periodo di interventi miei fuori blog più breve, ma misura dei dialoghi in fondo standard: ci trovate 1. marcopie sui bias cognitivi (ma è un intervento mio fuori blog solo in apparenza, perché l’ho postato solo qui); la prosecuzione della discussione con 2. chiedoaisassichenomevogliono su arte e impegno politico; il mio commento ad un bel pezzo di 3. massimolegnani sullo stato che precede la nascita; e poi 5. inerro.land, 6. Francesca e 4. Mădălina lu’ Cafanu.
nessun rinvio, invece questa settimana a nuovi post su bortoround, perché lì sto semplicemente risistemando post già scritti e pubblicati; del resto la scoperta casuale di una specie di registro delle riprese del 2004-2005 mi ha dato la misura di quanto sia andato perduto.
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mi prendo invece lo sfizio di provare a fare pubblicità al mio tentativo di dieci anni fa di cominciare ad organizzare i versi scritti fino a quel momento, poi abbandonato per la piena consapevolezza della modestia di quel che ho prodotto in questo campo nell’arco della mia vita: si tratta di una prima ristretta raccolta di versi, in ordine cronologico inverso, richiamati attraverso i link ai post dove vennero pubblicati:
BERTOLAURO, VERSI DAL 2011 IN SU
– 1. ANNI SENZA POESIA – 2011-2010.
-1. a Merano, 11 febbraio 2011
-2. l’ultimo sguardo di Samir, 23 gennaio 2011
-3. Stuttgart 21, 23 novembre 2010
-4. anonimo per due amanti afgani, 17 agosto 2010
-5. epitafios per Stefano Cucchi, 1 maggio 2010
-8. il silenzio delle parole, 24 febbraio 2010
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ed ora eccoci alle piacevoli conversazioni di questi ultimi giorni:
6. Francesca, … E poi maggio 6, 2021
Si dissolve il giallo
all’ossequio delle spighe
Ora è silenzio
E vacilla la notte
Per un pretesto
corpus2020 maggio 6, 2021 alle 8:32 am
mi sono fermato ai primi cinque versi: è un haiku, perfetto o quasi anche nella misura o metrica, mi pare. – gli altri cinque versi non sono un secondo haiku, anche se il numero torna… 😉
Francesca maggio 6, 2021 alle 9:10 am
Non è un haiku non ho calcolato niente e come la notte mi parlava… Né luna in cielo, ciao
corpus2020 maggio 6, 2021 alle 4:20 PM
le cose che ci riescono meglio sono sempre quelle che facciamo senza saperlo 🙂
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5. inerro.land, Una finestra aperta sulla Natura H24 / A 24/7 open window on Nature 3 maggio 2021
corpus2020 3 maggio 2021 alle 21:53
grande!
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inerro.land, Piano piano… / Slowly, slowly… 5 maggio 2021
corpus2020 5 maggio 2021 alle 21:29
strano, però: quindi il raffreddamento 2021 non è locale, ma quantomeno continentale! – e c’entrasse la riduzione dell’attività solare, da tempo segnalata?
inerro.land 6 maggio 2021 alle 19:33
Non lo so, Mauro, so solo che fa freddo e sono stanco di indossare la calzamaglia 🤣🤣🤣
corpus2020 6 maggio 2021 alle 20:13
🙂 🙂 🙂
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4. Mădălina lu’ Cafanu, Museo di Archeologia dell’Università di Pavia: autopsie virtuali delle mummie 3 maggio 2021
corpus2020 3 maggio 2021 at 22:48
molto interessante, Mădălina, ma il link per l’iscrizione nella pagina del sito non funziona,
Mădălina lu’ Cafanu 3 maggio 2021 at 22:56
Visto.. ci sarebbe ancora tempo fino al 11 maggio 😄
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3. massimolegnani, appena prima di nascere 3 maggio 2021
corpus2020 3 maggio 2021 a 17:15
ecco delle sensazioni meravigliose che non vivrò mai.
pochi istanti prima della mia nascita, che si era prospettata come difficoltosa, i medici, auscultando, osservarono che il mio cuore non batteva più e dissero a mia madre che ero morto, preparandosi ad estrarmi cadaverino col forcipe (di cui ho ancora le cicatrici sulla testa).
ma io ostinato non volevo perdermi l’esperienza, evidentemente.
questo mi ha riservato la ripetizione periodica, durante la mia vita, di questa cupa scena iniziale, con qualche arresto cardiaco, a volte breve, a volte un po’ più lungo, che mi regala la ripetizione dell’angoscia estrema che fu per me il venire al mondo.
che non smette per questo di incuriosirmi ed affascinarmi, per cui sono pur sempre grato alla mia testardaggine inziale.
massimolegnani 3 maggio 2021 a 18:07
straordinaria e suggestiva la tua esperienza e il reiterarsi delle drammatiche alterazioni del ritmo cardiaco che ti riportano ogni volta allo scenario iniziale.
ti sono grato per il tuo intervento
ml
corpus2020 3 maggio 2021 a 21:57
grazie.
ovviamente io non sono consapevole di ritornare proprio a quel momento, questa è una specie di interpretazione che me ne sono dato; è un’esperienza che mi fa come vivere in una specie di consapevolezza dell’eterno presente.
massimolegnani 3 maggio 2021 a 22:44
sì, sì, la intendevo anch’io in questo modo non consapevole, diciamo una suggestione che quando il tuo cuore fa le bizze ti riporta a quanto ti è successo alla nascita.
un saluto
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prosegue la discussione su arte e trasformazione del mondo, avviata già in modo consistente e riportata per la prima parte qui: fuoriblog dal 24 aprile al 2 maggio 2021 – 182
2. chiedoaisassichenomevogliono, Riservato ai clienti 2 maggio 2021
corpus2020 3 maggio 2021 alle 7:28
[…] non vorrei ora approfittare troppo della tua ospitalità cortese […]
chiedoaisassichenomevogliono 3 maggio 2021 alle 9:12
Non approfitti affatto, mi fa piacere leggerti e dialogare con te è estremamente stimolante. L’unico rammarico è doverlo fare nelle strette condizioni del mezzo. Ma come si dice in questi casi, mi casa es tu casa.
Derubrico a questo la citazione relativa al Manifesto che era voluta e ricercata, al di là delle biografie di chi lo ha redatto, poiché, a distanza di quasi cento anni, si discute ancora della libertà delle scienze e dell’arte. Ne avevo volutamente tagliato la chiosa poiché non credo che si instauri un “Ordine nuovo” semplicemente sostituendo alle armate i pennelli. Forse si può provare a far scorrere meno sangue, ma il concetto di instaurazione di un sistema per volontà di una ristretta cerchia, ancorché si voglia attribuire a quella un’aura di illuminazione, è pur sempre dall’alto, dunque non promette bene.
Per il resto sono convinto che l’arte (intesa anche in senso molto lato, includendo in essa la ricerca incessante della bellezza come bisogno essenziale della condizione umana) debba essere libera perché se è tale può essere una (e sottolineo “Una”) delle componenti che promuovono dal basso un cambiamento sociale che, tutt’altro che doversi instaurare, rappresenta un percorso lungo, complesso ed articolato, forse senza fine.
Penso, come avrebbe proposto Sciascia, che un processo rivoluzionario di quel tipo e dal basso, con una rivolta morale e collettiva, sia irrinunciabile, ed al contempo altamente improbabile. L’arte e le scienze, pure la filosofia, non sono libere nei regimi totalitari e nelle dittature poiché costruite ad immagine e somiglianza del potere, funzionali a quello e non certo al benessere delle masse; nei sistemi liberali e democratici, al contempo, devono rispondere alle compatibilità sistemiche ed economiche. Non ne è vietato l’esercizio esplicitamente, ma ne è resa invisibile la produzione con la sottrazione degli spazi al di fuori di quelli caritatevolmente concessi dalle economie.
Mi dilungo un attimo anch’io con una piccola nota autobiografica. Ho studiato le scienze esatte e le ho praticate sinché mi è stato consentito di farlo, pur tra innumerevoli difficoltà, nel cosiddetto meandro della ricerca di base non finalizzata ad esigenze altre nemmeno in condizioni di eterodirezione. Non ho rimpianti. E mi sono a lungo occupato di arte, ammetto con più di qualche vantaggio economico rispetto all’oggi. Ma sono divenuto pennivendolo e klikker a cottimo, sinché il mio reflusso gastroesofageo non mi ha indotto a smettere, a dare un taglio netto a quell’esperienza, senz’altro peggiorando notevolmente il mio tenore di vita (faccio l’insegnante ormai da molti anni, e si sa quanto il mio ruolo sia riconosciuto anche economicamente), ma riconciliandomi con la mia immagine riflessa allo specchio.
Ho smesso di scrivere per anni, di fotografare non se ne parlava, avendo persino svenduto ed in buona parte regalato tutta la mia attrezzatura.. Non dipingo più da tempi immemorabili. Oggi riprendo queste cose, attraverso queste pagine, consapevole che innanzitutto e finalmente, posso farlo come mi pare, elevando la mia condizione al livello più basso (mi piacciono gli ossimori), che è la consapevolezza definitiva e rasserenante di essere nessuno.
E grazie a te per lo stimolo che dai con le tue argomentazioni.
corpus2020 3 maggio 2021 alle 17:03
l’approdo di questa discussione, forse finale, forse no, è che adesso mi riconosco pienamente nella tua visione dell’arte, che non deve porsi forzatamente al servizio di chissà quale rivoluzione calata dall’alto, ma continuare a corrispondere alla sua natura originaria di libera esigenza espressiva e creativa: la consapevolezza, e più ancora l’accettazione, dell’artista di non essere nessuno la riporterà al ruolo suo di manifestazione dei processi culturali e sociali in corso, senza nessuna pretesa di fare da guida.
questo permette una parallela nota biografica: per tutta la mia vita, indubbiamente giunta alla sua fase conclusiva, la scrittura e l’attività creativa sono state una dimensione parallela, ma oscura perché strettamente privata, rispetto ad una attività pubblica che si svolgeva comunque nel campo della formazione, per qualche periodo anche dell’informazione e comunque in quella che chiamiamo cultura. – dalla scoperta del blog come strumento di comunicazione abbastanza appartato, avvenuta nel 2005, questa riflessione è continuata, in forma molto più intensa, per l’intensità delle corrispondenze e dei rimandi richiesti da questa relativa pubblicità, attraverso i successivi strumenti di questo tipo che mi sono costruito e messo a disposizione, senza altro scopo che di esprimermi, gratificando me stesso; tutto questo sembra condannare il mio pensiero e la mia attività ad una irrimediabile dispersione e ad uno spreco, che spesso mi viene rinfacciato da qualcuno e anche da una ostinata voce residuale interiore che non ha pienamente accettato il discorso semi-buddista della necessaria insignificanza.
ma credo che proprio l’accettazione della propria insignificanza sia il tratto caratteristico e fondante dell’arte e del pensiero del futuro, pure consapevole del rischio di erigermi, dicendo così, anche io in qualche modo a teorico che vuole dire all’arte che cosa deve fare.
chiedoaisassichenomevogliono 3 maggio 2021 alle 17:25
Comunque, a quanto pare, anche un blog può dare un contributo, e se due soggetti distanti per esperienze riescono a comunicare, persino a convergere in molti punti, non sarà ancora la piazza (l’Agorà, per intendersi, intensa e partecipata), è credo, cosa eccezionale, come dire, forse non tutto è perduto. L’argomento è talmente vasto, pressoché inesplorato, che immancabilmente ci toccherà tornarci. E comunque grazie perché è stato stimolante.😉
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1. marcopie, I bias cognitivi e l’abisso di Nietzsche 3 maggio 2021
in questo post, molto stimolante, come sempre, l’autore si interroga sui bias cognitivi (la tendenza della nostra mente ad auto-ingannarsi con interpretazioni di comodo della realtà, come li definisce lui) e attribuisce loro una utilità biologica come comportamento in grado di facilitare la sopravvivenza di individui e gruppi che finisce col fissarsi ed essere tramandato alla discendenza.
la scienza, secondo lui, nasce come rimedio ai bias cognitivi e come ricerca di una conoscenza oggettiva.
ma se fosse così, quindi, la scienza contrasterebbe dei meccanismi psicologici creati dalla selezione naturale per il mantenimento in vita più facile della nostra specie.
però forse la scienza, viceversa, è un’espressione più perfezionata di un diverso bias cognitivo, cioè della convinzione che il mondo sia interpretabile razionalmente; bias cognitivo specifico di particolari culture soltanto, peraltro.
non è difficile vedere in questo modo di pensare, ma diciamo pure in questo bias, la prosecuzione di quell’altro più arcaico, che attribuisce la nascita del mondo ad una divinità che agisce in modo umano e che avrebbe creato il mondo per l’uomo.
mi si potrà obiettare che è proprio la forma di pensiero scientifica che distrugge questo modo di pensare più elementare, ma resta da dimostrare che la fede nella razionalità ed interpretabilità del mondo, così radicata negli scienziati, sia qualcosa di essenzialmente diverso.
totalmente condivisibile, invece, è quello che marcopie (Mammifero bipede) dice sul cosiddetto ‘Bias di Proiezione’, cioè sulla convinzione che gli altri condividano i nostri stessi desideri ed aspirazioni: superarlo significa dover accettare che il mondo presente è il combinato delle volontà di miliardi di individui non necessariamente simili a noi, e che trasformarlo (in quello che per noi è ‘meglio’) può risultare impossibile.
per puro caso, questa considerazione si inserisce benissimo nella discussione con chiedoaisassichenomevogliono, che riporto giusto qui sopra.
però a me pare che essa, più che rispondere a una qualche utilità biologica, dipenda semplicemente dai limiti del nostro hardware interno, e temo che questa considerazione possa applicarsi ai bìas in generale, anche se alcuni poi vengono impiegati effettivamente a questo scopo.
la nostra intelligenza, anche se così superiore a quella degli altri animali, almeno a quanto crediamo, è poi limitata da insuperabili limiti fisici di sostenibilità del cervello in un organismo biologico; secondo alcuni studi, in effetti, è difficile pensare ad una ulteriore espansione; già oggi il cervello assorbe per il suo funzionamento il 25% dell’energia che il nostro organismo produce e inoltre, aggiungo, ha un bisogno particolarmente di zucchero, che però è deleterio per il resto del corpo: diabete!
il cervello, dunque, ha bisogno di semplificazioni enormi per poter gestire i dati che la realtà gli mette a disposizione, e i bìas sono lo strumento principale che agisce in questo senso, probabilmente – a parte altre forme di semplificazione che operano proprio fin dall’ingresso dei dati, ad esempio attraverso la percezione distesa del tempo come misura che scorre.