continua il deterioramento segnalato ieri della situazione del contagio come si può cogliere fosse tre settimane fa, sulla base del numero dei morti di covid di ieri:
5 agosto 2020: morti di Covid: 10
5 agosto 2021: morti di Covid: 27
e anche la media dei morti degli ultimi 7 giorni, più significativa, indica lo stesso peggioramento, anzi un po’ più deciso:
2020: totale dei morti degli ultimi 7 giorni 48; media : 6,9 (- 0,8 rispetto al giorno precedente)
2021: totale dei morti degli ultimi 7 giorni 137; media: 19,6 (+1,2 rispetto ad ieri).
e siamo ai livelli del 9 giugno scorso e del 2 ottobre dell’anno scorso, alla vigilia della seconda ondata, che però quest’anno non dovrebbe esserci.
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da un commento mi arriva un grafico, ben più scientifico dei miei quattro conti della serva e molto più articolato nell’analizzare diversi fattori; però coglie le stesse tendenze di fondo:

lo studio è di Fausto Tomei; e l’amico ijkijk che me lo manda vede uno spiraglio di ottimismo: l’infezione sta risalendo, anche se la “salita è in calo”, cioè non è né esponenziale né lineare ma sembra tendere verso un assestamento.
questo sulla base dell’abbassamento della curva dei nuovi casi giornalieri dalla fine di luglio (mancano i dati degli ultimi giorni).
lui ricava questo giudizio dall’andamento del numero dei casi, ma a me pare che questo dato sia piuttosto aleatorio; comunque fra qualche giorno vedremo se ci sarà una conferma anche per quel che riguarda i decessi.
per ora la mia curva dei morti è quella che Tomei indica in nero nel suo grafico retrodatandola di 18 giorni: quindi quella che nella figura di sopra si vede al giorno 13 luglio corrisponde a quella che io ho segnalato alprimo agosto, con una risalita ancora marcata.
la svolta che Tomei lascia prevede dovrebbe verificarsi nel suo grafico dopo il 20 luglio e dunque noi dovremmo osservarla dopo il 12 di questo mese circa.
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cerco di essere obiettivo e di credere ai dati che dicono, che i nostri morti italiani sono tutti o quasi non vaccinati, e dunque un vantaggio evidente immediato a vaccinarsi c’è: però mi rimangono delle difficoltà logiche.
da un lato dicono che la variante Delta è più contagiosa, ma non più pericolosa, dall’altro i morti sono superiori all’anno scorso e crescono, anche con più della metà della popolazione vaccinata…; tutta colpa della piccola minoranza che non si è vaccinata? e i vaccini funzionano benissimo?
quindi, è per questo che effettivamente i benefici evidenti non si vedono?
allora possiamo pensare che ci siano, soltanto se la variante Delta sta facendo strage in altri paesi dove le vaccinazioni sono molto più ridotte.
ma i dati generali al riguardo mancano, non vengono diffusi dai media: si citano alcuni paesi dove le cose stanno andando effettivamente così (Indonesia, Russia), ma non altri, dove non sta succedendo nulla di simile… e capire le differenze di questo stato di cose è davvero problematico.
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mi sobbarco io una ricerca, grossolana ed approssimativa come indubbiamente le considerazioni di qui sopra, e vado a cercare con google i dati.
trovo quelli del 3 agosto, e siccome tutte le considerazioni ce si leggono sono sempre falsate dai numeri assoluti dispongo i paesi in ordine decrescente nei valori medi dei morti negli ultimi 7 giorni per milione di abitanti:
Indonesia (270 milioni abitanti) 1.598 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 1.722; quindi dato giornaliero in leggero calo: morti giornalieri per abitanti quasi 6 per milione; morti medi settimanali per abitanti più di 6 per milione; il caso dell’Indonesia è particolare, dato che in precedenza il valore massimo raggiunto nelle ondate precedenti era molto più basso e non aveva mai superato i 300 morti al giorno.
Russia (144 milioni abitanti) 767 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 775; quindi dato giornaliero in leggero calo: morti giornalieri per abitanti 5,5 per milione; morti medi settimanali per abitanti equivalenti; anche il caso della Russia è particolare, perché l’ondata della variante Delta è più forte delle precedenti.
Brasile (210 milioni abitanti) 1.249 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 942; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 6 per milione; morti medi settimanali per abitanti 4,5 per milione.
USA (330 milioni abitanti) 669 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 445; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 2 per milione; morti medi settimanali 1,3 per milione di abitanti.
Regno Unito (67 milioni abitanti) 138 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 83; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 2 per milione; morti medi settimanali 1,2 per milione di abitanti; l’ondata della variante Delta è comunque al momento molto più bassa delle precedenti.
Francia (67 milioni abitanti) 66 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 44; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 1 per milione; morti medi settimanali 0,7 per milione di abitanti; l’ondata della variante Delta è al momento molto più bassa delle precedenti.
Israele (9 milioni abitanti) 8 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 5; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 1 per milione; morti medi settimanali per abitanti 0,5 per milione di abitanti.
India (1.370 milioni abitanti) 562 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 534; quindi dato giornaliero in leggero aumento: morti giornalieri per abitanti 0,4 per milione; morti medi settimanali per abitanti equivalenti; il caso dell’India è particolare, dato che a maggio il valore massimo raggiunto aveva sfiorato i 4.500 morti al giorno; quindi l’ondata della variante Delta, nata in quel paese, è alle spalle, ma senza grandi vaccinazioni. i dati peraltro sono di dubbia attendibilità.
Germania (83 milioni abitanti) 25 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 29; quindi dato giornaliero in leggera diminuzione: morti giornalieri per abitanti 0,3 per milione; morti medi settimanali per milione di abitanti 0,4; l’ondata della variante Delta è al momento molto più bassa delle precedenti, e la situazione migliore che nei paesi simili: Regno Unito e Francia.
Emirati Arabi Uniti (10 milioni abitanti) 4 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni uguale; quindi dato giornaliero stabile: morti giornalieri per abitanti 0,4 per milione; morti medi settimanali per abitanti 0,4 per milione.
Italia (60 milioni abitanti) 27 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 18; quindi dato giornaliero in forte crescita: morti giornalieri per abitanti 0,5 per milione; morti medi settimanali per milione di abitanti 0,3; l’ondata della variante Delta è al momento molto più bassa delle precedenti, e la situazione migliore che nei paesi simili: Regno Unito, Francia e Germania.
Cina (1.400 milioni abitanti) 0 morti, valore medio degli ultimi 7 giorni: 0; il numero globale dei morti in Cina dall’inizio della pandemia è di 4.636, tutti concentrati nelle prime settimane dell’anno scorso.
indubbiamente l’andamento della campagna vaccinale incide, dato che i primi paesi della lista presentano anche carenze in questo campo, e distanziano largamente gli altri, a parte il caso dell’India, per i motivi esposti sopra.
tuttavia poi, all’interno di questi due grandi campi differenti, la mia percezione è che le vaccinazioni non abbiano una particolare incidenza nel diverso andamento della pandemia da un paese all’altro e che siano più rilevanti altri fattori; a occhio, ma non per partito preso, direi che i comportamenti sociali incidono particolarmente, e dunque perfino gli orientamenti politici delle popolazioni.
la situazione dell’Italia peraltro può essere considerata abbastanza positiva, nonostante i diffusi allarmismi.
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insomma, la situazione è assolutamente confusa: ci sono paesi ultra-vaccinati come Israele dove il virus prende piede lo stesso, gli USA sono in difficoltà nonostante i vaccini, altri paesi ultravaccinati, come gli Emirati Arabi, non presentano grandi criticità.
un altro fattore in gioco e mai considerato è indubbiamente legato ai tipi di vaccini.
e se scoprissimo che i rivoluzionari vaccini americani sono meno efficaci di quelli cinesi tradizionali? ma questo sospetto bisogna impedire a tutti i costi che si faccia strada.
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ma la cosa più sconcertante sta avvenendo in Islanda, il paese con più vaccinati al mondo, dove l’86% degli over 16 è vaccinato, cosa non difficile in un paese che ha 375mila abitanti e in più è un’isola; rappresenta un caso esemplare da osservare per comprendere come sta reagendo il Sars-CoV2 a un ambiente fortemente ostile (vaccinato).
quindi il 26 giugno sono state revocate tutte le restrizioni.
effetto? un nuovo picco di infezioni, fondamentalmente variante Delta, a partire dall’inizio di luglio con un aumento significativo a metà luglio: una “crescita esponenziale delle infezioni” che sono passate da 213 della settimana precedente a 869 di quest’ultima, un picco mai raggiunto prima nel paese.
così nuove restrizioni sono entrate in vigore il 25 luglio e si spera di stabilizzare la situazione.
la maggior parte degli infetti sono completamente vaccinati e ha una malattia lieve, ma 19 persone sono state ricoverate in ospedale finora, 2 in terapia intensiva, 1 sul respiratore.
I non-vaccinati sono responsabili di questo aumento delle infezioni? No. Non “tutti” i nuovi casi sono tra i vaccinati, ma la maggior parte (poiché la maggior parte delle persone sono vaccinate).
I vaccini non prevengono le infezioni, ma sembrano ancora efficaci nel prevenire malattie gravi e ricoveri. Ad esempio, i ricoveri finora in questa “ondata” sono l’1% dei contagiati, ma prima erano il 4-5%.
ma si deve aggiungere una considerazione che per ora è stata assente dal dibattito: l’efficacia dei vaccini è stata misurata in condizioni di distanziamento, chiusure, mascherine.
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Altri due contesti da tenere sotto osservazione sono Israele e Cape Cod (negli Usa).
In Israele il 62% della popolazione totale ha avuto due dosi e il 66% una dose: sono stati registrati negli ultimi giorni 221 ricoveri in gravi condizioni, di cui il 42% non-vaccinati e 58% vaccinati: qui la differenza è praticamente nulla! – ma forse bisogna fare una analisi più accurata per fasce di età.
Il secondo caso è Cape Cod, una penisola nella Contea di Plymouth negli Stati Uniti; su 469 contagi, 346 (74%) si sono verificati in persone completamente vaccinate e quasi l’80% di questi casi era sintomatico. Tra questi ci sono stati 5 ricoveri, 4 tra persone completamente vaccinate e 1 tra i non-vaccinati, nessun decesso.
sono situazioni che possono confermare il carattere fortemente casuale di quello che succede, ma in ogni caso fanno vacillare diverse false certezze.
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forse lo scenario più chiaro che abbiamo di fronte per interpretare la situazione è quello del giocatore che ha puntato tutto sul nero alla roulette e il nero non esce e lui si ostina alzando la posta, ma ha quasi finito le fiches.
“da un lato dicono che la variante Delta è più contagiosa, ma non più pericolosa, dall’altro i morti sono superiori all’anno scorso e crescono, anche con più della metà della popolazione vaccinata…; tutta colpa della piccola minoranza che non si è vaccinata? e i vaccini funzionano benissimo?”
+ contagiosa= + pericolosa
Il fatto che sia molto più contagiosa non è cosa da poco, e i non vaccinati non sono affatto una piccola minoranza. In Italia ci sono un 36% di persone che non hanno ricevuto neanche una dose, di cui 22% della fascia d’età 50-59, 15% della fascia di età 60-69, 10% della fascia 70-79…solo gli over 80 e 90 son quasi tutti vaccinati. Perciò ci sono milioni di persone non vaccinate anche in età vulnerabile, il virus ha ancora un vastissimo serbatoio di persone attraverso cui riprodursi, e da mandare all’ospedale e al cimitero!
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caro Andrea, questo è il mantra che ci sentiamo ripetere ossessivamente, ma è lecito dubitare (anche se nessuno ha certamente la verità in tasca) per almeno 4 motivi:
1) l’effettiva efficacia sociale del virus è stata testata sinora in altri paesi in concomitanza con altre misure, compresi lockdown anche molto duri, come scrive Maria qui sotto e, appena i lockdown sono stati abbandonati il virus ha ripreso a correre, come in Israele o in Inghilterra. l’Italia si è messa da subito su questa seconda strada; per ora le cose non vanno troppo male, ma durerà?
2) il vaccino risulta completamente inefficace per il 10% circa della popolazione vaccinata, per alcuni degli altri diminuisce la contagiosità, ma non la elimina del tutto, e dunque non inibisce la circolazione del virus comunque; la riduce, ma non la elimina; inoltre non tutta la popolazione potrà mai essere vaccinata o per motivi di età e di salute o perché contrari (a meno di non orientarsi verso l’obbligo): quindi lo spazio per la formazione delle varianti perfino in loco diventa minore, ma resta.
3) buona parte della popolazione mondiale non è vaccinata e non lo sarà mai; e – tranne chiusure complete al resto del mondo, che possono permettersi, per motivi diversi, paesi come la Cina oppure Australia, Nuova Zelanda e Islanda -, nuove varianti ci raggiungeranno di nuovo. in questi casi le campagne vaccinali agiscono esercitando una pressione selettiva sul virus verso varianti in grado di aggirare i vaccini esistenti, e lo faranno certamente, prima o poi, è solo questione di tempo.
4) il virus circola anche fra gli animali e, anche se finora abbiamo scoperto un ritorno all’uomo soltanto nel caso dei visoni da allevamento, questo terreno rimane ampiamente inesplorato e rappresenta una grossa incognita.
quindi possiamo considerare accertato, allo stato attuale, che il vaccino diminuisce la pericolosità individuale del virus, e non è certamente cosa da poco, ma si tratta di un beneficio che potrebbe essere transitorio per quanto detto al punto 3. e la prospettiva di campagne vaccinali permanenti a pochi mesi di distanza fra loro non mi pare proponibile.
quindi l’unico vero modo di convivere col virus comporta l’abbandono di alcune delle abitudini del modo di vita che abbiamo costruito negli ultimi cinquant’anni, ma c’è una resistenza accanita a farlo, del resto comprensibile. non a caso i paesi che se la cavano meglio, anche senza vaccini, sono i più lontani dal consumismo occidentale. forme di isolamento sociale selettivo e di concomitante vaccinazione mirata su gruppi particolarmente a rischio rappresentano secondo me una soluzione più efficace e più sostenibile, se collegati a una campagna massiccia di verifica della diffusione del virus, mediante tamponi e test sierologici, che in Italia non è mai stata seriamente avviata – e qui la Cina ha da insegnarci molto.
ciao.
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Una cosa non esclude l’altra, secondo me “forme di isolamento sociale selettivo”, cioè lockdown localizzati, quarantene rigorose(non facoltative e senza alcun controllo effettivo come avviene oggi), limitazioni agli spostamenti, sistema di tracciamento dei contagi, ecc… dovrebbero essere abbinate a una campagna vaccinale più estesa e rapida possibile.
Solo così forse ci sarebbero buone possibilità di sconfiggere l’epidemia(perlomeno a livello locale, verso l’estero bisognerebbe mantenere limitazioni e controlli rigorosi).
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siamo d’accordo sul primo punto che dici, ma non sul secondo.
le controindicazioni ad una campagna vaccinale generalizzata (per la pressione selettiva verso varianti più pericolose) consiglierebbe invece di concentrare anche le vaccinazioni su particolari gruppi e categorie di popolazione, lasciando le fasce più giovani e protette ad acquisire una immunizzazione naturale (secondo me).
abbiamo ampiamente dimostrato di non essere in grado – o di non avere la volontà – di fare controlli mirati e rigorosi sugli accessi dall’estero.
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1) l’effettiva efficacia sociale del virus è stata testata sinora in altri paesi in concomitanza con altre misure, compresi lockdown anche molto duri, come scrive Maria qui sotto e, appena i lockdown sono stati abbandonati il virus ha ripreso a correre, come in Israele o in Inghilterra. l’Italia si è messa da subito su questa seconda strada; per ora le cose non vanno troppo male, ma durerà?
Probabilmente volevi scrivere “efficacia sociale del vaccino”…comunque i contagi sono in ripresa per via della diffusione della variante delta. Ma bisognerebbe chiedersi, come sarebbe ora la situazione in Italia, Israele, Gran Bretagna, Spagna ecc.. se non fosse stato vaccinato quasi nessuno?
Molto probabile che staremmo in una situazione simile a quella dell’Iran, della Russia, del Brasile o dell’Indonesia…ospedali al collasso e centinaia di morti quotidiani.
Il fatto che nonostante l’abbandono delle restrizioni sociali e la circolazione di una variante molto più contagiosa la situazione sanitaria sia ancora relativamente sotto controllo, mi sembra una prova schiacciante dell’efficacia delle vaccinazioni.
Efficacia che non è assoluta, non può proteggere anche i milioni di non vaccinati, e non basta da sola a sconfiggere l’epidemia. Ma anche “solo” evitare che migliaia di persone finiscano ricoverate in ospedale, non mi sembra cosa da poco!
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certo, andrea, ma lo scambio tra vaccini e virus è purtroppo in me un lapsus irresistibile, quanto freudiano. spesso meno accorgo, ma stavolta è sfuggito al controllo, e oramai non correggo più.
concordo sulle tue valutazioni, ne ho fatte di simili, più concisamente; tuttavia non rispondono alle preoccupazioni meno immediate sugli sviluppi possibili della situazione.
è indubbio il miglioramento del momento; speriamo di non doverlo pagare tra qualche mese con un drastico peggioramento difficilmente controllabile.
mentre crescono i motivati sospetti che questo virus sia il frutto avvelenato di qualche ricerca di laboratorio finta male, mi domando se sia ragionevole affidarsi per combatterlo a quegli stessi ricercatori che potrebbero averlo generato, cercando di proteggerci da qualcosa di simile: profezie che si auto-avverano?
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l’efficacia dei vaccini è stata misurata in condizioni di distanziamento, chiusure, mascherine.
E questa è la cosa tragica! 😐 ne parlavo con un mio conoscente settimane fa…
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