Direttiva Europea del 9 marzo 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali . Articolo 4 Riferimenti in pubblico alla colpevolezza
c. 3 L’obbligo stabilito al paragrafo 1 di non presentare gli indagati o imputati come colpevoli non impedisce alle autorità pubbliche di divulgare informazioni sui procedimenti penali, qualora ciò sia strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale o per l’interesse pubblico.
che cosa si intenda esattamente per interesse pubblico lo spiega bene la premessa, al punto 18:
L’obbligo di non presentare gli indagati o imputati come colpevoli non dovrebbe impedire alle autorità pubbliche di divulgare informazioni sui procedimenti penali, qualora ciò sia strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale, come nel caso in cui venga diffuso materiale video e si inviti il pubblico a collaborare nell’individuazione del presunto autore del reato, o per l’interesse pubblico, come nel caso in cui, per motivi di sicurezza, agli abitanti di una zona interessata da un presunto reato ambientale siano fornite informazioni o la pubblica accusa o un’altra autorità competente fornisca informazioni oggettive sullo stato del procedimento penale al fine di prevenire turbative dell’ordine pubblico. Il ricorso a tali ragioni dovrebbe essere limitato a situazioni in cui ciò sia ragionevole e proporzionato, tenendo conto di tutti gli interessi. In ogni caso, le modalità e il contesto di divulgazione delle informazioni non dovrebbero dare l’impressione della colpevolezza dell’interessato prima che questa sia stata legalmente provata.
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sono passati più di 5 anni da questa direttiva e solo ieri l’Italia si è adeguata all’obbligo di recepire la Direttiva Europea, con un Decreto emesso dal governo.
ma perché dico che si è adeguata? NON si è adeguata affatto!
la Direttiva Europea prevede che le autorità pubbliche divulghino informazioni sui procedimenti penali, qualora ciò sia strettamente necessario per motivi connessi all’indagine penale o per l’interesse pubblico, definendolo poi in modo molto restrittivo: per evitare turbamenti dell’ordine pubblico..
il Decreto emesso ieri dal governo prevede invece che possano farlo anche quando ricorrano altre rilevanti ragioni di interesse pubblico.
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l’espressione è talmente indeterminata che lascerà immutata l’abitudine tutta italiana a fornire ai cittadini non solo il panem sotto la forma di bonus ormai innumerevoli e per qualunque bisogno o anche capriccio, ma soprattutto i circenses della cronaca nera.
e continueranno immutate le disgustose indiscrezioni a indagini aperte non per evitare turbamenti dell’ordine pubblico, ma, se possibile, per suscitarli:
si vedano le indiscrezioni degradanti sul figlio di Grillo e amici accusati di stupro o su Morisi, sotto indagine per cessione di stupefacenti:
il sesso, possibilmente perverso, è sempre al centro delle curiosità criminali degli uomini senza qualità, che di criminale hanno solo quelle.
poi lasciamo pure campo alla cronaca nera, istericamente propagandata in maniera tale da diventare addirittura promozionale.
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certo, ora le conferenze stampa potrà farle soltanto il Procuratore capo o chi viene delegato da lui – sai la differenza sostanzale.
potrebbe essere deprimente leggere che l’Associazione Nazionale Magistrati ha protestato contro questo NON adeguamento dell’Italia all’Europa, perché – a suo dire – si lascia campo aperto esclusivamente alla difesa, ma soprattutto per il motivo non dichiarato che si toglie ai singoli magistrati la soddisfazione di finire sui giornali.
certo, occorrerebbe anche una legge che disponga che centri di diffusione dell’informazione pubblici (la RAI) oppure pubblicamente finanziati (la stampa) si astengano dal dare voce alla difesa nel caso di procedimenti giudiziari aperti.
meglio ancora se ci fosse un divieto generale che riguardasse tutti i fatti oggetto di indagine, almeno fino alla sentenza definitiva, per non favorire le televisioni private o lasciare il privilegio ai social.
la libertà di stampa sarebbe violata se le informazioni sui fatti relativi ad un processo penale aperto venissero date soltanto a indagini concluse e dopo sentenza definitiva?
i cittadini sarebbero privati dell’essenziale se sapessero soltanto quello che è effettivamente diritto pubblico sapere, e cioè che il figlio di Grillo o Morisi sono indagati e per quale motivo – per tornare agli esempi di prima? e per i dettagli pruriginosi dovesse aspettare in tempi lunghi delle nostre indagini?
è mai possibile che la Procura di Bergamo abbia diffuso, prima del processo, sulle televisioni nazionali, un filmato artificiosamente costruito dai RIS di Parma, per far credere che il furgone di Bassetti fosse stato filmato nei pressi della palestra frequentata dalla ragazzina uccisa da lui (secondo la sentenza definitiva), e, peggio ancora, che nessun provvedimento sia stato preso contro quei magistrati?
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ma che cosa succederebbe della stampa e dei media italiani, se venissero privati dello scandalismo perenne, della scienza del pettegolezzo e della gioia della gogna mediatica?
che cosa succederebbe della giustizia italiana se le sentenze non fossero condizionate dai processi preventivamente svolti davanti al popolo? intendendo per tale quello televisivo, naturalmente…
forse avremmo una giustizia più seria? ne dubito.
ma forse avremmo almeno una informazione meno isterica e scandalistica e più rispettosa delle persone.
forse non vivremmo più in Italia, in poche parole, ma in un normale paese europeo…

Secondo me cambierebbe pochino: sapendo che, faccio un esempio, c’è un processo aperto contro il figlio di Grillo, si continuerebbe a fare quello che si fa nascondendo tutto dietro le “indiscrezioni”.
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hai perfettamente ragione: non sarà mai la lege a cambiare le mentalità; semmai è molto più facile che siano le mentalità a cambiare la legge, o almeno la sua applicazione.
mi sono dimenticato di dire nel blog una cosa importante: che le norme sulla tutela del privato cittadino non possono tuttavia estendersi automaticamente al cittadino che svolge un incarico pubblico. nessuno è obbligato a ricoprire ruoli pubblici, ma il farlo implica una rinuncia necessaria a importanti spazi di privacy.
se sei un uono pubblico, non puoi pretendere di essere trattato come un privato cittadino…
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Ciao Mauro, ho abilitato il mio blog per un breve periodo a lettori ‘amici’. Non ho la tua mail però se vuoi puoi chiedermi di entrare nel blog come lettore lo puoi fare. Rosalba de cesare
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te lo chiedo molto volentieri.
(ecco perché mi diceva che il blog non esisteva…)
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