25 novembre 2011 venerdì 21:19
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viene a trovarmi Tita, il figlio del mio professore di italiano al Liceo, proprio in quell’ufficio davanti al quale passavo 50 anni fa esatti, adolescente ginnasiale, e mi sembrava un antro tenebroso del potere.
allora al Ginnasio ci stava un preside paffuto e morbidissimo, un nucleo un poco obeso di dolcezza e comprensione, che ci lasciava del tutto indifferenti, tanto l’età adulta era una cosa così strana e misteriosa che c’era da dedicare poco tempo allo sforzo vano di comprenderla; prima dovevamo conoscere e imparare, poi avremmo fatto i conti, il mondo adulto e noi.
il preside, invece di punire, vezzeggiava, e se qualcuno veniva mandato laggiù al pianterreno sotto il porticato, il massimo che gli capitava era di sentirsi dire: “Dimmi, tesoruccio…”.
il prof. Bellini era l’antitesi di quel mondo di perdonanza quasi peccaminosa: era la dritta via fatta persona; la letteratura italiana…
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