Rousseau? – 72

tra poco sapremo i risultati della consultazione degli attivisti a 5Stelle e la cosa curiosa è che, comunque andrà, potremo dire che il risultato sarà scontato:

scontato se diranno sì al governo Draghi per non lasciarlo in pasto alle destre classiche del paese e salvare davvero alcune cose sensate fatte in questi mesi,

ma scontato persino se diranno no, scommettendo sulla rovina del paese e dunque suicidandosi politicamente: Draghi ha detto cose di buon senso ed offerto una piattaforma perfino accettabile, a quanto se ne sa.

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ma il vero cuore del problema è che nessuno di noi può esprimere un giudizio sul governo fino a che questo non si presenta in parlamento con un programma e dei ministri.

non solo del programma abbiamo soltanto alcune anticipazioni (positive, peraltro), ma non sappiamo ancora un punto essenziale: ci saranno ministri politici o meglio politicanti, oppure no?

l’unica anticipazione, secca, di Draghi è che li sceglierà assieme al Presidente della Repubblica e non li contratterà con i partiti: così dice la lettera della Costituzione, calpestata da sempre.

e sarebbe già entusiasmante se si rompesse questa tradizione della prima e della cosiddetta seconda repubblica, dando un segnale forte contro le cricche che si definiscono partiti e che si sono precipitate ad un sostegno bipartisan perché sperano che non gli sfugga di mano la torta dei finanziamenti europei.

ma, in assenza di conferme su questi punti, che senso ha una consultazione preventiva? è soltanto un confronto di pregiudizi.

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è la politica italiana, da tempo ridotta a spettacolo, col concorso di nani e ballerine, dove imitatori e caratteristi orientano le simpatie e le antipatie di un pubblico chiamato soltanto a sghignazzare.

perché l’essenza della politica di destra è proprio questo, ridurla a chiacchiera di ciancoli, come si dice in bresciano, di persone senza competenza, senza informazione e perfino senza voglia di farsela: popolino o popolo bue, buono per tutti gli usi, per quanto possa muggire forte.

insomma, questa obiezione è definitiva: non puoi votare su una scelta che ancora non c’è, ma che verrà compiuta anche in base alla scelta che farai tu: siamo in un perfetto meccanismo da comma 22.

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ma anche tutte le critiche della cosiddetta base 5stellata sono giuste: il quesito è tendenzioso, non è prevista l’astensione, la scelta è vaga, la domanda è formulata in modo da indicare già la risposta.

OK, tutto vero, tutto giusto: ma sarebbe possibile diversamente?

no, qualunque variante porrebbe di fronte alla questione irrisolta: chi fa la domanda condiziona la risposta – come del resto sanno benissimo i sondaggisti che avvelenano l’informazione.

quindi…

quindi la democrazia diretta telematica non è possibile, è una contraddizione in termini (ma forse qualunque forma di democrazia diretta, se trasformata in plebiscito).

se tu preventivamente riduci il cittadino votante a singolo e lo chiami a votare su un oppure un no, la tua democrazia è soltanto apparente: la democrazia vive solo in situazione concreta, nel vivo di una discussione di gruppo, dove la scelta passa attraverso l’identificazione in una comunità.

e lo sapeva bene il più grande teorico della democrazia moderna, Rousseau.

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diciamo dunque un grande grazie a Rousseau che oggi seppellisce la piattaforma Rousseau che ha preteso spudoratamente di agire in suo nome, mentre in realtà faceva il contrario ed è uno strumento di condizionamento, controllo e dominio.

qualcuno ha confuso Il contratto sociale col controllo sociale.

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post finito di scrivere oggi 11 febbraio alle ore 17:59.

8 commenti

  1. Ma questo è un altro passaggio del menga, come quello delle consultazioni già fatte, definibili correttamente spartizioni. La democrazia vera, come ricordi, ha altra forma e sostanza.
    Concordo su tutto! Non so perché abbiano definito questo calderone piattaforma Rousseau. Rousseau non è d’accordo.
    Grazie Mauro ✌️🙅

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    • veramente, più che preoccuparmi di chi non l’ha capita, io mi preoccuperei di quelli che pensano di averla capita…, caro Manuel 😉

      scusa se mi dilungo, ma il testo era questo; dicono che l’ha scritto Crimi, ma allora è meglio di Totò:
      Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?

      Sei d’accordo che – che razza di italiano è questo? non bisognava dire “approvi”? ma la domanda, formulata così, è tendenziosa e prefigura la risposta –
      il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico – che vuol dire? come puoi mettere affiancati con un trattino due termini opposti? – e poi: sostenga, che non a caso fa rima con del menga.
      : – due punti! due punti! sembra, oppure no, Totò che detta la lettera? –
      che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologicasuper-ministero? – preveda: nella sfera di cristallo?
      e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, – virgola! – difenda!
      con le altre forze politiche? cioè, se la sintassi non è un’opinione, i risultati il movimento li ha raggiunti con le altre forze politiche; bisognava anticipare il concetto nella frase – e quali forze politiche?
      indicate dal presidente incaricato Mario Draghi– ma non tocca al presidente incaricato indicarle, tocca a loro decidere se appoggiare il governo oppure no.

      siccome il quesito è abbastanza privo di senso preciso e si capisce solo vagamente dove vuole andare a parare, anche la risposta è priva di senso preciso….

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