la sinistra iper-vaccinista di fronte al problema del greenpass – 529

una premessa: per sinistra intendo quei piccoli gruppi di attivisti iper-ideologizzati e a volte fanatici, come necessariamente diventa chi viene emarginato socialmente, perché in Italia, purtroppo, altra sinistra politica non c’è.

c’è una sinistra sociale, parzialmente rappresentata dai diversi sindacati, ma la frammentazione delle sigle sindacali contribuisce ad impedire che abbia una rappresentanza anche politica.

in altri paesi europei, come l’Inghilterra o la Germania, è naturale il filo diretto tra il sindacato e i partiti politici dello schieramento parlamentare di sinistra (Labour o SPD), in Italia no.

e una parte importante, se non prevalente, di questa sinistra è non solo vaccinista, ma iper-vaccinista.

qui cercherò di capire perché e con quali conseguenze.

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ho considerato emblematico di questa posizione un lungo saggio di cui mi sono già occupato qui: un greenpass distruggerà la sinistra? – 514; il suo nucleo concettuale era l’autocritica per non avere promosso direttamente una nostra campagna di massa sulle vaccinazioni (volantini, manifesti, seminari, dibattiti, assemblee, discussioni orientate nei posti di lavoro e nei quartieri).

ma il punto di vista sconcertante di questa posizione è la totale mancanza di una riflessione specifica sulla validità e sicurezza di questi vaccini che si dovrebbero propagandare a sinistra, oltretutto come se fossero tutti uguali fra loro e come se nell’impostazione stessa dei diversi vaccini, cinesi o russi da un lato, per semplificare grossolanamente, o americani ed europei, non vi fossero differenze di tecniche sulle quali non si è riflettuto abbastanza, ma che sono terribilmente emblematiche di diversi approcci che sottintendono una diversa concezione della salute pubblica.

insomma, come in molti altri campi, purtroppo, questa sinistra dogmatica si rivela totalmente succube della propaganda di sistema: vi si oppone in qualche modo furiosamente, ma senza capacità di uscirne.

è in piena sindrome di Stoccolma: prigioniera del pensiero unico che combatte, ribelle contro di esso, ma nello stesso tempo affezionata ed incapace di liberarsene.

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ma c’ anche un’altra visione di sinistra, tipica di movimenti e associazioni che si muovono in una logica differente, ed è la sinistra più aperta e moderna che critica il vaccinismo imperialistico occidentale e soprattutto l’autoritarismo subdolo e strisciante del greenpass, vedendolo come pericolosa anticipazione di forme di controllo sociale dei comportamenti individuali.

queste sono inaccettabili non in se stesse, ma se poste al servizio del nuovo potere semi-feudale che si sta affermando nell’intreccio fra stato e grandi imprese del capitalismo liberista.

intendo dire che forme di controllo capillare dei comportamenti individuali hanno ancora una parvenza di senso se poste al servizio di uno stato come quello cinese che contemporaneamente cerca di tenere sotto controllo i poteri degli iper-plutocrati post-democratici.

ma diventa una una nuova forma di feudalesimo insensato, se invece è uno strumento di controllo sociale di questi stessi poteri, che dirigono anche occultamente gli stati, come avviene in Occidente.

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la differenza fra le due sinistre, quella autoritaria vaccinista e quella libertaria critica del vaccinismo, è anche, per non dire soprattutto, culturale e perfino filosofica.

la prima infatti si colloca nel filone arcaico dello scientismo retrogrado e autoritario di matrice marxista-leninista e alla sua visione meccanicistica e deterministica del mondo; il nuovo pensiero di sinistra nasce invece dalla comprensione della rivoluzione scientifica determinatasi a inizio Novecento e per molti aspetti ancora in corso e alla nuova visione del mondo, probabilistica, generata dalla fisica quantistica.

ma su questo punto intendo tornare a breve con qualche approfondimento specifico.

qui ricordo soltanto come la critica della scienza fu sviluppata dal Sessantotto, in particolare in Italia: ricordo L’ape e l’architetto. Paradigmi scientifici e materialismo storico del 1976, di quattro fisici coordinati da Marcello Cini.

ma la critica dell’esaltazione delle macchine e della tecnologia sta alle radici stesse del pensiero del Sessantotto, fin dal primo numero dei Quaderni Rossi (1961), nell’articolo Sull’uso capitalistico delle macchine nel neocapitalismo di Raniero Panzieri.

secondo Cini la scienza non è neutra non semplicemente per l’uso che se ne fa, ma perché partecipa pienamente allo sviluppo delle strutture di potere, di sfruttamento e di controllo, con una piena condivisione della visione capitalistica del mondo e della società.

la scienza quindi non è il rispecchiamento oggettivo di una realtà data, ma una forma di intervento attivo sulla natura secondo un progetto, che è quello dei gruppi sociali dominanti.

visioni profetiche, la cui validità abbiamo quotidianamente sotto gli occhi.

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dedico invece le mie ultime riflessioni qui, invece, al problema specifico del greenpass e a come viene visto dall’area che mi permetto di definire della paleo-sinistra, di vecchio impianto politico e culturale marxista-leninista, anche nelle sue diverse e conflittuali varianti.

l’articolo che ho discusso nel mio post precedente sul tema, per criticarlo, fornisce peraltro degli spunti utili di riflessione.

cito:

Così, il Green pass è stato considerato sostanzialmente neutro. Il green pass è stato visto come un semplice strumento di incentivazione vaccinale, una soluzione di mediazione rispetto a politiche più coercitive (come l’obbligo vaccinale generalizzato), una forma graduale e progressiva di estensione della vaccinazione. In qualche modo gentile. Questo elemento della spinta gentile è stato sottolineato da molte parti. Non è così. La spinta gentile (o nudge, pungolo) è un modello dell’economia comportamentale, elaborato in particolare da Richard Thaler (premio Nobel per l’economia nel 2017) per influenzare il comportamento delle persone, senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici. Per contare come un mero pungolo, l’intervento dovrebbe essere facile e poco costoso da evitare. I pungoli non sono ordini. Mettere frutta al livello degli occhi conta come un nudge. Proibire il cibo spazzatura [o alzargli il prezzo] no. Il Green pass è una normativa, sul piano generale, che vieta l’accesso ad un luogo se non si ha una vaccinazione (gratuita) o il risultato di un tampone (a pagamento): usa cioè da una parte un divieto, dall’altra un incentivo economico, per spingere la vaccinazione. Non è una spinta gentile.

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la domanda successiva diventa allora se questa spinta non gentile funziona.

la risposta non è facile, ma è tendenzialmente negativa, come sottolinea in un rapporto l’European Centre for Disease Prevention and Control.

questo afferma che, piuttosto, è fondamentale agire sulla fiducia, le difficoltà nell’accedere ai vaccini, la percezione del rischio, la ricerca di informazioni e analisi costi-benefici, la disponibilità a vaccinarsi per proteggere gli altri. Cioè, più che sulle costrizione, è più utile ed efficace intervenire sulle paure e le motivazioni a vaccinarsi. […]

Infatti, diversi studi mostrano che il certificato per accedere ad alcuni servizi può rendere più incline alla vaccinazione chi era già propenso a farla, ma può avere effetti opposti su chi invece aveva dei dubbi in merito. Uno studio condotto su Regno Unito e Israele ha concluso che i passaporti vaccinali possono avere un effetto dannoso sull’autonomia, la motivazione e la volontà delle persone di vaccinarsi, e inoltre al controllo bisognerebbe preferire un messaggio basato sull’autonomia. Anche l’obbligo vaccinale, pur se molto efficace – soprattutto in alcuni specifici gruppi, come gli operatori sanitari – non è per forza la migliore strategia. Le ricerche […] mostrano che altre strategie possono essere sufficienti o preferibili [soprattutto in una popolazione che non sostiene largamente i vaccini].

Per rendersene conto basta vedere la situazione mondiale. I paesi che prevedono vaccinazioni obbligatorie generalizzate sono pochissimi (Città del Vaticano, Indonesia, Kazakistan, Turkmenistan; Arabia Saudita solo per lavoratori e lavoratrici), mentre altri prevedono obblighi solo settoriali (operatori sociosanitari in Australia, Gran Bretagna, Francia, Grecia, Ungheria, Turchia; Stati Uniti e Canada per impiegati federali). In Europa, Spagna e Belgio non hanno mai previsto il Green pass; Svezia e Danimarca lo prevedevano per i luoghi pubblici ma ora non più; Germania, Francia, Irlanda, Austria, Olanda, Portogallo, Romania e Croazia, lo prevedono in genere per accedere a locali ed eventi, ma non per scuole, università e nemmeno per andare a lavorare; la Grecia prevede obbligo per luoghi pubblici e per il lavoro (con una normativa simile se non più stringente che in Italia).

ma si può facilmente verificare che non c’è nessuna corrispondenza in generale tra i tassi di vaccinazione sulla popolazione e la consistenza delle forme di costrizione a vaccinarsi.

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oggi possiamo anche aggiungere, alla luce della esperienza italiana, che l’introduzione del greenpass ha incrementato in maniera non decisiva il numero dei vaccinati, ma ha radicalizzato l’opposizione anche di chi era solamente incerto e non subisce ricatti diretti.

insomma, come la vaccinazione di massa con vaccini sperimentali, anche l’introduzione del greenpass si sta rivelando una mossa dettata dal panico, ma non risolutiva e solo parzialmente efficace.

ci si può domandare come mai non ci si accontenta dei risultati parziali raggiunti, ma questa è una domanda che sfugge alle mie capacità di analisi.

dopotutto, se confrontiamo l’andamento della pandemia in questi giorni con quello corrispondente di un anno fa, possiamo vedere che il numero dei morti attuale è circa il 12-14% di quello dell’anno scorso, così come la popolazione adulta non vaccinata è circa il 12-14% della sua fascia di età.

non ci si potrebbe accontentare di questo risultato, già notevolissimo?

o forse chi decide è in possesso di altri dati, che non sono a disposizione di noi comuni mortali?

se l’obiettivo, invece, fosse quello di una eradicazione completa del virus, siamo di fronte a qualcosa di assurdo che non può creare altro che danni.

d’altra parte l’obiettivo delle campagne di vaccinazione era quello di diminuire la pressione sugli ospedali, non di azzerare la trasmissione del virus.

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il greenpass contraddice direttamente il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (TUSL, Dlgs 81/2008), che prevede, all’art. 15, comma 2, che le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.

introduce sanzioni salariali al di fuori di ogni procedura verificabile ed appare arbitrario nella sua stessa impostazione concettuale di fondo: punisce una scelta che viene lasciata libera nei suoi presupposti e dunque senza assumere la responsabilità di eventuali conseguenze negative.

andrebbe dunque contrastato senza esitazioni da qualunque forza si ritenga democratica ed abbia a cuore la difesa dei diritti dei cittadini, anche in quanto lavoratori.

e invece no: la sinistra marxista-leninista rifiuta questa dimensione: Un contrasto al green pass per un’altra politica sociosanitaria, non per la libertà di scelta.

. . .

è quella forza soggettivamente antagonista che rimane operaista, perché non è in grado di capire che le forme attuali del dominio capitalistico mettono in discussione la sopravvivenza stessa dell’umanità e trasformano lotta di classe di Marx della classe operaia contro il capitale tendenzialmente nella lotta per la vita della specie umana, nel senso biologico del termine, contro il potere congiunto della finanza speculatrice, della politica autoritaria e dello scientismo dogmatico al suo servizio.

in questo isolamento della classe rispetto alla comune umanità, questa paleo-sinistra, archeologica e retrò, lotta attivamente a favore del sistema, senza saperlo.

sviata da una visione del mondo superata che la rende succube, nei suoi modi di pensare, proprio di quel mondo che vorrebbe combattere.

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6 commenti

  1. Potrebbe esserci solo uno sfasamento di 1 mese. Non canterei vintoria troppo presto. Quanto alla sinistra in Italia… non c’è proprio in nessuna forma. Quella che qui chiamate sinistra è l’amministrazione che regola i lavoratori nell’interesse dell’azienda.

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    • credo che la settimana che dimostrerà gli effetti del greenpass sarà soprattutto quella in corso.
      io ho previsto un lieve incremento dei morti come conseguenza negativa di questo provvedimento.
      anticipo che al momento i numeri sembra mi stiano dando ragione, ma sono oscillazioni piuttosto deboli e mancano ancora due giorni.
      poi naturalmente chi è convinto che il greenpass faccia bene all’Italia, potrà sempre dire: ma figuratevi che sfracelli sarebbero successi se il nostro duetto Draghi-Speranza non lo avesse introdotto.
      allora citerò la Spagna che non ha greenpass, ha avuto ieri 15 morti (con i due terzi dei nostri abitanti) rispetto ai nostri 59, quindi un terzo circa, in proporzione, ma ha una percentuale di vaccinati più alta di circa il 10%.

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      • La Spagna è la più vaccinata in assoluto, seguita dall’Italia. Ma secondo me è più un aspetto di posizione geografica. Quando calerà il freddo, un po’ in ritardo quest’anno, tornerà anche il virus. È un mio dubbio sin dall’inizio quello che il SarsCov2 sia non solo un parassita, ma anche un opportunista. Nel senso che molti asintomatici diventano molto più contagiosi perché presentano sintomi influenzali dovuti ad altro. SarsCov2 in quel caso non è la causa ma piuttosto il passeggero.

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        • cioè vuoi dire che persone col virus del covid, ma però asintomatici di questa malattia, lo diffondono di più con starnuti o tosse dovuti a normali malattie di stagione?

          può essere, anzi è convincente. ma se i vaccinati rischiano così poco, di che cosa ci preoccupiamo?

          io resto persuaso che avremo un aumento di morti, ma non esponenziale come l’anno scorso, molto più limitato, almeno per un paio di mesi ancora.

          il vero stress test sarà il Natale, con tutto quel che ne consegue.

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  2. Una volta il sindacato era considerato la cinghia di trasmissione del partito, scomparsi i partiti la cinghia a chi di attacca? I partiti sono diventati tutti liberali, persino i socialdemocratici sono spariti.

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    • giusto, e mi fai pensare alle radici di questa anomalia italiana: che i sindacati del secondo dopoguerra erano concepiti come cinghia di trasmissione dei partiti, anziché viceversa…
      sul resto hai ragione; in Italia nei partiti ci sono soltanto 51 sfumature di grigio liberista.

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