autotrasporti e greenpass: una tragica farsa – 497

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I cinquemila autotrasportatori bresciani senza green pass sono rimasti a terra.

La metà di essi nei giorni scorsi si era precipitata negli hub vaccinali di città e provincia per avere la prima dose, ma è stato tutto inutile.

Arrivati a destinazione con il Tir carico, le aziende committenti hanno tenuto i cancelli sbarrati e impedito di effettuare le consegne.

Il certificato cartaceo rilasciato al momento della somministrazione del vaccino non è stato ritenuto valido.

Viaggio a vuoto, dunque, e anche rischio di penali per non aver rispettato il contratto di consegna.

E la beffa non finisce qui. Ieri i ministeri della Salute e della Mobilità hanno emanato una circolare che offre agli autisti di ditte estere con vaccino non riconosciuto dall’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) la possibilità di accedere al carico/scarico in Italia a condizione di restare a bordo durante le operazioni.

Era esattamente quel che facevano gli autisti italiani durante il lock down.

da Bresciaoggi.

no comment, perché non ho parole…

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quanto durerà questa tragica farsa?

neppure i vaccinati sono riusciti a consegnare la merce, perché avevano il certificato cartaceo e non quello telematico, capite?

e qualcuno osa ancora dire che il greenpass è un simbolo di libertà: fetenti!

32 commenti

  1. un mesetto fa mi aveva incuriosito il funzionamento dei controlli del qr code del green pass, mi informai un po’ e scaricai l’app ufficiale di verifica per provarla.
    la verifica è offline ma funziona solo se ci si connette ai server del ministero almeno una volta al giorno per aggiornare le chiavi pubbliche crittografiche di tutti i nuovi qr code emessi.
    se il dispositivo dov’è installata l’app resta offline per giorni questa evidentemente non si aggiorna: non ho controllato se in tal caso l’app ufficiale impedisce operativamente nuove verifiche oppure se le permette con dati non aggiornati.
    la generazione del qr code è questione di qualche ora da quando il datacenter ministeriale dcg riceve il documento sanitario dall’ente certificante: da quel momento il qr code è scaricabile e l’individuo può esibire un green pass valido. mi resta il dubbio sul come faccia una app di verifica offline aggiornata supponiamo 4 ore prima a riconoscere un qr code emesso nell’ultima ora.
    se ho ben capito il processo NON lo riconosce, direbbe che non è valido anche se l’aggiornamento è stato fatto da poche ore.
    il dubbio resta limitato ai casi di verifica con dispositivo mobile offline, in sostanza se si sta in un posto senza possibilità di collegamento internet col proprio operatore telefonico.
    perchè se c’è connessione immagino che il software faccia sempre un aggiornamento delle chiavi pubbliche prima di ogni verifica.

    cmq i qr code personali cambiano ad ogni “rinnovo” di green pass.
    per i vaccinati c’è un qr code temporaneo dopo la prima dose ed un secondo codice definivo dopo il richiamo. se si scarica il primo green pass generato e si tiene quello anche dopo il richiamo, l’app di verifica ufficiale dirà che il certificato non è valido.
    per i tamponi funziona allo stesso modo: un nuovo test test negativo aggiorna il green pass e si crea un nuovo qr code personale valido fino al prossimo test negativo, che creerà un altro codice e così via. bisogna esibire sempre l’ultimo codice.
    il qr code generato da un test antigenico rapido vale 48 ore dal momento dell’emissione, il test molecolare vale 72 ore.
    poi se non ci si testa più (o non ci si vaccina, o non ci si ammala e guarisce da covid) il qr code dell’ultimo tampone scade e non risulta più valido il green pass.

    per scaricare i qr code aggiornati ci sono diversi modi, non serve per forza avere uno smartphone basta anche solo il pc ma bisogna autenticarsi sui siti ed ognuno ha il suo metodo, a meno di non avere lo spid che risolve tutti i problemi.
    mi pare cmq che il metodo più semplice sia con l’app immuni che ti avvisa anche quanto è disponibile il qr code, sempre ammesso che si abbia connessione ad internet per ricevere la notifica e scaricarlo.

    ciao!

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    • Stimolato dalla discussione ho approfondito meglio anch’io il meccanismo.
      L’aggiornamento con il server del ministero serve solo per tirare giu le chiavi pubbliche italiane, se ne sono state aggiunte, e dei vari enti europeri. Mi sembra di avere letto che le chiavi pubbliche italiane sono solo 4 o 5, e con queste l’app è in grado di verificare tutti i GP emessi con le corrispettive chiavi private. Il sistema teoricamente funzionerebbe anche con una sola coppia di chiavi per nazione ma evidentemente la cosa è un po piu complessa.
      Questo significa che l’app, anche se è offline puo verificare tutti i gp emessi, ma non solo, puo verificare anche i gp emessi in futuro a patto che siano stati generati con la chiave privata di cui lui ha quella pubblica.
      Ho decodificato il mio GP per vedere cosa contiene e ho visto che c’è solo una stringa di 517 caratteri inintellegibile.
      Quando l’app la legge, in qualche modo capisce con quale chiave pubblica deve usare per decriptare il testo. Lo apre e vede se il gp è ancora valido.
      Questa tecnologia del GP è ai miei occhi una cosa talmente raffinata che un po’ mi entusiasma
      come se fossi ancora un ragazzino.

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      • giusto, la tua spiegazione fila. in effetti mi pareva strano che dovessero scaricare le chiavi pubbliche di ogni nuovo certificato emesso. invece la chiave pubblica da scaricare è quella dell’autorità che emette il qr code, necessaria per decodificarlo.
        a questo punto le sincronizzazioni necessarie con i server sono ben più limitate.

        quando installai l’app di verifica non avevo scaricato quella giusta (a suo tempo nel sito del ministero non c’era il link diretto, o era ben nascosto) anche se aveva lo stesso nome come tante altre. avevo scaricato la app svizzera: se ben ricordo leggeva il certificato col mio nome e cognome ma me lo dava non valido. con l’app italiana quello stesso qr code risultava invece valido.

        da quanto leggevo in rete, i dati anagrafici del qr code sono decrittabili liberamente, il sistema crittografico e la compressione usati sono open source.
        ma per validare il codice bisogna avere la chiave pubblica dell’autorità che lo ha generato.

        se fosse così significa che all’estero posso leggere i qr emessi in italia se la loro app di verifica è aggiornata con le nostre chiavi pubbliche.
        probabilmente tutte le app ufficiali dei paesi della ue si aggiornano con le chiavi di tutti i paesi, motivo per cui bisogna aggiornarla almeno una volta al giorno.

        ho verificato adesso, funziona così.
        e non sono poche le autorità nazionali creatrici di qr code, se tra si esse ci sono ospedali e laboratori autorizzati.

        https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/coronavirus-response/safe-covid-19-vaccines-europeans/eu-digital-covid-certificate_it

        a questo punto – non l’ho letto ma penso venga di conseguenza – significa che le validità del green pass sono le medesime per tutti i paesi che fanno parte del “circuito”. l’italia avrebbe esteso la validità iniziale del green pass per i vaccini da 9 a 12 mesi perchè tutta l’europa lo ha esteso, è stata una decisione comune.

        se al contrario ogni nazione avesse la facoltà di decidere la durata del certificato a seconda delle azioni (test antigenico piuttosto che molecolare, o vaccino) allora tale validità sarebbe “importata” anche all’estero, dal momento che è stata firmata da una autorità italiana.
        la vedo dura, o sbaglio?

        ciao e grazie!

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  2. -Diritti di cittadinanza, riservati a chi ha uno smartphone.
    -Applicazione dei decreti riservata alla discrezionalità delle aziende.

    (Mentre si svolgeva la protesta cui tutta l’Italia guardava, le aziende del porto di Trieste manovravano i controlli in modo da consentire l’ingresso a lavoratori che non lo possedevano.)

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  3. Il certificato di vaccinazione è diverso dal GreenPass che arriva al 12 giorno dopo la prima dose ed è valido a partire dal 15 giorno. Immagino si siano precipitati a vaccinarsi all’ultimo 😁

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        • Proviamo a fare chiarezza…

          Dunque, dopo la prima dose di solito i centri vaccinali rilasciano un foglio(non so se la cosa varia da regione a regione, o se è uguale ovunque), che non è un Green Pass cartaceo, ma è un semplice modulo in cui viene riportato il vaccino inoculato, e la data di appuntamento per la seconda dose.

          Mentre per ottenere il GP (in forma cartacea o in forma digitale non fa differenza, visto quello che conta è QR code leggibile tramite apposite app, che attesti l’esistenza del green pass nel database informatico) bisogna registrarsi nell’apposito sito internet con il codice che si riceve tramite SMS entro pochi minuti dalla vaccinazione(oppure chi non avesse un PC connesso ad internet e nemmeno uno smartphone, deve andare a farsi stampare il GP in farmacia o dal medico di famiglia).

          Nell’articolo che hai citato si parla di “certificato cartaceo rilasciato al momento della somministrazione del vaccino”, e non di Green Pass in forma cartacea!

          Si tratta di due cose totalmente diverse, il certificato a differenza del GP è facilmente falsificabile, è un semplice modulo che potrebbe auto-compilarsi chiunque.

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          • grazie del chiarimento. poiché non mi sono vaccinato e ho rinunciato anche al greenpass (senza intollerabili rinunce, fino a questo momento) non avevo particolarmente approfondito le modalità operative. e in effetti mi chiedevo anche come fosse possibile che non esistesse un database nazionale per verificare facilmente lo status vaccinale. e adesso so che per fortuna c’è.

            dalla tua chiarificazione ho la conferma che comunque chi si vaccina non è comunque a posto se non si avventura in qualche ulteriore gabola informatica, con perdita di tempo e ammesso che ne sia capace (io stesso, ad esempio, con questi codici non ho ancora imparato a cavarmela).
            possibile che questa semplice operazione non potesse essere fatta nel centro vaccinale stesso?
            scusami, sai, ma ho una mentalità da Germania, dove lo stato è al servizio del cittadino e non viceversa.

            confermo tutte le mie ulteriori considerazioni e comunque, in uno stato normale, in casi come questi una dichiarazione scritta asseverata del cittadino basta e avanza.

            grazie dei commenti.

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            • Si, sarebbe molto più semplice e logico se stampassero i GP (perlomeno per chi avesse difficoltà a fare da solo) direttamente nel centro vaccinale, senza la complicazione di costringere chi non ha i mezzi(o le capacità) per fare da solo ad andare in farmacia o dal medico di base.

              Però è anche vero che per chiunque sappia usare un PC o uno smartphone è semplicissimo, se riesci a scrivere e gestire un blog non credo che avresti alcuna difficoltà a scaricare il Green Pass.
              E faccio fatica a credere che ci siano camionisti senza smartphone.

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              • vedo che siamo d’accordo sul primo punto.

                sul secondo, io dico che, se c’è un database nazionale dei vaccinati, fai presto a individuare e denunciare alla magistratura chi cerca di imbrogliare, e lo fai sapere ben chiaro prima a tutti che va a finire così.

                ti confesso che io non ho ancora capito come funziona sta cosa dei codici informatici: ad esempio whatsapp mi ha appena invitato ad inviarne uno ai miei contatti, così se lo può inquadrare col telefonino; ma se glielo mando col telefonino, come farà a inquadrarlo col telefonino per scaricarlo? ci sono cose al mondo che non capirò mai…

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  4. Il certificato cartaceo rilasciato al momento della vaccinazione può essere facilmente falsificabile, se davvero si sono vaccinati perché non hanno scaricato il QR code dall’apposito sito governativo?

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    • l’obiezione non la trovo particolarmente persuasiva.
      sul piano legale è diventato obbligatorio avere un telefonino di ultima generazione?
      con questo decreto dobbiamo considerare i documenti cartacei in generale come privi di valore legale o sollo quello relativo al greenpass? e allora, semmai, perché solo questo?
      come mai qualunque fotocopia, facilmente falsificabile come altri documenti cartacei, ha pieno valore legale se convalidata dalla firma di chi la presenta e da una fotocopia (!) del documento di identità, e per il greenpass non vale neppure l’originale? non si poteva pensare ad una procedura simile?
      come mai è stato rilasciato un attestato cartaceo se poi questo non ha valore legale?
      il codice sul telefonino non è assolutamente falsificabile?
      come mai, nel messe abbondante di tempo che c’è stato non è stato allestito un database nazionale dei vaccinati ad accesso libero da parte istituzionale, per verificare al momento la validità di quanto presentato (cartaceo oppure no)?
      il documento non andava comunque accettato e verificato successivamente, con denuncia alla magistratura in caso di falso?
      quanto è plausibile che un camionista presenti un documento falso pensando ai rischi che corre?

      io temo piuttosto che questa sia l’ennesima sopraffazione esercitata da una burocrazia che considera il cittadino sempre e comunque nemico dello stato, lo vessa con disposizioni assurde e produce un effetto Pigmalione al contrario, inducendo il cittadino a comportarsi davvero come nemico dello stato.

      a monte di tutto sta l’incapacità del governo di stabilire l’obbligo vaccinale, se crede davvero che i vaccini non presentino nessun margine di pericolo più avanti nel tempo.
      solo questa scelta avrebbe risolto le contraddizioni di una situazione schizofrenica nella quale, da un lato il cittadino viene lasciato libero di vaccinarsi oppure no, e dall’altro però una delle due libere scelte viene perseguitata.
      ma se lo stato non fissa l’obbligo vaccinale perché non crede del tutto all’innocuità dei vaccini anche sul lungo periodo, non è poi criminale che crchi di indurre i cittadini a vaccinarsi, assumendosi loro la piena responsabilità di quello che fanno?

      ahimè, su questo punto ha perfettamente ragione la Meloni, e puoi ben pensare quanto mi costi dirlo, ma il suo discorso, oppure – se preferisci -. quello di Cacciari, non fa una piega.

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