al riguardo mi viene in mente un nome: il grande Ungaretti, che dedicò il suo primo libro di poesie a Mussolini, e poi passò indenne alla democrazia, osannato in patria per le sue poesie a volte un po’ Baci Perugina e premiato con numerose comparsate nella prima televisione in bianco e nero e canale unico, che però allora faceva anche cultura seria: lo punirono i soloni del Nobel, che lo diedero a Quasimodo e a Montale, piuttosto trascurati da noi, il primo perché troppo di sinistra e il secondo perché troppo di destra (liberale); ma a lui, il democristiano perfetto che era stato fascista, proprio no, non vollero darlo mai, con suo enorme scorno.
era corrente alternata, quella di Ungaretti, ma non dava scosse, anzi sopiva tutto e addormentava; quanto a lui, le sue letture televisive sono rimaste per me bambino indimenticabili per il loro carattere grottesco…
temo che sia irrimediabilmente segnato da questo ricordo il mio giudizio fortemente negativo sulla sua poesia, che ha generato poi una moda mostruosamente ancora viva nei poeti dilettanti delle generazioni successive.
Sono quelli che seguono la direzione più favorevole per evitare attriti personali. Il guaio è che non puoi tenerli come punti fermi in quanto quando meno t’aspetti mollano tutto e passano dal nemico. Ma quello letterario è un ambito di cui sono spettatore soltanto.
ciao, grazie a te!
Emanuele Trevi è nato nel ’64, ed è critico letterario e scrittore. E’ entrato più volte nella cinquina dello Strega.
Questa volta ce l’ha fatta a vincere con “Due vite” ed. Neri Pozza.
La sua ‘ricerca narrativa’ si basa sulla memoria e quest’ultimo libro lo dedica a due amici, grandi scrittori italiani, scomparsi da poco.
(da Wikipedia:
“Gli interlocutori attuali o intellettuali di Trevi comprendono anche storici delle religioni (Schuré, Corbin, Eliade), narratori (Apuleio, Melville, Collodi, V. Woolf, Joyce), teorici del teatro (Artaud), scrittori e critici (Agamben, Zolla, Citati, Calasso, C. Campo”)
Io ho visto in tv la diretta della premiazione e devo dire che lui mi è piaciuto. Ho anche ascoltato qualche intervista. In una di queste riconosce la bellezza della favola antica “Amore e psiche” che lui definisce la più bella storia d’amore del mondo (finita bene ! 🙂 🙂 ) e penso che sia sincero per cui, se uno scrittore riconosce la bellezza, e non la distrugge, per me è un grande scrittore e, soprattutto, un Uomo.
A mio rischio e pericolo aggiungo che, nemmeno lontanamente, posso dire qualcosa di positivo sul premio strega 2019 dato a Veronesi (che quest’anno presentava la diretta …) autore de “Il Colibrì”, ed, La nave di Teseo. (Il povero uccellino non ha niente a che fare, a mio modesto parere, con il contenuto del libro, distruttivo verso tutti e tutto. Forse si, Veronesi appartiene a quelle correnti di cui parli …
Adoro Camilleri da sempre, e penso che appartenga ad una ‘razza’ (scusa il termine) di scrittori rari, spero non in via di estinzione. La speranza non muore mai. Molti giovani, ma anche ‘diversamente giovani’, stanno creando case editrici nuove, riviste cartacee ed on-line completamente svincolate da lacci e lacciuoli. Certo sarà dura tenere soprattutto in questo momento, ma io sono sicura che molte cose cambieranno in meglio.
Ciao!
grazie a te per l’approfondimento; ammetto di non seguire troppo la pubblicistica recente, soprattutto in campo narrativo, ma quando qualche scrittore mi prende, mi dedico totalmente a lui; e questo è il caso di Camilleri, grande non solo come giallista, il tipo di opere per le quali è più conosciuto dal grande pubblico. – e mi fa piacere che condividiamo il giudizio.
mi interessa anche quel che dici sui giovani scrittori che stanno cercando anche materialmente di sottrarsi ai condizionamenti del mercato: credo che sia la strada giusta.
in anni oramai lontani il blog mi mise in contatto diretto e conoscenza personale (anche se mai direttamente fisica) con due narratori di rilievo: Luisa Ruggio e Paolo Zardi, certamente entrambi di valore, anche se molto diversi nei modi della scrittura, e lui poi finito pure un anno nella cinquina dello Strega, ma proprio quando, secondo me, aveva perso la freschezza e il tocco magico inziale.
oggi li ho persi di vista; le loro vicende nel mercato editoriale mi resero piuttosto scettico sulle sue dinamiche, perché in quel caso riuscii a seguirle da vicino.
sul rapporto con Zardi in particolare, oltre ad altre fratture di carattere più personale, pesò anche negativamente la sua scelta di immergersi fino in fondo nelle dinamiche del mercato di libri e la sua irrisione per chi si autopubblicava; non mi sorprese ritrovarlo renziano, al momento giusto; oggi non so: Renzi non tira più-
un punto misterioso di questo mercato, secondo me, è il tramonto del racconto breve e anche della prosa d’arte; in questa era di bravura insuperabile Joerg Schwipper, un tedesco dalla vita incredibilmente avventurosa, trapiantato in Italia, che scriveva in un italiano insuperabile, ed è morto precocemente a 46 anni dieci anni fa. https://bortocal.wordpress.com/2015/09/27/perche-non-scrivero-il-romanzo-di-joerg-schwipper-456/
Grazie per il link! lo guarderò, non conosco questi scrittori. Il racconto breve mi piace molto, e penso che sia anche molto più difficile scriverlo.
Oggi bisogna trovare una resistenza sempre piu forte e, come ho visto fare, creare e seguire strade nuove on-line che vanno ancora più lontano, anche se i libri e le riviste in formato cartaceo continueranno ad esistere sempre, per fortuna. Se ci saranno, come penso, altri incontri sul tema, te lo dirò. Il settimanale Left si è aperto a queste importanti novità e gli incontri sono stati organizzati da loro e con la loro partecipazione. E’ un lavoro capillare e abbastanza impegnativo, molti giovani sono volontari (!) e scrivono per passione e per approfondire ricerche importanti che altrove non troverebbero voce e, prima o dopo, riusciranno a cambiare l’editoria. Ci sono in giro forze potenti e positive ma tutto è tanto difficile però, come si dice … chi la dura la vince, Speriamo 🙂
non lo conosco.
ma se non sai dirmi a che corrente letteraria appartiene, forse ha superato il test.
Camilleri, ad esempio, lo supera benissimo: mai stato inquadrabile.
ma forse il mio post è vecchiotto nell’impostazione: oggi più che le correnti letterarie conta l’appartenenza alla casa editrice e l’integrazione nel sistema editoriale dei premi, che è l’equivalente dei campionati e delle olimpiadi sul piano sportivo: vetrine per commercializzare i prodotti.
Camilleri, invece, si è fatto totalmente da sé: rara eccezione.
I più pericolosi sono quelli a corrente alternata. Danno le scosse…
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al riguardo mi viene in mente un nome: il grande Ungaretti, che dedicò il suo primo libro di poesie a Mussolini, e poi passò indenne alla democrazia, osannato in patria per le sue poesie a volte un po’ Baci Perugina e premiato con numerose comparsate nella prima televisione in bianco e nero e canale unico, che però allora faceva anche cultura seria: lo punirono i soloni del Nobel, che lo diedero a Quasimodo e a Montale, piuttosto trascurati da noi, il primo perché troppo di sinistra e il secondo perché troppo di destra (liberale); ma a lui, il democristiano perfetto che era stato fascista, proprio no, non vollero darlo mai, con suo enorme scorno.
era corrente alternata, quella di Ungaretti, ma non dava scosse, anzi sopiva tutto e addormentava; quanto a lui, le sue letture televisive sono rimaste per me bambino indimenticabili per il loro carattere grottesco…
temo che sia irrimediabilmente segnato da questo ricordo il mio giudizio fortemente negativo sulla sua poesia, che ha generato poi una moda mostruosamente ancora viva nei poeti dilettanti delle generazioni successive.
corrente? ermetismo
.
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Sono quelli che seguono la direzione più favorevole per evitare attriti personali. Il guaio è che non puoi tenerli come punti fermi in quanto quando meno t’aspetti mollano tutto e passano dal nemico. Ma quello letterario è un ambito di cui sono spettatore soltanto.
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ciao, grazie a te!
Emanuele Trevi è nato nel ’64, ed è critico letterario e scrittore. E’ entrato più volte nella cinquina dello Strega.
Questa volta ce l’ha fatta a vincere con “Due vite” ed. Neri Pozza.
La sua ‘ricerca narrativa’ si basa sulla memoria e quest’ultimo libro lo dedica a due amici, grandi scrittori italiani, scomparsi da poco.
(da Wikipedia:
“Gli interlocutori attuali o intellettuali di Trevi comprendono anche storici delle religioni (Schuré, Corbin, Eliade), narratori (Apuleio, Melville, Collodi, V. Woolf, Joyce), teorici del teatro (Artaud), scrittori e critici (Agamben, Zolla, Citati, Calasso, C. Campo”)
Io ho visto in tv la diretta della premiazione e devo dire che lui mi è piaciuto. Ho anche ascoltato qualche intervista. In una di queste riconosce la bellezza della favola antica “Amore e psiche” che lui definisce la più bella storia d’amore del mondo (finita bene ! 🙂 🙂 ) e penso che sia sincero per cui, se uno scrittore riconosce la bellezza, e non la distrugge, per me è un grande scrittore e, soprattutto, un Uomo.
A mio rischio e pericolo aggiungo che, nemmeno lontanamente, posso dire qualcosa di positivo sul premio strega 2019 dato a Veronesi (che quest’anno presentava la diretta …) autore de “Il Colibrì”, ed, La nave di Teseo. (Il povero uccellino non ha niente a che fare, a mio modesto parere, con il contenuto del libro, distruttivo verso tutti e tutto. Forse si, Veronesi appartiene a quelle correnti di cui parli …
Adoro Camilleri da sempre, e penso che appartenga ad una ‘razza’ (scusa il termine) di scrittori rari, spero non in via di estinzione. La speranza non muore mai. Molti giovani, ma anche ‘diversamente giovani’, stanno creando case editrici nuove, riviste cartacee ed on-line completamente svincolate da lacci e lacciuoli. Certo sarà dura tenere soprattutto in questo momento, ma io sono sicura che molte cose cambieranno in meglio.
Ciao!
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grazie a te per l’approfondimento; ammetto di non seguire troppo la pubblicistica recente, soprattutto in campo narrativo, ma quando qualche scrittore mi prende, mi dedico totalmente a lui; e questo è il caso di Camilleri, grande non solo come giallista, il tipo di opere per le quali è più conosciuto dal grande pubblico. – e mi fa piacere che condividiamo il giudizio.
mi interessa anche quel che dici sui giovani scrittori che stanno cercando anche materialmente di sottrarsi ai condizionamenti del mercato: credo che sia la strada giusta.
in anni oramai lontani il blog mi mise in contatto diretto e conoscenza personale (anche se mai direttamente fisica) con due narratori di rilievo: Luisa Ruggio e Paolo Zardi, certamente entrambi di valore, anche se molto diversi nei modi della scrittura, e lui poi finito pure un anno nella cinquina dello Strega, ma proprio quando, secondo me, aveva perso la freschezza e il tocco magico inziale.
oggi li ho persi di vista; le loro vicende nel mercato editoriale mi resero piuttosto scettico sulle sue dinamiche, perché in quel caso riuscii a seguirle da vicino.
sul rapporto con Zardi in particolare, oltre ad altre fratture di carattere più personale, pesò anche negativamente la sua scelta di immergersi fino in fondo nelle dinamiche del mercato di libri e la sua irrisione per chi si autopubblicava; non mi sorprese ritrovarlo renziano, al momento giusto; oggi non so: Renzi non tira più-
un punto misterioso di questo mercato, secondo me, è il tramonto del racconto breve e anche della prosa d’arte; in questa era di bravura insuperabile Joerg Schwipper, un tedesco dalla vita incredibilmente avventurosa, trapiantato in Italia, che scriveva in un italiano insuperabile, ed è morto precocemente a 46 anni dieci anni fa.
https://bortocal.wordpress.com/2015/09/27/perche-non-scrivero-il-romanzo-di-joerg-schwipper-456/
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Grazie per il link! lo guarderò, non conosco questi scrittori. Il racconto breve mi piace molto, e penso che sia anche molto più difficile scriverlo.
Oggi bisogna trovare una resistenza sempre piu forte e, come ho visto fare, creare e seguire strade nuove on-line che vanno ancora più lontano, anche se i libri e le riviste in formato cartaceo continueranno ad esistere sempre, per fortuna. Se ci saranno, come penso, altri incontri sul tema, te lo dirò. Il settimanale Left si è aperto a queste importanti novità e gli incontri sono stati organizzati da loro e con la loro partecipazione. E’ un lavoro capillare e abbastanza impegnativo, molti giovani sono volontari (!) e scrivono per passione e per approfondire ricerche importanti che altrove non troverebbero voce e, prima o dopo, riusciranno a cambiare l’editoria. Ci sono in giro forze potenti e positive ma tutto è tanto difficile però, come si dice … chi la dura la vince, Speriamo 🙂
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Forse non tutti.
Lo scrittore dell’ultimo premio “Strega” mi sembra diverso. A me è piaciuto anche nelle interviste.
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grazie del commento, Rosalba!
non lo conosco.
ma se non sai dirmi a che corrente letteraria appartiene, forse ha superato il test.
Camilleri, ad esempio, lo supera benissimo: mai stato inquadrabile.
ma forse il mio post è vecchiotto nell’impostazione: oggi più che le correnti letterarie conta l’appartenenza alla casa editrice e l’integrazione nel sistema editoriale dei premi, che è l’equivalente dei campionati e delle olimpiadi sul piano sportivo: vetrine per commercializzare i prodotti.
Camilleri, invece, si è fatto totalmente da sé: rara eccezione.
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