo voto: / paghino i Danai le lacrime mie con le tue frecce”. / Disse così pregando: e Febo Apollo l’udì, / e scese giù dalle cime d’Olimpo, irato in cuore: / aveva l’arco in spalla, e la faretra chiusa sopra e sotto: / le frecce sonavano sulle spalle dell’irato / al suo muoversi; egli scendeva come la notte. / Si postò dunque lontano dalle navi, lanciò una freccia, / e fu pauroso il ronzίo dell’arco d’argento. / Al principio colpiva i muli colpiva e i cani veloci, / ma poi mirando sugli uomini lanciava / la freccia acuta e di continuo le pire dei morti ardevano, fitte.
Noi siamo abituati a pensare che queste siano metafore letterarie; e invece no: al tempo di Omero era questa la spiegazione “scientifica” di una epidemia: l’ira degli dei. E infatti come si pone rimedio alla peste? Al decimo giorno della strage Achille convoca l’assemblea dei soldati e propone di consultare “un indovino, un sacerdote o un interprete dei sogni” perché spieghi la causa dell’ira di Apollo contro i Greci: ma nell’assemblea stessa c’è un indovino, Calcante, che subito prende la parola e prima si fa garantire la sua protezione; Achille gliela concede, “fosse anche contro Agamennone”, che è il capo della spedizione. Allora Calcante rivela che la vera causa non sono sacrifici ad Apollo trascurati, ma l’oltraggio fatto a Crise, il suo sacerdote; per provare a placare Apollo e fermare la peste bisogna restituirgli la figlia, senza riscatto, e sacrificare cento buoi al dio. Agamennone si piega alla rinuncia, molto dolorosa, perché Crisa gli è più cara, nel letto, della moglie Clitennestra, dice all’assemblea, ma pretende in cambio Briseide, la schiava di Achille; e questa è la premessa di tutta la storia successiva e del ritiro di Achille dalla guerra, che mette a rischio di sconfitto i Greci.
ma per quel che ci interessa qui, ecco una chiara e convincente spiegazione, in voga a quei tempi, dell’origine divina della peste; per la cronaca, una volta che Criseide è restituita al padre, in una piccola spedizione guidata da Ulisse, e questi prega Apollo di porre fine all’epidemia, ecco che il dio lo accontenta. interventi efficaci, dunque, visto che al dodicesimo giorno, la pestilenza che prima ha colpito gli animali e poi gli uomini, finisce. o almeno di questo è perfettamente convinto Omero e gli uomini del suo tempo, che lo ascoltano e condividono come certezza le sue spiegazioni.

ma poi si dovrebbero analizzare Tucidide, il Virgilio delle Georgiche che descrive la peste fra gli animali, qualche storico romano della decadenza che ci parli della peste antonina, Boccaccio che ci descrive la Peste Nera del 1348-49, e via dicendo…
ma ovviamente questa sarebbe soltanto una premessa: ma vale la pena di scriverla, se non ci sarà mai il testo vero e proprio?

(ovviamente, mi sono soltanto divertito, e chiedo scusa per l’invasione del tuo spazio… 😉 )

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gaberricci, Dolcemente viaggiare December 19, 2020

corpus2020 December 19, 2020 at 3:39 pm
ciao. mi hai fatto tornare a Tokyo, ovviamente, con la memoria di sei anni fa.
nella mia mente non c’è il ricordo del palazzo imperiale e infatti non l’ho visto, in una permanenza troppo fugace nella città. c’erano invece la Sky Tree e il Museo Nazionale, e i due monumenti erano anche molto più lontani fra loro, secondo me; e invece sono proprio solo due km, tra loro, anche se sembravano molti di più, camminando per arrivarci tra mille curiosità: una strada diritta attraversa il quartiere di Taito, a partire dal retro del Museo Nazionale e del parco di Ueno, fiancheggiando anche il tempio Senso-ji, ma non arriva direttamente alla torre; e questa, comunque, è impossibile non vederla, appena ti affacci sul fiume Sumida.
invece il palazzo imperiale è più distante e in una zona diversa: credo che il tuo viaggio mentale abbia confuso il Museo Nazionale col Palazzo Imperiale. solo in questo caso hai ragione tu e la piantina della Lonely Planet evidentemente: ma poi tutta questa parte di Tokyo è fatta di palazzi, impossibile trovarci villette a schiera.
e il monte Fuji? non sono riuscito a vederlo, nonostante lo desiderassi con tutte le mie forze e neppure dalla torre: c’era troppa foschia.
e la gente di Tokyo? rischiavi di visitare Tokyo senza la sua gente, che è la sua principale bellezza. ci ho perfino ballato con loro, in strada, in una processione religiosa…

https://maurobort48.wordpress.com/?s=Tokyo

certo, sono arrivato a Tokyo senza conoscerla prima; l’articolo che hai citato suggerisce un approccio culturale ricchissimo; ma ognuno trova viaggiando quello che cerca, e io ho trovato ingenuamente soprattutto la Tokyo delle feste popolari e degli spettacoli di strada… – viaggiando con la mente tu me ne hai fatto conoscere una diversa e riacutizzato il desiderio di tornarci, per scoprire qualche altra Tokyo; ti ringrazio.

gaberricci December 19, 2020 at 5:27 pm
“ma ognuno trova viaggiando quello che cerca”
Hai quasi colto il senso del post, con questa frase; io volevo più esattamente dire che ognuno trova viaggiando quello che ha (o che è), ma in fin dei conti non è corretto (come abbiamo detto altre volte) che chi scrive dia un’interpretazione di ciò che scrive.(Sei stato anche a Roma oggi? 🙂 )

corpus2020 December 19, 2020 at 9:32 pm
be’ in fondo c’è un legame stretto fra quello che cerchiamo e quello che siamo; anzi forse siamo proprio quello che cerchiamo.
non sono stato a Roma oggi per tutta la giornata, perché sono stato invaso da figlio e nipotini, che almeno spezzano per 36 ore il mio isolamento; ma ho provato a tornarci poco fa.
nulla mi restituiva il mio archivio informatico di quel mese che ci ho passato nel 90, fino a che, a sorpresa, ecco uscire da un posto dove non doveva essere un file, che è come uno scartafaccio informatico molto confuso e forse non completato, che però almeno restituisce la parvenza di quelle lontane cronache in versi, che avevo intitolato “uomini che non hanno bisogno del barbiere”.

Kikkakonekka December 19, 2020 at 8:35 pm – La solitudine all’interno di una delle metropoli più popolose del mondo.
Mi hai fatto venire in mente Matteo, il mio amico che ha fatto l’anno scorso il viaggio di nozze proprio a Tokyo. Le sue foto confermano quanto già si sapeva: le indicazioni stradali, così come le informazioni alle stazioni o alle fermate, sono tutte SOLO in giapponese, senza traduzione in inglese. Devi fidarti dell’intuito, o della guida Lonely Planet.

corpus2020 December 19, 2020 at 9:25 pm
ma non è affatto vero! “ho imbroccato senza problemi ogni volta la strada, perché la segnaletica è chiara e scritta dappertutto anche in inglese”, dalle cronache mie da Tokyo nel viaggio di sei anni fa, e ci sono anche le mie riprese: non credo che abbiano cambiato questo in sei anni.
il problema più grave piuttosto è che le piante stradali che trovi dappertutto hanno un orientamento diverso, con l’est in alto; e se non lo sai, impazzisci, perché la Lonely Planet non te lo dice.

Kikkakonekka December 19, 2020 at 9:47 pm
Haha, non lo metto in dubbio.
Ma il mio amico Matteo mi ha fatto vedere moltissime fotografie dove la grafia era solo in giapponese, come per esempio alla fermata della metro o quella dei treni.
Ma io non ci sono mai stato di persona, per cui mi baso su una esperienza non diretta.

gaberricci December 19, 2020 at 10:37 pm
Sono felice che comunque in questo contesto nessuno abbia citato “Lost in translation” :-).

impossibile! non l’ho visto – ma gaberricci non ha ancora cambiato le impostazioni standard wordpress della coda dei commenti sul suo blog e questo mi risulta impossibile postarlo da lui… ;-(

corpus2020 December 20, 2020 at 5:50 am
ahah, è veramente sconcertante; ti mando il link al mio video su Youtube sul mio arrivo a Tokyo; non hai bisogno di sciroppartelo tutto, perché nei primi 15 secondi trovi le immagini dei cartelli del metrò in caratteri giapponesi e occidentali; ma subito dopo vedrai che perfino qualche negozio ha le insegne in inglese.

poi, ovviamente nel resto delle indicazioni della vita quotidiana le scritte sono quasi esclusivamente in giapponese.
sai invece quale è il paese tra quelli che ho visto, dove le scritte in caratteri occidentali mancavano COMPLETAMENTE nelle città e dava un senso di straniamento simile? la Siria nel 2003.
ora, io non dubito della buona fede del tuo amico, ma non arrivo davvero a spiegarmi la sua affermazione, dato che non credo che i cartelli del metrò seguano criteri diversi in stazioni diverse. io poi non sono stato a documentare questo aspetto delle città giapponesi, perché lo trovavo normale – il che non toglie che il Giappone sia un paese tremendamente esotico, anzi il più esotico che io abbia mai visto, ma per altri aspetti.
una sensazione simile a me la diede Osaka, al mio primo arrivo in Giappone; e tuttavia, anche se questo secondo video descrive appunto soprattutto questo senso di disorientamento simile a quello che ha provato lui a Tokyo, riguardando le immagini, trovo che anche lì c’è una buona presenza di scritte in inglese. in questo video se vai al minuto 0:46 ne trovi addirittura una in italiano.

ciao!

Kikkakonekka December 21, 2020 at 8:47 am
Probabilmente Matteo, il mio amico, avrà trovato alcuni posti dove in effetti c’erano solo caratteri giapponesi, e magari nelle sue foto e nei suoi racconti ha voluto “marcare” un po’ la situazione.
Per farmi un’idea “mia” devo andarci io di persona. Chissà.

è indubbiamente la soluzione migliore; e all’inizio capiterà anche a Kikkanonekka di sentirsi completamente spaesato, come a me a Osaka, all’arrivo, e a non vedere neppure le poche indicazioni in caratteri europei, che pure ci sono. occorre comunque prepararsi un budget consistente, perché il Giappone è molto caro.

14 commenti

    • grazie a te, Manuel, di queste parole e più ancora di quel che fai.

      feste difficili: ricongiungimento familiare previsto con figlio e famiglia, saltato per una febbre del primogenito. niente di grave, sembra già passata, ma si vive nella tensione; e il nonno restò solo.

      aggiungi che Natale è anche l’anniversario della morte di mio padre, e che questa immagine dolorosa della sua agonia arriva sempre ad infiltrarsi nella testa, durante la giornata.

      spero che sia andata meglio a te (ma non ne sono sicuro).

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      • Mi dispiace molto, mi immagino quanto sia stato “duro” questo natale.
        Io l’ho passato lontano dai miei, che lo hanno passato lontano da mio fratello e quindi da soli. Triste.
        E ho aspettato invano la chiamata di mia figlia, che non è arrivata. Ti puoi immaginare.

        Per fortuna è passato, a me le feste iniziano a mettere tristezza…

        ti abbraccio!

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        • ti capisco benissimo e so bene che cosa si prova: io ho un figlio e due figlie (la seconda ad Abu Dhabi) e ho sclerato quasi da arteriosclerotico soltanto perché mio figlio mi ha poi spiegato che si era addormentato stanco e mi ha chiamato soltanto oggi.

          un abbraccio anche a te!

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      • Mi dispiace Mauro, quando è così, il desiderio è che finiscano presto. Tuo figlio verrà ,magari presto . 🤞
        La sofferenza dei ricordi torna puntuale. Le assenze definite si ingigantiscono. Due di tre figlie sono arrivate😍 Il giorno di Natale eravamo piuttosto sotto il numero indicato. Ieri meglio. Una figlia è lontanissima. Tiriamoci sù. Ho notato in compenso che abbiamo finito 2 litri di vino rosso. Una bottiglia di verdicchio e 1 di champagne, veramente in in gran parte,l’ho bevuta io . Mi sono sollevata lo spirito 😅✌️

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          • Mauro lo so ,che sei pieno di risorse , questo mi fa piacere😘 . Ho qualche dubbio sul tuo chiarirti e schiarirti .🤞Non so cosa ti sei chiarito e schiarito. 😉 Io sono contenta di avere ricevuto due figlie e famiglie . Anche se ieri pomeriggio ero proprio stanca è stata una ventata di gioia di vitalità e di affettuosità esternata . I bambini restano migliori sempre 😍. A volte da vecchi torniamo bambini. Raccontami un pochino di te ,dai…🧘🙅 Ti abbraccio 🐞

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            • ciao francesca, ho solo tentato un gioco di parole tra chiarito e schiarito, che era riferito allo stato d’animo.

              forse questo non è il luogo più adatto per confessioni personali – intendo il blog; ne faccio già parecchie, anche troppe – secondo i miei figli ; anche se poi evito accuratamente qui la dimensione mia più intima; semmai, altrove.
              in questo sono orso, e non a caso mi sono relegato tra le montagne; un orso girava in effetti a 4-5 km da qui soltanto l’anno scorso di questi tempi. poi se ne è andato e sono rimasto solo io…. 🙂

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        • Mauro ho finito di leggere tutti i post della tua settimana virtuale. Per me che amo tanto la natura e le persone ho trovato tanta ricchezza.
          La storia del frosone mi ha intenerito e rallegrato tanto.
          L’aquila reale e fantastica, è valsa la pena di restare abbastanza congelati? Da casa rispondo decisamente sì.
          I vari racconti e gli scambi approfonditi ottimi.
          Tokyo è una grande città ed io non amo affatto le grandi città. Ciò non toglie che si trova sempre ciò che di cerca per come si è.
          Mi attirano le città d’arte sempre. Amo i musei a cielo aperto.
          Grazie mille, ora dormo 😘

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          • che soddisfazione sapere che ci sei tu che leggi – incredibile! – anche questi post lunghissimi.

            però sono con te, io che li costruisco: ne vale la pena!

            solo una precisazione su Tokyo: non è UNA grande città, come si pensa (questa è Osaka, piuttosto, che è grande come Tokyo, e con Kobe, che sta attaccata e fusa assieme anche di più, ed è un incubo): Tokyo è un arcipelago di città diverse, medio-piccole, ben separate e distinte, con le loro diverse identità. potresti considerale quartieri, se non fossero così differenti fra loro, per cui passi dall’una all’altra come se stessi viaggiando nella Val Padana e Brescia, Verona, Mantova ecc. fossero soltanto accostate tutte fra loro senza km in mezzo.

            buon risveglio, ancora…

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            • Grazie adesso vorrei essere un orso bianco per trovarmi lontano dal troppo che mi opprime .
              O un’aquila e volare lontano ma non amo i rapaci .
              Scelgo la balena che viaggia libera negli oceani ! Lei non è un predatore né un rapace
              Bene per il tuo gioco di parole.
              Per Tokyo buono a sapersi . Provviste fatte. Buono..
              Grazie, buon pranzo quasi 🐞🙅

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              • colazione fatta, e abbondante, niente fame.
                solo di interazioni, di idee, insomma di quella che per me è la vita.
                non sono ancora uscito: questo blog riempie il mio tempo con tanti contatti e scambi.

                se fossimo orsi, saremmo in letargo,… 🙂

                liberati dal troppo che ti opprime, prima di tutto psicologicamente – ma predico bene e razzolo male: non è così facile come dirlo…

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  1. Carissimo Mauro ti mando il mio piccolo saluto.
    Ho letto solo una piccola parte del tuo riepilogo settimanale, non cerco scuse ho avuto un po’ da fare.
    La lavastoviglie non funziona,il motivo di questo disguido mi urta, la mia aiutante è ruspante ma molto “nerta” e non ascolta neppure le semplicissime consegne.
    Il mio forno non funziona colpa di un contatto .
    Ho un mini fornetto per cuocere un piccolo sesto di vincisgrassi.
    Detto ciò mi avvio a preparare un piatto forte fagioli con costarelle del mio famoso maiale salsicce e cotenne più le ossa e tanti fagioli tanti odori sedano carota cipolla pomodoro in salsa che ho fatto alla fine dell’estate.
    Oggi arriva la figlia da quei di Loreto.
    Saremo 8 senza contare la piccola S. La plus petite ,la mignon, tres joulie. A bientot mon amie….😘✌️🤸🙅
    Qui pioggia e foschia , non mi piace,pazienza
    PS Leggerò tutto con calma e attenzione ,sono certa che merita il mio tempo 🐞

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    • quando leggerai, e leggerai quando potrai e vorrai, incontrerai diversi blogger, questa è una feritoia da cui spiare il mondo che dicono virtuale, anche se i blogger che vedo io mi paiono terribilmente concreti.

      vedo che hai qualche transito zoodiacale infausto: Giove + Saturno non ti aiutano, ahah: meglio gli inconvenineti piccoli, comunque.

      pioggia e foschia? potresti fotografare anche tu la tua betulla nella nebbia!

      goditi la famiglia, tu che puoi: qui vari contrattempi hanno fermato tutti e io mi godo per così dire una solitudine che si fa dura nelle feste.

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