Tiresia e la sessualità femminile – 299

Tiresia, figlio di un nobile di Tebe e di una ninfa, fu il padre di Manto, la maga che fondò Mantova ed aveva pure lei, come il padre, la capacità di prevedere il futuro; naturalmente sempre che voi crediate a quella raccolta di autentiche sciocchezze che fu la mitologia greca.

era cieco e sembra, secondo un certo modo di raccontare la storia, che la sua cecità fosse la punizione per avere visto, senza volerlo, nuda, mentre si faceva il bagno, Atena, che lo castigò in modo alquanto irragionevole, ammettiamolo, per essere la dea della Ragione.

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ma stiamo parlando di dei greci; figuratevi che, in un’altra versione della storia, invece, le cose erano andate così: un giorno il re dei medesimi, Zeus, si mise a discutere con Era, sua moglie, se nell’atto sessuale provasse più piacere l’uomo o la donna e, fosse generosità o altro, Zeus sosteneva che fosse la donna; ed Era, invece, il maschio.

avevano tutte le possibilità di verificare dal vivo, considerando che erano marito e moglie, o quanto meno avrebbero dovuto averne cospicui indizi visto che qualche volta l’amore lo facevano anche loro, tra l’una e l’altra scappatella erotica di vario genere che Zeus praticava ampiamente.

invece pensarono di rivolgersi a Tiresia, ma non perché era indovino, per un motivo più banale, a volerlo definire così.

Tiresia infatti, quando ancora ci vedeva ed era un giovane pastore che pascolava pecore su un monte, e in poche parole non era ancora diventato Tiresia, vide due serpenti che si stavano accoppiando: la stessa scena capitata a me mentre stavo con i nipotini la settimana scorsa, e chissà che questo post non sia nato inconsciamente per questo.

da sessuofobico quale credo che fosse Tiresia, ma io non sono, uccise la femmina, e fu anche molto bravo a capire quale fosse dei due!

e subito, per punizione divenne femmina anche lui; e fu femmina di facili costumi e briglia sciolta, si direbbe, visto che ebbe modo di accumulare una ricca esperienza sessuale.

ma sette anni dopo ecco che la femmina Tiresia incontrò di nuovo due serpenti in amore – e io che credevo che un’esperienza simile fosse abbastanza straordinaria e potesse capitare una volta sola nella vita! -, ma questa volta Tiresia al femminile uccise il maschio, ritornando maschio a sua volta e riprendendo a vivere i piaceri sessuali del maschio.

ecco perché l’augusta coppia regale degli dei dell’Olimpo lo convocò per risolvere la sua disputa, e il buon Tiresia spiegò loro che se si potesse dividere la potenza di un orgasmo condiviso in dieci parti, nove spetterebbero alla femmina e una soltanto al maschio, anche se questo si considera superiore.

diede quindi ragione a Zeus e torto ad Era, che si sentì tradita.

infatti lo sapeva benissimo già anche lei, ma non voleva che si sapesse in giro; e quindi per punizione rese cieco Tiresia: per impedirgli, probabilmente, di trovare un’altra coppia di serpenti intrecciata e diventare femmina di nuovo e per sempre.

Zeus comunque gli diede in cambio una vita lunga sette generazioni e la capacità di prevedere il futuro.

fu Tiresia infatti che incontrò Edipo e gli rivelò il suo destino, a cui lui cercherà invano di sfuggire: uccidere suo padre ed accoppiarsi con sua madre: l’inizio del ciclo funesto di Tebe.

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ecco dunque che la cecità di Tiresia punisce e limita la sua conoscenza: avendo vissuto sia da maschio sia da femmina, Tiresia ha sperimentato un segreto che non si deve conoscere, perché destabilizza i rapporti uomo – donna e rivela la superiorità della donna nella capacità di godere.

superiorità che in realtà la rende più fragile e che dunque, a nome di tutte le donne, Era non può accettare che si sappia.

il mito connette Tiresia ad Edipo e ne fa il simbolo di una sessualità, come potrò definirla? ambigua? ambivalente? reversibile? Tiresia è transessuale due volte, perché transita dal ruolo maschile al femminile e viceversa.

la sua figura, quindi, non poteva non attirare la riflessione di Freud, che tuttavia rimase irrisolta.

in Tre saggi sulla teoria sessuale, del 1905, Freud arrivò ad affermare: “Ogni persona (…) rivela una combinazione di attività e passività”, ma lo fece in una piccola nota a piè pagina; per il resto confermò le tradizionali equivalenze maschio-attivo e femmina-passiva e disse che il coito riproduttivo eterosessuale è il fine ultimo a cui tende il processo della maturazione psicologica.

fu proprio in quest’opera che Freud teorizzò l’esistenza nella donna di due forme di orgasmo, quello clitorideo e quello vaginale, e considerò che una donna diviene realmente adulta sessualmente quando abbandona la prima forma di orgasmo a favore del secondo, cioè in pratica cancella l’elemento più attivo e maschile della sua sessualità per assumere un ruolo puramente recettivo e pienamente femminile, come da copione prescritto.

peccato che la ricerca successiva abbia dimostrato che un orgasmo vaginale non esiste, nonostante un tentativo abbastanza recente di reinventarlo con la teoria del punto G o punto Grafenberg, sulla parete vaginale, altrettanto fantomatico.

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come in tutta la sua opera, Freud non riesce a distinguere tra i valori della borghesia del suo tempo e la morale sessuale dominante nel suo tempo e la condizione “naturale” dei sessi; non vede che considera biologia quella che è cultura, e che le basi della sua analisi psicologica dipendono strettamente dall’ambiente sociale e culturale in cui vive: che fine farebbe il complesso di Edipo in una società matriarcale fondata sulla poliandria, ad esempio?

vi è un solo valore universale di etica sessuale comune a tutte le culture umane, ed è il rifiuto denso di orrore dell’incesto (che pure non riesce ad impedire del tutto che l’incesto, comunque, a volte si consumi).

solo nel 1938, alla fine della sua riflessione, nel Compendio di psicoanalisi, Freud ritornerà prudentemente e sempre per un vago accenno a quella intuizione iniziale che aveva subito abbandonato perché troppo eversiva: “Per distinguere il maschile dal femminile ci serviamo di un’equazione palesemente insufficiente, di natura empirica e convenzionale. Tutto ciò che è forte e attivo lo chiamiamo maschile, tutto ciò che è debole e passivo femminile. Il dato di una bisessualità rilevabile anche a livello psicologico pesa su tutte le nostre scoperte e ne rende più difficile la descrizione”.

Tiresia dunque come simbolo non tanto di transessualità quanto di bisessualità; del resto la ricerca medica successiva conferma la compresenza degli ormoni tipicamente maschili e femminili sia nel maschio che nella femmina, sia pure ovviamente in proporzioni diverse, e dunque una certa prossimità possibile dei ruoli sessuali.

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Tiresia dunque come mitico scardinatore del preconcetto che vuole la donna sessualmente passiva nel coito; dentro quella passività apparente, sta invece una potenza erotica dirompente che in nessun caso deve essere rivelata, perché rimette in discussione la gerarchia dei sessi.

ecco dunque l’enigma dell’orgasmo femminile, tipico della specie umana, ma sconosciuto altrove in natura.

le galline del mio pollaio, montate dal gallo fulmineamente, se lo scrollano di dosso in piena indifferenza dopo che lui si è soddisfatto, come una triste incombenza della natura; l’orgasmo femminile è sconosciuto anche tra i mammiferi e perfino nelle scimmie antropomorfe che ci sono più vicine geneticamente; come spiega Desmond Morris nelLa scimmia nuda, è una innovazione della nostra specie.

e come negare l’evidenza della maggiore disponibilità della donna a provarlo e ripeterlo anche a breve distanza di tempo, mentre il maschio, spesso esausto, ha bisogno di tempo per riprendersi?

dunque il maschio umano deve confrontarsi con questa esperienza sconcertante che il maschio di nessun’altra specie fa: una femmina che condivide il suo piacere e non è semplice oggetto di un desiderio monocentrico.

ma in questo modo, il maschio non si femminilizza almeno un poco?

si può sospettare perfino che tutta l’intelligenza umana, tutta la solidarietà verso gli altri, il nostro senso della bellezza e dell’arte abbiano la loro radice ultima qui, nel piacere condiviso di una coppia che si ama.

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però, detto questo, un orgasmo condiviso tra uomo e donna non significa necessariamente un orgasmo dello stesso tipo: vi è una differenza, quella di cui discutono Zeus ed Era e che Tiresia è chiamato a spiegare.

qual’è dunque il segreto dell’orgasmo femminile?

invece di chiederlo a Tiresia, si può provare a scoprirlo nel corso dell’esistenza maschile stessa attraverso l’invecchiamento, che progressivamente riduce la produzione degli ormoni maschili nel maschio e avvicina, nel corpo che invecchia, gli equilibri ormonali a quelli femminili, almeno in parte.

ed ecco che anche il maschio invecchiato si avvicina, per esperienza diretta e non per sentito dire, al segreto della sessualità femminile, almeno nella nostra cultura.

la donna infatti ha un controllo molto maggiore della propria sessualità dell’uomo, che è in genere più sottoposto alla potenza degli impulsi ormonali, molto più aggressivi e destabilizzanti.

nella donna il desiderio ha sempre un fondo potentemente psicologico e si inserisce in un quadro di scelte di vita organico; la donna riesce a desiderare il rapporto con un uomo per quello che lui rappresenta e per lei l’aspetto fisico ha un ruolo più secondario.

per l’uomo, parlando sempre in generale, e senza escludere eccezioni, l’aspetto fisico ha un ruolo determinante nel desiderio sessuale.

questo almeno fino a che gli ormoni esercitano la loro azione in maniera preponderante.

per il maschio un rapporto costruito su basi esclusivamente psicologiche è molto raro, anche se questo non significa poi certo escludere l’importanza di una buona relazione psicologica.

. . .

uomini e donne amano e desiderano in modo profondamente diverso, e un uomo riesce a capire come desidera una donna solo quando l’età lo ha femminilizzato almeno un poco.

però, diciamolo chiaro: prima non gli interessa neppure troppo come una donna lo ama, purché si lasci amare.

quanto alla donna, temo che non potrà capire le forme del desiderio maschile mai.

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10 commenti

  1. Gaber buongiorno trovo molta verità e buon senso sui tuoi interventi. Personalmente credo che la mia vita in Francia, per diversi anni , non continuativa ma lunga, in paese davvero laico e molto più aperto del nostro ,con un compagno aperto e sensibile mi abbia dato modo di superare diversi tabù frutto di un’educazione cristiano cattolica dove tutto è peccato. Sinceramente la società italiana mi pare diversa, in generale è chiaro. Poi nella conoscenza specifica è possibile uscire da schemi rigidi, direi insopportabili. Grazie

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  2. Coucou Mauro terzo e ultimo tentativo accidenti non so se si tratti di magia o di stregoneria… Sta di fatto che stanotte ho tentato a lungo di rispondere ma non avevo la possibilità di pubblicare il commento, tra l’altro lungo …
    Allora bella l’immagine dei due serpenti che si accoppiano. Ermafroditi?! Ma io sceglierei di no.
    La donna che racconti, per me non esiste…😃.
    Desidero conoscere chi sollecita le mie fantasie erotiche. Inizialmente basta l’interesse psico-intellettuale il fascino della corrispondenza, che naturalmente non è solo teoria ma è comunque un rapporto umano.
    Se e quando avverto il desiderio fisico penso alla persona reale e a stare in contatto con il lui.
    Il rapporto fisico con amplesso e orgasmo da un senso di spossatezza e la necessita di riposare un po’ godendo di momento di soddisfazione.
    L’uomo può avere un crollo più forte, è naturale che si riposi.
    La donna non ha bisogno ne desiderio di ricominciare tanto meno subito.
    Questa storia dei dieci orgasmi mi sembra una barzelletta. 😃 Non ne so nulla.
    Sia la donna che l’uomo includono parti attive e passive non fosse altro che per una questione ormonale.
    Affascinante i miti Tiresia ecc… ma se due hanno desiderio di stare insieme cosa se ne fanno di certe storielle?
    Un ragazzo o comunque un giovane ha bisogni impellenti sta nella natura e credo che possa accettare molteplici “soluzioni”
    Non so proprio come fai a concludere con una presunta verità assoluta… Bo questa mi scappa da un fianco.
    Mi verrebbe voglia di ripetere questa sorta di formula più che da mago direi da uomo piuttosto sfiduciato.
    La donna poi può avere un fascino potente, certo!!! Pure l’uomo e ci mancherebbe il contrario…
    Spero di” averti accontentato”.
    Certamente post sulla sessualità e sull’amore è gradevole.
    Ah dimenticavo per la vagina direi che vale la pena di stringere il rapporto magari anche sperimentare un po’ , soprattutto confrontarsi nei momenti di incontro… sperando che non siano affatto frettolosi 😃. Uauhhhh
    Grazie amico❣️ buona domenica🐞

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    • Francesca, non vuoi ascoltarmi: quando lavori su una connessione instabile che ti brucia i commenti, scrivili sul computer in word, salvandoli ogni tanto; ti resteranno, anche se la connessione internet cade e perfino se ti si spegne di botto il pc perché salta la corrente; poi quando li hai finiti, copi e incolli sul blog e spedisci….

      non mi risulta che i serpenti fossero ermafroditi, come ti salta in mente? primo non credo ce ne siano molti in natura, ma secondo e più importante, il mito stesso crollerebbe.

      non ho molti dubbi sul ruolo molto meno importante dell’aspetto fisico dell’uomo nella sessualità femminile (almeno quella tradizionale che ho conosciuto io; poi, considerando il mio aspetto fisico modesto, altre forme di sessualità femminile mi sono rimaste più estranee, ahaha).
      ricordo una carissima amica, Teresa, Lotta Continua, che aveva un marito giovane, bell, intelligente, compagno di lotta, e lo piantò per andare a mettersi con Claudio, ben più vecchio di lei, brutto di natura e perdipiù deturpato da un incidente e parzialmente mutilato. lei si era innamorata di lui, perché – credo – lui era un uomo molto intelligente, di rilievo nazionale, ma anche cinico e freddo; e la mollò a sua volta, dopo qualche anno, e lei quasi subito morì di cancro, ed era ancora giovane, sempre molto bella terribilmente affascinante. ecco l’esempio di quello che intendo per mdo di amare femminile o, se vuoi, sessualità femminile. le donne spesso si innamorano del potere che l’uomo ha, e il corpo dell’uomo è uno strumento secondario per comunicare con la sua mente, secondo me, per loro.

      la storia di Tiresia è molto bella, come quasi sempre i miti greci, secondo me; c’è bisogno di qualcos’altro, per prendersi il piacere di raccontarla?
      e poi, mi accorgo adesso: Tiresia, Teresa; in qualche modo collegati fra loro?

      la battuta finale? una piccola provocazione. però fondata su un fatto indiscutibile, credo. dal punto di vista ormonale, la donna è un mix equilibrato, e l’uomo un mix squilibrato. perdendo via via negli anni la componente ormonale virile in tutta la sua forza, l’uomo può avvicinarsi (malamente) al mix equilibrato femminile; la donna no, non potrà mai vivere di un eccesso di ormoni virili, quindi non potrà mai capire, per conoscenza diretta, la sessualità maschile; le resterà sempre una specie di sentito dire. così come è per l’uomo la sessualità femminile, finché lui è giovane e… ormonalmente squilibrato.

      ciao!

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  3. So di per certo che almeno in alcune scimmie antropomorfe (i bonobo, ad esempio) l’orgasmo femminile esiste, e credo sia così anche per alcuni altri mammiferi, ma non ne ho la certezza: d’altro canto, esistendo il clitoride anche in altre specie… Ho sempre trovato affascinante la storia, o per meglio dire le storie, di Tiresia (ed il fatto che venga accecato da Atena per averla vista nuda, non significherà poi, in simbolo, che la Ragione nuda e cruda è intollerabile)… ma credo che tu abbia qui fatto un poco lo stesso errore di Freud :-).

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    • non so come tu possa essere così sicuro dell’orgasmo femminile delle bonobo…
      ma si vede che il libro di Morris è stato superato da verifiche successive sul campo, del resto è vecchio di mezzo secolo.
      se è come dici, questo conferma gli ottimi effetti dell’orgasmo femminile sulla vita sociale della specie, considerando quanto sono socievoli i bonobo, femmine e maschi…

      molto bella la tua interpretazione dell’accecamento di Tiresia di fronte alla contemplazione della nuda ragione.

      potrei sentirmi lusingato di avere fatto, secondo te, lo stesso errore di Freud, per quanto cerchi di evitare i suoi; ma non ho capito a quale errore specifico ti riferisci. 🙂
      lui ne ha fatti tanti, e io indubbiamente ne faccio molti di più!

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      • Se ne sono accorti studiando la società dei bonobo, in cui tutte le interazioni sono basate sul sesso :-). Le femmine di bonobo, quando hanno una disputa su qualcosa, la “risolvono” stimolandosi reciprocamente i genitali: e la cosa è resa “migliore” dal fatto che hanno un clitoride orientato in modo particolare, che le facilita nel provare piacere da questa stimolazione.
        Di quello di confondere cultura e biologia. La storia degli ormoni è verosimile, ma mi suona “stiracchiata”. Credo che non potremo mai provare cosa si prova ad essere una donna.

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        • totalmente d’accordo sulla tua osservazione finale; però (almeno per me), invecchiando, mi risulta meno problematico comprendere le basi della sessualità femminile, che sono, spesso, collegate ad una dedizione al partner meno monotematica (a dir così) che nel maschio.

          mi hai spinto a documentarmi sui bonobo, animali notoriamente pansessuali: così sono arrivato fino a qui: “Sappiamo da esperimenti in laboratorio che non siamo l’unica specie in cui nelle femmine, all’apice del rapporto sessuale, si verificano un aumento del battito cardiaco e repentine contrazioni uterine. I macachi rientrano nei criteri di Master e Johnson sull’orgasmo umano. Nessuno ha fatto uno studio come questo sui bonobo, ma nessuno dubita che passerebbero il test”. http://ruttar.altervista.org/i-bonobo-sesso-secondo-natura/

          ma nello stesso articolo l’autore dice anche: “Io stesso, infatti, ho visto delle femmine continuare a raccogliere cibo mentre un maschio le stava montando”. il che non depone proprio a favore della prima affermazione.

          ma vengo alla tua critica: ce l’ho messa tutta per non confondere natura e cultura, ma probabilmente non l’ho fatto ancora abbastanza…

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