l’Afghanistan e il nuovo Claudio, che si chiama Joe – 387

scrive quel tale, ostinato nell’errore: Oggi qualcuno, forse non ricordando bene che cosa era l’Afghanistan da cui venti anni fa partì l’attacco contro le Torri gemelle, quando fummo tutti americani, denuncia la “guerra d’occupazione” degli occidentali. Ma davvero l’impegno di chi ha lavorato, forse male, forse poco, ma sicuramente con l’idea di stabilizzare, non di colonizzare, può considerarsi un atto di “occupazione”? Chi ha aperto scuole, ospedali, strade, chi in questi anni ha liberato energie vitali e contribuito a dare dignità almeno a una parte del Paese può veramente essere bollato come “occupante”? Chiediamolo agli afghani che stanno scappando in massa, anche cercando di aggrapparsi agli aerei, e con cui dobbiamo essere solidali.

suppongo che Gino Strada abbia modo di rigirarsi nella bara non ancora calata nella tomba: eccolo strumentalizzato a giustificare la guerra che ha sempre combattuto.

e vedo che il vecchio modo sbagliato di guardare al mondo è duro a morire; difficile ammettere che forse l’identificazione fra talebani e Al Qaida era sbagliata; riconoscere che le missioni umanitarie sbandierate sono guerre coloniali sotto nuova forma e che imporre i propri modi di vita ad un paese che ne vuole vivere altri è una forma di occupazione.

ma proverò ora a dirlo in un modo diverso, proponendovi un frammento semi-letterario di non so quale tipo di racconto fantastorico trasversale; vediamo che effetto fa.

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era un vecchio imperatore, un poco balbuziente, come lui ma non si chiamava Claudio, bensì Joe; e non aveva ancora ricevuto la feroce presa in giro dell’Inzuccamento di Seneca, ma aveva alle spalle anche lui i quattro anni di impero di Caligola, ora chiamato Donald, ma di una pazzia senile, non giovanile.

lo squilibrato provocatore era stato liquidato dai nuovi miliziani, la sua stessa guardia del corpo, ora formata dalle falangi degli adulatori mediatici, per il popolino chiamati social, per un gusto del paradosso etimologico.

lucus a non lucendo: si chiama lucus, il bosco sacro, perché non ha luce; si chiamano social perché sono la negazione stessa della vita sociale.

del resto la menzogna che stravolge i significati delle parole nel loro contrario è la cifra più autentica di una civiltà fondata sulla falsificazione paradossale: non si chiama forse libertà la schiavitù degli iperbolici consumi?

comunque, Nerone, con le sue esibizioni da circo, non era ancora arrivato e la guerra globale contro gli integralisti, allora davidici, oggi islamisti, era piuttosto alle spalle di Joe che ancora davanti a lui.

stavolta era toccata al nuovo Claudio, e non a Nerone, la sonante sconfitta iniziale dell’impero contro una genia fanatica, abbarbicata alla sua fede, e capace di sconfiggere in fila tutte le maggiori potenze mondiali, una per una: inglesi, russi, americani.

la capitale era caduta in poche ore come una nuova Gerusalemme nelle mani dei messianisti e i talebani avevano vinto, nel nome del loro profeta Mohammed, a Kabul, e per un guizzo di creatività beffarda, il giorno dopo la morte di un grande italiano che aveva dedicato anni della sua vita a battersi per ridurre la pena di una guerra che aveva sentito e dichiarato insensata.

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lo sfacelo dell’impero era iniziato da qui? forse no.

i talebani potrebbero essere stati la nuova versione dei messianisti di duemila anni fa?

il nostro sguardo si pone da un oltre-umano domani che difficilmente ci sarà e non dissipa tutte le nebbie fantastiche del tempo.

dopo le stragi dei sicari zeloti e una guerra ad oltranza suicida, come poterono divenire dei pacifisti altrettanto ostinati, ripetendo il percorso degli esaltati della Bibbia di due millenni prima, se l’umanità stessa aveva già distrutto il suo futuro?

nessuno quindi può dire bene la loro evoluzione, nei sussulti finali di una specie che si estingue.

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ma, raccontino fantastorico a parte, ciascuno può pensare almeno oggi che la loro morale matrimoniale e il rapporto tra i sessi che vogliono rispettare sia un problema loro e non nostro.

forse bisognerebbe essere orientali, per vedere le cose così.

ma la logica confuciana funziona molto meglio di quella platonica, che crede a idee assolute che sono più reali della realtà stessa.

sarebbe il momento per l’impero occidentale di ripensare la sua stessa politica estera, l’imperialismo sanguinoso di chi svena anche se stesso, per imporre ad altri il proprio modello di vita, ma soltanto perché ha radici puritane, cioè è fanatico altrettanto e non accetta il relativismo dei costumi.

abbiamo bisogno soltanto della comprensione disincantata delle variabili di quelle forme sociali della follia umana che chiamiamo civiltà, e sono civiltà diverse tra loro, non rispondenti ad un unico modello che ci fa disprezzare tutti gli altri.

abbiamo bisogno di un sano relativismo, della perdita di senso dei nostri valori, di un nichilismo filosofico positivo, che metta sotto il processo della critica anche il modello mercantilistico della nostra vita.

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ma l’impero dei Parti, nell’Oriente, ha resistito ancora allo scontro delle legioni sotto forma di droni.

l’imperatore anziano vacilla nel suo potere e si prepara al trapasso con qualche nuovo energumeno capace di entusiasmare le folle.

l’America è autodistruttiva, dalla vittoria della seconda guerra mondiale in poi.

e il vostro blogger, appollaiato alle pendici di un monte, osserva dall’alto fin che può, come il gobbo di Notre Dame i tetti di Parigi, brontolando: non è finita bene.

ma che questo possa essere un nuovo inizio è soltanto un sogno: la nostra civiltà à malata, e considera schiave le donne afgane che girano sotto il burka e libere invece le sue, costrette ad esibire tette e culi a maschi che appaiono incapaci di desiderarle più.

e considera certamente una pura provocazione senza senso alcuno anche le idee del tutto impopolari di questo vostro blogger malmostoso, che si prepara a tirare in barca i remi del suo blog, insadatti oramai ad una navigazione sempre più tempestosa.

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23 commenti

  1. Bel post Mauro
    La guerra in Afghanistan non è stata certo fatta per liberare le donne dal burka …
    Quei talebani quanto sono brutti sporchi e cattivi…A noi il dovere di esportare la nostra “democrazia” e la nostra “civiltà “. No ,sono solo menzogne ed errori impari . Sono almeno 250000 gli sfollati accampati senza nulla a Kabul. Poveretti…
    Ed è solo l’inizio di una crisi umanitaria terribile.
    È una responsabilità agghiacciante verso un popolo.
    Mi dispiace che vuoi lasciare, è molto che lo pensi. Per me lo sai già . Così è piuttosto alienante.
    Nel caso ti impegnerai in altro… Magari di meglio .Ciao , attenzione 🐞☮️

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    • ma Taiwan ed Hong Kong, dal punto di vista cinese, non sono popoli distinti, sono popolo cinese.

      niente di strano: da sudtirolese in pectore e per formazione, ti dico: prova a proporre che il Sued Tirol si renda indipendente dall’Italia e vedi che cosa succede; anche nella nostra Costituzione sta scritto che la repubblica è una e indivisibile.

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      • Commento finito nella fila sbagliata. Immagino sia per me.

        Ma che senso ha far parte di un popolo se io, Taiwan o Hong Kong, non voglio farne parte? Solo per la lingua e gli intrecci storici?

        Prima o poi i Cinesi si spareranno sul serio sui piedi vedrai…

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        • sì, non capisco che cosa sia successo, se errore mio o di wordpress…

          la domanda la dovresti rivolgere alla maggioranza sudtirolese di lingua tedesca, quella che amichevolmente noi italiani della zona chiamiamo i crucchi e che, oltretutto, non ha nessun legame storico con l’Italia, prima degli ultimi cento anni.

          storicamente succede, ed è un dramma: pensa ai palestinesi o ai curdi, o ai tamil dello Sri Lanka, o ai catalani e agli scozzesi. ma proprio l’esperienza storica sudtirolese dimostra la bontà di soluzioni fondate su una larga autonomia, come volle negli anni Sessanta Moro, ancorandole per giunta ad un trattato internazionale con una nazione straniera, in quel caso l’Austria.
          ma ogni problema è un caso a sé.

          quanto ai taiwanesi possiamo essere sicuri che una stretta maggioranza preferisce l’indipendenza, visto l’esito delle elezioni; nel caso di Hong Kong non credo; a quel che ho visto nel 2014 la soluzione precedente funzionava abbastanza bene, poi le pressioni occidentali strumentali su Hong Kong l’hanno resa pericolosa agli occhi della Cina; ma non sono sicuro che esista una maggioranza di abitanti della città che vorrebbe davvero trasformarla di nuovo in un avamposto occidentale in Cina; credo che molti vorrebbero mantenere l’equilibrio originale della città, come per altro verso la vicina Macau riesce ancora a fare, dato che non se ne occupa nessuno e alla Cina fa comodo come Las Vegas locale.

          problemi ben maggiori ha la Cina col Tibet e con lo Xinjiang islamico; la guerra alla Cina passa anche attraverso il fomentare separatismi e conflitti etnici; ma non è che neri o latini negli USA se la passino molto meglio; l’unica differenza è che non sono maggioranza netta in nessun territorio.
          difficile prevedere se imploderà prima la Cina o prima gli USA per questi conflitti interni; direi che dipenderà molto dall’andamento del confronto globale in corso.

          gli USA non possono resistere alla tentazione di intromettersi, cercare di suscitare conflitti e poi possibilmente cercare di intervenire militarmente, ma nel caso cinese, la vedo una prospettiva molto difficile.

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          • Sono questioni complicate quelle delle minoranze. L’unica strada percorribile è quella del rispetto reciproco, anche più dell’indipendenza vera e propria. Ed ecco perché sulle donne avresti ragione se il burqua fosse una libera scelta della donna e non imposto (devi aver fatto arrabbiare qualche lettrice 🙂 )

            Quando Biden vinse avevo detto che la sua politica sarà quella degli interventi militari mirati a diffendere i propri interessi. Il ritiro da Afghanistan era una cosa che avevo attribuito a Trump, quindi ho sbagliato.

            C’è già in realtà un’indicazione sul prossimo punto caldo nel mondo. È il Taiwan. È già un anno la Cina si fa sempre più minacciosa. Immagino che Biden abbia adocchiato i due piccioni da prendere con una fava. Aggiungi che il suo barcone sta affondando, un confronto proxy con la Cina sarebbe il migliore degli obiettivi per nascondere i problemi sotto al tappeto.

            https://www.bbc.com/news/world-asia-china-57493353

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            • sulle donne islamiche e il burka, ho una visione ben precisa e molto distante dalle panzane correnti.
              non credo che ci sia nessuno in Occidente che abbia detto quello che ho verificato con mano in Iran nel 2007, se non sbaglio: che in quel paese il burka è il simbolo stesso dell’emancipazione femminile, visto che ha permesso alle donne di uscire di casa, di lavorare e studiare, mentre prima, sotto l’occidentalizzato scià erano relegate in casa.
              certo, l’Afghanistan non è l’Iran, ogni paese ha una storia sua, e poi perfino ogni regione di quel paese e ogni singolo borgo e ogni famiglia. non negherò le costrizioni dei talebani contro le donne che non vogliono portarlo e non mi stanno bene, certamente; ma non credo che questa sia una violenza contro la maggioranza, ma piuttosto contro una minoranza, ed anche esigua (sbaglierò?).
              in ogni caso ribadisco che diverse donne islamiche portano il burka anche in Occidente e di più ne porterebbero se non fosse proibito, come è logico che sia, del resto. e non sono sicuro che lo portino tutte per costrizione.
              poi anche da noi le suore portano il velo e nessuno si sogna di proibirglielo: come mai? costrette anche loro?

              questa campagna sulle donne afgane è ridicola e grottesca, ma penso che tu mi stia provocando perché io scriva un post contro la schiavitù delle donne occidentali, che del resto le nostre donne in generale amano.

              ma basta fare un collage delle mie risposte a te sul tema e il post sarebbe già scritto.

              ma devo ancora perdere il mio tempo e fare il donchisciotte contro i mulini a vento delle buffonate? chi me lo fare? ci creda chi vuole.

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              • Se fai il post il rischio di lapidazione pubblica crescerà a dismisura. Oltre a rovinare l’ammirazione delle signore che ti leggono.

                L’obbligo viene imposto dalla famiglia d’origine. Guarda io non nego alle donne la volontà di coprirsi completamente, ma appunto dev’essere una scelta personale (con tutte le possibili influenze indirette). Ovviamente non nego nemmeno alle ragazze occidentali la volontà di svestirsi… però che almeno siano belle altrimenti rovinano il panorama Haha.

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                • certamente l’obbligo viene imposto soprattutto dalla famiglia di origine, almeno in Occidente, ma faccio una domanda: c’è forse qualcosa di diverso nel modo in cui le nostre famiglie d’origine guidano il modo di vestirsi delle loro figlie, nella sostanza? certo, ci sono alcuni casi estremi, molto enfatizzati dai media, ma si tratta di aberrazioni particolari. però ti garantisco che il nostro moralismo degli anni Cinquanta non era da meno; solo che l’islam non ha avuto il Sessantotto!
                  nelle scelte personali, su come vestirsi appunto, influiscono per ciascuna giovane donna una molteplicità di fattori parte sociali, parte familiari, parte sentimentali (vestirsi come più piace al proprio ragazzo o ai ragazzi in genere), ecc. ecc., senza contare i fattori piscologici, la voglia di opposizione o di conformismo, e via dicendo. meglio non metterci troppo il becco, direi.
                  l’unica cosa che vorrei? una legge pesantemente discriminatoria contro tutte le persone vecchie e brutte, senza neppure distinzione di sesso, guarda, per non cadere nei rigori della nuova censura moralista, che vieti l’esposizione eccessiva del corpo a chi è capace di disgustare il senso estetico medio… però qui lo dico e qui lo nego, dicendo che si tratta soltanto di una provocazione: però ci sono coscione devastate dalla cellulite che starebbero meglio nascoste agli occhi del mondo e la politica farebbe bene ad occuparsene… ahah

                  quanto alle signore che mi leggono, amano evidentemente il gusto del pericolo, dato che non mi pare di avere mai nascosto che cosa penso di questa ondata di moralismo neo-bigotto scatenata dalle puritane del me too.

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                  • Non lo so. Su questo punto ti trovo un po’ talebano sai. È chiaro che anche in occidente le donne vengono influenzate, come anche gli uomini. Ma non si tratta di imposizioni dirette.

                    Per esempio che significa che le donne possono entrare nel governo nel rispetto della sharia? Servizio caffè al tavolo per gli uomini?

                    Forse in Afghanistan gli Americani avrebbero fatto meglio ad addestrare le donne. Di sicuro non avrebbero perso il paese in una settimana. I Televani però risultano comici: “Non ce l’aspettavamo proprio. Come funzionano sti microfoni? Mo’ che facciamo?”(immaginario)

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                    • carissimo, sei piuttosto succube della propaganda occidentale e giudichi talebano chi ha visto qualche pezzettino di mondo con i suoi occhi e pertanto ride sulle favole propalate al volgo ignaro.

                      viaggia, caro fla, viaggia: un viaggio vale più di cento libri e distrugge cento balle dei media almeno.

                      comunque se serve un riferimento scritto, ti do questo: http://amitiecode.eu/sites/default/files/uploads/dichiarazione-universale-islamica-dei-diritti-umani.pdf

                      non è la sharia, che viene variamente interpretata e chiaramente subordina la donna sposata al marito e la donna non sposata, ancora giovane, al padre; però esprime una specie di consenso universale condiviso nel mondo islamico sui diritti umani.

                      ricordo che in Pakistan, paese islamico per eccellenza e molto vicino all’interpretazione coranica dominante anche in Afghanistan, c’è stata una donna primo ministro, la Bhutto, poi uccisa, e in Italia non ne abbiamo ancora vista una.

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    • mi sono posto una scadenza prefissata per il distacco dal blog (e vediamo se riuscirò a rispettarla) e sarà l’esaurimento dello spazio di questo; non ne formerò un altro: sono al 77% dei 3 giga disponibili e ho consumato questo spazio da aprile dell’anno scorso, cioè in 22 mesi; ne dovrei avere ancora per 7 mesi circa e chiudere a due anni esatti dalla sua nascita; ma dipende naturalmente anche da quante foto posto, visto che il peso principale ce l’hanno loro nell’esaurire lo spazio: più ne metto, più accelero la chiusura.
      visto che smettere prima o poi sarà inevitabile, meglio deciderlo prima e consapevolmente.
      certamente in seguito mi dedicherò – se ci sarò ancora – a sistemare quello che avrò scritto, prima di andarmene.

      ovviamente non ho affatto capito la frase “Così è piuttosto alienante”, ma oramai lo metto nel conto.

      grazie molte per l’attenzione, e ciao.

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  2. Non sono guerrafondaia né credo sia giusto imporre la nostra cultura e modello sociale in tutto il mondo ma con i diritti umani, allora, che facciamo? giriamo lo sguardo dall’altra parte in nome del rispetto dell’altrui cultura?
    Mi scusi ma trovo sgradevole quel commento sulle “donne sotto il burka” che commuoverebbero a difesa la Bonino o chi come lei non considera “umano” (e non dico giusto) trattare le donne come schiave e non certo per il burka.

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    • ciao.

      credo che un intervento militare diretto, rigorosamente internazionale ed approvato dall’ONU sia giustificato solamente nel caso di un evidente e sanguinoso genocidio in corso.

      in tutti gli altri casi l’unica cosa ammissibile è il confronto interculturale, la discussione e la crescita di valori condivisi.

      colgo l’occasione per porre l’accento su un aspetto del problema totalmente trascurato: ci rendiamo conto che razza di sofferenza sia per una donna cresciuta nei valori islamici il dover vivere in una società dove l’esibizione del corpo femminile seminudo o nudo addirittura è diventato un simbolo di civiltà?

      io sono obiettivamente infastidito e più ancora turbato dal burka totale o quasi, ma una donna islamica lo è sicuramente dal nostro modo di esibire il corpo femminile.

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      • Scusa, ho visto con ritardo il tuo messaggio. Nessuno crederebbe possibile imporre la nudità una donna sempre vissuta nel burka.
        Il burka è un falso problema, qui parliamo di donne impossibilitate ad emanciparsi minimamente nel mondo familiare, sociale, lavorativo e politico. Senza dimenticare che nei piccoli villaggi esiste ancora la lapidazione per l’adulterio.
        Di questi diritti parlo quando dico che non possiamo voltare la faccia e far finta di niente.

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        • carissima, capisco la tua sofferenza e, credimi, la condivido.
          sono pieno di indignazione anche io, quando si vuole impedire alle donne di studiare e le si vuole tenere chiuse in casa (forse perché nel vicino Iran le donne hanno preso il sopravvento negli studi universitari, ad esempio, proprio grazie al velo che ha permesso loro di uscire di casa).
          e tuttavia la mia domanda è come aiutiamo meglio a superare queste discriminazioni le donne afgane che lo desiderano (perché purtroppo molte saranno invece d’accordo): io dico non con l’intervento militare.
          perché se dobbiamo bombardare con i droni anche le feste di matrimonio, come in effetti avvenuto e non una volta sola, con decine di morti, non mi pare il metodo giusto.
          i valori si cambiano molto lentamente e col dialogo, semmai, non certo con le armi, che al contrario rafforzano i fanatici e il nazionalismo ottuso.
          non voltare la la faccia e non fare finta di niente non significa bombardare: c’è qualcosa di malato in questo modo di affrontare le cose.

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          • Ma su questo sono pienamente d’accordo, come non potrei! Però poi non prendiamo in giro (non mi riferisco a te) la Bonino o chi per essa reclama ancora la difesa dei diritti umani e in particolare quella della donne.
            Ma forse la mia è stata una frettolosa reazione; il discorso è molto complesso, scivoloso e che si presta a semplicistiche letture. Grazie comunque per le risposte.

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            • indubbiamente, il terreno è complicato e scivoloso, e anche la mia impostazione potrà risultare semplicistica.

              credo nei diritti umani, ma – lasciami inventare uno slogan – nei doveri umani in cui a volte su trasformano; vanno sostenuti, ma mai militarmente – tranne interventi circoscritti per fermare genocidi in corso, e solo se questi sono evidenti e su larga scala, come ho già detto.

              la Bonino ha fatto grandi cose in altri campi, ma ho imparato a diffidare, direi quasi per principio, delle sue posizioni in politica estera: semplificando brutalmente, è parecchio incline a posizioni guerrafondaie.

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  3. “China respects the right of the Afghan people to independently determine their own destiny…”
    cit. Il nuovo impero che ci prova

    Anche Taiwan e Hong Kong? Autofucilazione sul piede… Haha

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  4. Il discorso iniziale è immediatamente squalificato da quell'”Afghanistan da cui partì l’attacco alle Torri Gemelle”. Per il resto, questa guerra dovrebbe averci dimostrato che “la libertà” non si impone: come diceva giustamente Malcolm X, nel caso uno va e se la prende. Ed infatti, in un’altra area che gli americani hanno devastato (l’Iraq, che con Al Qaida veramente non aveva niente a che fare e, anzi, probabilmente avesse acchiappato qualcuno di Al Qaida non gli avrebbe fatto fare una bella fine), i curdi la libertà se la sono presa, con sommo scorno dell’Occidente “democratico”.

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    • hai fatto bene a sottolineare come i nostri guerrafondai prendono la loro stessa propaganda per realtà (questo è ancora quell’ex ambasciatore Valensise, uomo di punta per anni della nostra diplomazia, di cui ho parlato qui: https://corpus2020.wordpress.com/2021/08/12/dopo-ventanni-di-inutile-guerra-sconfitta-la-nato-in-afghanistan-380/).
      sulla libertà dei curdi è talmente pesante la sua conquista e il suo mantenimento..

      quanto alla libertà degli afgani, credo che se ognuno si prende la libertà, se la prende anche come la pensa e come la immagina e vive.
      del resto l’Occidente che non ha problemi ad accettare la condizione delle donne saudite o a mercanteggiare con Erdogan, come mai è stato così interessato ai burka afgani?
      ma forse la spiegazione vera è quella uscita dallo scambio di idee con giomag59.

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  5. Il discorso di Biden mi ha fatto un po’ impressione. Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo. È il punto di svolta, l’inizio della caduta dell’impero? Temo piuttosto che ci sia da aspettarsi qualche altra guerra da qualche altra parte, con le stesse motivazioni che poi verranno negate dopo venti anni. Non si è sentita la Bonino, peccato Come faranno senza di lei tutte quelle donne sotto i burka?

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    • no, non credo che sia l’inizio della caduta dell’impero; col Vietnam andò molto peggio, eppure l’impero sopravvisse, anzi riuscì a sconfiggere il suo nemico storico l’URSS poco dopo e proprio in Afghanistan e alleandosi ai talebani. continuando il parallelo storico, la sconfitta romana iniziale in Palestina nel 66-68 non fu la fine dell’impero, ma soltanto di Nerone.

      ma le guerre americane nel mondo sono così stupide e insensate che rimane una sola chiave per interpretarle: gli USA hanno BISOGNO di guerre periodiche, il loro sistema funziona soltanto se le guerre spingono l’economia. come l’impero romano schiavista doveva espandersi sempre per ridurre in schiavitù sempre nuovi prigionieri di guerra.
      ma la contraddizione è oramai economica: gli USA non possono più permettersi economicamente le guerre che tengono in piedi la loro economia….

      quindi nessuna nuova guerra? è probabile.

      ovviamente agli USA delle donne afgane non interessa nulla, è solo propaganda per i babbei.
      ho aggiunto al post l’accordo fatto da Trump l’anno scorso con i talebani: di diritti umani non parla.

      a me pare che tutto il resto sia un mero contorno. piuttosto atroce, ma occorre essere cinici come i delinquenti che ci governano per capire il senso delle loro azioni.

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