tutto quello che il Covid nasconde – 485

il pericolo immediato – per chi lo coglie – nasconde tutto il resto: pericoli memo immediati, altri problemi, malefatte.

ottima invenzione il Covid, se qualcuno lo ha inventato, e anche se lo ha costruito la natura, cioè Gaia, per darci una regolata e cominciare a ridimensionarci un po’, se non proprio a eliminarci, per ristabilire gli equilibri della vita che abbiamo messo in discussione

– stavo per dire come specie, ma non è vero: i primitivi non hanno nessuna colpa, e ancora sopravvivono in qualche luogo del pianeta sfuggito a quella che chiamiamo civiltà.

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provo a fare un elenco rapido e sommario dei problemi che il covid sta nascondendo alla nostra attenzione, le prime cose che mi vengono in mente; mi sfuggirà di sicuro qualcosa, ma semmai qualche lettore mi aiuterà, sempre se ce ne sono ancora che hanno voglia di occuparsi di queste cose.

perché le cose che mi vengono in mente riguardano la nostra vita collettiva, quella che chiamiamo politica, e niente è così fuori moda oramai che parlare di questo, parlarne in modo un poco complesso (anche senza esagerare), ragionare e riflettere; andare oltre il livello di una comunicazione puerile e balbettante.

ma poi che importa? qui sono in ballo tragedie, ma non ci impediscono di continuare a recitare commedie: chi si accontenta di queste, vada in fondo, al punto 5.

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1. il riscaldamento globale, che prosegue, impressionante, ad un ritmo esponenziale anche lui – ma non vedo in giro allarmi paragonabili a quelli per il virus.

la miopia prevale: fino a che gli uomini non cominceranno a morire come mosche per il caldo nessuno farà niente, e poi cercheranno un vaccino suppongo.

il mio pozzo è a secco per la siccità, in novembre!

scrivo con le finestre spalancate: in novembre! e ho caldo. e sono in montagna!

in città, dove inizia la Val Padana, ci sono di solito 5 gradi di più: quindi che caldo fa?

vero che possiamo applicare anche a Provaglio, il paese dove sto, anzi meglio ancora a Provaglio il verso famoso, trasformandolo in Provaglio solatìa, dolce paese…, ma che cosa si aspetta ad avere paura?

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2. la crisi antropologica, cioè la divisione progressiva di una parte importante dell’umanità in due fazioni contrapposte che non sono più in grado di comunicare fra loro.

non so bene come definirle, e c’è il rischio di dire qualcosa di sbagliato in qualunque tentativo di farlo: tuttavia vi è un gruppo, in declino, di esseri umani che si mantiene connesso al principio di realtà, al tentativo di interpretare il mondo esterno in chiave razionale, o almeno oggettiva; ed un gruppo sempre più forte, almeno in certe aree del mondo, che sta progressivamente sostituendo i propri desideri o semplici istinti al mondo reale.

il predominio della volontà irrazionale come capace di modellare il mondo è uno dei tratti caratterizzanti della visione del mondo fascista; quindi mi si potrebbe obiettare che questo non è nulla di nuovo.

e invece una notevolissima novità c’è; ed è che la parte fascista, irrazionale, violenta dell’umanità trova oggi un preciso supporto nei social media di internet, che sono i protagonisti di questa trasformazione neo-tribale della società umana (dove le tribù sono definite dai desideri e non dall’appartenenza), e sono dunque per loro natura intrinseca i protagonisti di questa anomala fascistizzazione delle forme di pensiero che coinvolge miliardi di esseri umani.

costoro stanno perdendo interesse per il mondo oggettivo, dato che lo trovano frustrante, e preferiscono sostituirlo col mondo virtuale, che è molto più soddisfacente e piacevole; per loro la realtà è solo il supporto necessario, ma in se stesso poco rilevante, del mondo virtuale soggettivo.

possiamo vedere in questo una specie di intossicazione di massa, non troppo diversa nella sostanza dalle dipendenze dalle sostanze psicotrope, dato che questo secondo e un poco più antico fenomeno si sviluppa comunque in parallelo al primo.

il fenomeno è talmente grave che investe anche il mondo cristiano e in esso la principale e più importante depositaria della tradizione occidentale, la chiesa cattolica, che è oramai a sua volta straziata in modo difficilmente recuperabile fra due mondi e forse sull’orlo di uno scisma: e vi è un simbolo potente di questo stato di cose, che è la coesistenza di due papi, inedita nella storia, anche se il primo in una specie di artificiale congelamento.

guardando da lontano tutto questo, a me pare evidente – anche per il confronto con l’Oriente – che siamo di fronte ad una crisi radicale della civiltà occidentale, che però, per paradosso, è anche quella che ha imposto a quasi tutto il mondo i suoi valori e un certo modo di concepire la vita e l’economia.

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3. in questo quadro concettuale di crisi dell’Occidente va inquadrata anche la crisi dell’Unione Europea, che è più profonda per i motivi appena detti, ma si sta rivelando in particolare nell’affrontare l’economia della pandemia.

la disattenzione che regna sul tema è tanto più sorprendente, in quanto ha delle conseguenze dirette sulla nostra incerta situazione nazionale, e potrebbero essere dirompenti.

è andato in discussione in questi giorni il bilancio pluriennale 2021-27 dell’Unione Europea, che deve essere approvato dall’unanimità degli stati; a questo bilancio è collegato lo stanziamento globale di 750 miliardi di euro che l’Unione Europea ha previsto di distribuire agli stati membri per gestire la crisi covid (recovery fund), e in esso una quota molto importante è stata attribuita all’Italia, come paese particolarmente colpito e in grave pericolo di una crisi globale del debito.

nel quadro di questo bilancio è stato introdotto finalmente il principio che in ogni caso gli aiuti dell’Unione Europea non possono andare a quelle democrature, tipo Ungheria e Polonia, che non rispettano i parametri minimi dello stato di diritto; in questo si è scavalcata la Commissione Europea e l’opinione della Merkel che, pragmaticamente proponevano di aggirare il problema; ma per la prima volta il Parlamento Europeo ha tenuto duro e alla fine imposto la sua visione.

ma di conseguenza Ungheria e Polonia hanno posto il veto, come avevano preannunciato e dunque non entrano in vigore dal primo gennaio le nuove tasse che l’Unione aveva previsto per coprire il debito: digital tax per i giganti del web e carbon tax per chi esporta in UE prodotti di industrie inquinanti.

in questo modo non solo il recovery fund è bloccato, ma dall’1 gennaio si passerà all’esercizio provvisorio, sospendendo tutte le spese non previste da specifici trattati.

ma la subordinazione degli aiuti economici UE allo stato di diritto non necessitava dell’unanimità, è stata approvata definitivamente e non pare che si possa tornare indietro.

ecco l’esempio di quella spaccatura profonda, che si diceva e che rischia di distruggere l’Unione stessa – a meno che all’ultimo momento non emerga una qualche soluzione di compromesso.

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4. alla crisi dell’Unione Europea è connesso anche un altro problema, di cui poco si parla, e sono gli accordi finali da raggiungere sulla brexit, che diventerà effettiva fra una quarantina di giorni, dall’1 gennaio.

si era letto più volte che il 15 novembre era la data ultima per un accordo, senza il quale si realizzerà l’hard brexit, cioè una radicale estraneità e quasi contrapposizione tra Regno Unito e Unione Europea, con l’imposizione di dazi alle loro due frontiere: quella marittima della Manica, col relativo tunnel, e quello terrestre dell’Irlanda del Nord.

ma non se ne sa nulla, mentre il primo ministro inglese Johnson è di nuovo in isolamento per essere entrato in contatto con un positivo.

nebbia fitta (sembra l’unica nebbia di novembre che ci è rimasta…)

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5. ha a che fare in qualche modo con l’Europa anche l’incredibile decisione presa da questo governo su Mediaset, per favorire personalmente Berlusconi in violazione della normativa europea.

questo è l’esempio massimo di come ci si serve del covid per le più sporche manovre politiche, ma dovrei dire di malaffare mafioso e clientelare.

il 29 aprile 2004 venne definitivamente approvata in Italia la Legge Gasparri, Testo Unico della Radiotelevisione: immutata, dopo che il Presidente della Repubblica Ciampi l’aveva rinviata alle Camere con alcuni rilievi; e invano il Partito Democratico aveva condotto allora una opposizione ferma e dura a questa legge chiaramente ad personam.

la legge ha introdotto il concetto di Sistema Integrato delle Comunicazioni, che comprende stampa quotidiana e periodica; editoria (…) anche per il tramite di Internet; radio e televisione; cinema; pubblicità; questo serviva ad aggirare norme e sentenze a tutela del pluralismo, fissando un nuovo limite del 20% dei ricavi totali del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), talmente ampio che di fatto nessuno operatore può raggiungerlo, anche se in posizione dominante nel settore televisivo.

il limite precedente era del 30% sul solo settore televisivo, che ammontava complessivamente a 12 miliardi di euro; il nuovo limite di fatto era fissato al doppio, circa 26 miliardi di euro di ricavi: tutto per evitare che Rete4 andasse su satellite, come prevedeva la norma fino ad allora in vigore.

ma la Commissione europea intervenne con una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia e nel luglio 2007 venivano accordati all’Italia due mesi di tempo per correggere la legge Gasparri nella parte relativa al digitale terrestre; poi ci si fermò; intanto il 31 gennaio del 2008, la Corte Europea di Giustizia emanò una sentenza definitiva, che dichiarava che lo status di assegnazione delle frequenze per la trasmissione radiotelevisiva “è contrario al diritto comunitario, non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”.

ma da allora non è successo più niente!

solo adesso si torna a parlare della Legge Gasparri, dato che il francese Bolloré sta scalando Mediaset e ne ha già acquistato il 29% delle azioni.

ma siccome dalla legge Gasparri deriva che i soggetti che rientrano nel SIC non possono conseguire ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del sistema integrato delle comunicazioni – e dunque anche Bollorè, con la sua quota di proprietà anche della TIM -, la quota azionaria di Bollorè in Mediaset è stata sterilizzata e ridotta al 10%.

allora nuova sentenza della Corte di Giustizia Europea che, su ricorso del medesimo Bollorè, dichiara queste norme levantine illegittime per il diritto europeo.

ed oggi il governo 5Stelle-Partito Democratico (!!!) in un decreto sul covid (!!!) infila un codicillo per dire che l’azienda Mediaset è di interesse strategico nazionale e dunque non può essere scalata da stranieri.

be’, del resto è la stessa cosa che sosteneva D’Alema ai suoi tempi, quando pubblicava i suoi famosi bestseller da Berlusconi, ampiamente ricompensato, così che poteva continuare ad andare in barca… https://corpus0blog.wordpress.com/2015/12/23/46-dove-mi-porta-il-cuore-cronaca-di-un-malumore-ditelo-voi-dove/

del resto Berlusconi si dimostra già molto grato per queste attenzioni e se di fatto non è ancora entrato al governo assieme a Beppe Grillo, poco ci manca.

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il codicillo è stato approvato per ora soltanto al Senato, mentre la gente parla d’altro, anche giustamente…

vi rendete conto a che punto siamo arrivati? poco importa che l’Unione Europea stia in crisi, perché l’Italia ci sta dentro per sbaglio.

17 commenti

  1. Sì ho capito, è vero. Pure in Russia è avvenuto realmente e non c’erano i social. Comunismo lo chiamavano. Comunque è la stessa storia. Mi pare che la Storia si ripete.
    Effettivamente e comunque c’è il bisogno di un soggetto potente che identificano come leader. Spesso lo approvano e lo applaudono anche quando non lo merita.
    Torniamo a noi ,il cavaliere ha iniziato il “Decameron” moderno e fu Craxi ad aiutarlo a prendere il volo da ….. ….. Non lo posso scrivere.
    La democrazia non è affatto una questione semplice. Dovevamo essere una repubblica fondata sul lavoro . Caro Mauro siamo arrivati qua abbiamo assistito a tanto. Auguriamoci di continuare. Buonanotte 😘

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  2. La trasformazione antropologica che converge e si ampia nei social perché secondo te è di natura fascista? Pensi che i popoli del virtuale seguano una ideologia?
    Per il resto abbiamo un pensiero molto affine . Mauro …Ahi noi tutti 😳💫

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    • una volta ho scritto provocatoriamente che forse fra trent’anni si considereranno quelli che hanno avuto un profilo facebook come quelli che avevano avuto la tessera nazista.
      battute a parte, provo a spiegarmi meglio; il punto di partenza è questo: il predominio della volontà irrazionale come capace di modellare il mondo è uno dei tratti caratterizzanti della visione del mondo fascista. qui parlo del fascismo come atteggiamento mentale, non del fascismo come preciso movimento politico.
      il secondo passaggio è che i social media producono una trasformazione fondamentale dei comportamenti umani proprio in questa direzione: offrono a ciascuno un mondo artificiale modellato secondo i propri bisogni e desideri.
      quindi producono un senso di onnipotenza irrazionale che è una delle caratteristiche principali del modo di pensare fascista.

      aggiungo come elemento secondario che per più di un decennio Facebook ha dato voce ai fascisti di ogni tipo, per pure esigenze economiche di allargamento del numero dei suoi utenti.
      Facebook ha fatto nel costume pubblico la stessa cosa che politicamente fece Berlusconi nel 1993: ha sdoganato i fascisti, li ha fatti diventare normali, ha dato voce ad aggressioni verbali e violenze; solo adesso tenta una tardiva e parziale marcia indietro.
      questo è sempre stato chiaro, e che dire dei molti di sinistra che hanno alimentato questo social e hanno convissuto senza imbarazzo accanto ai profili fascisti e nazisti?

      però il concetto principale è il primo, questo è soltanto di contorno: una conferma secondaria…

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      • Sì ho capito, è vero. Pure in Russia è avvenuto realmente e non c’erano i social. Comunismo lo chiamavano. Comunque è la stessa storia. Mi pare che la Storia si ripete.
        Effettivamente e comunque c’è il bisogno di un soggetto potente che identificano come leader. Spesso lo approvano e lo applaudono anche quando non lo merita.
        Torniamo a noi ,il cavaliere ha iniziato il “Decameron” moderno e fu Craxi ad aiutarlo a prendere il volo da ….. ….. Non lo posso scrivere.
        La democrazia non è affatto una questione semplice. Dovevamo essere una repubblica fondata sul lavoro . Caro Mauro siamo arrivati qua abbiamo assistito a tanto. Auguriamoci di continuare. Buonanotte 😘

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          • Ho fatto un accenno alla dittatura comunista . L’elenco nella storia si allunga … Certamente se ripenso a Lenin e a Stalin . Eppure i russi continuano a perpetuare un ricordo buono . Come fanno ??!! Le dittature esistono attualmente in molti Nazioni della Terra. Mi fermo però perché non posso fare nulla se non ripetere che è assurdo e ingiusto.
            Piccola parentesi su Facebook. Non pubblico né commento più. Ma ho trovato persone di sinistra. Poche si espongono chiaramente . Perché ? Siamo in democrazia. Non desiderano sentirsi dire cose inadeguate. Né desiderano rispondere alle provocazioni. Comprendo . Non è una piattaforma democratica e libera per mancanza di civiltà e di rispetto. Non si perde nulla perché in realtà di nulla si può parlare senza che arrivi l’onda di odio. Nel tempo ho trovato persone oneste leali ,buone . Di sinistra,si . Poche, sì. Mi sono affezionata. Stesso ambiente di lavoro. Guarda caso…Idee simili. Il numero è esiguo. Con quei pochi non ho più bisogno di parlare tramite facebook. Ci sentiamo tramite telefono.
            Buonanotte amico mio 😘

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            • su facebook hai fatto un quadro chiaro, più impressionante ancora di quanto credevo io che non lo frequento più da anni.

              sul comunismo, forse bisognerebbe ricordare che cos’era il regime dello zar che c’era prima in Russia: Lenin non ebbe il tempo di macchiarsi di grandissimi delitti, e a Stalin molto è perdonato da molti, perché comunque, con la dittatura, tolse il paese da un completo sottosviluppo.

              buona giornata, Francesca.

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              • Sì, Mauro è vero. L’ultimo dei Romanov! Anche se fino ad allora i contadini erano servi della gleba. La storia della Russia è breve. Un popolo dominato dagli zar e il grande potere della chiesa. Dogmatica burocratica impositiva. Un male .
                Tanta ingiustizia anche se vi era ricchezza. La ricchezza era solo per i nobili e per l’alta borghesia. Poi avevano vita più facile i latifondisti. Con la nascita dell’Industria le cose cambiarono. Fino alle rivolte. Era già una potenza militare importante. Piuttosto arretratra rispetto all’ Europa. Povera gente.
                La Cina ha una storia e una civiltà antichissima. Il territorio pur ridotto resta sempre enorme. Dopo i tempi d’oro di alcuni imperatori sia per i militari che per i civili. Più che di religione di può parlare di religiosità. Una filosofia di vita. Poi guarda caso è arrivata l’Inghilterra a fare guerra per l’oppio. Fu l’inizio di un cambiamento. L’impero arrivò alla fine. Il seguito è molto triste e brutto. La repubblica popolare cinese nacque su modello russo da cui poi si discostò. Una scelta giusta certamente per tanti motivi. A tutt’oggi senza dimenticare che ha un regime totalitario possiamo dire che è l’ unico Paese con la più vasta popolazione a tenere testa al resto del mondo. Una nazione a sé nonostante la globalizzazione. Credo che nel ricostruire la storia troviamo tante risposte. A parte le risorse naturali dei vari territori la vastità e il clima.
                Parlare dell’Italia fa ancora più male. Che ne pensi? Ciao

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                • non ho molto da aggiungere a quel che dici della Russia; del resto l’ho visitata soltanto per quattro giorni, nel 1991: tre giorni a San Pietroburgo e uno a Mosca. momento molto critico della sua storia; ci sarebbe molto da raccontare della sua storia; del viaggio feci anche un vero e proprio filmettino di almeno tre quarti d’ora, ma non so dove sia finito; ero in uno scambio della mia scuola con la mia sezione artistica, col principale istituto artistico del paese: quindi esperienza dall’interno, ospitati da docenti, visita alla scuola; loro poi vennero da noi dopo qualche mese; esperienze scolastiche di avanguardia, avevo dei bravi docenti; l’animatrice principale purtroppo morì giovane due o tre anni dopo in 24 ore, per un incidente assurdo: una liposuzione fatta male, in un ambulatorio non abilitato.

                  ma qui mi fermo; in Cina sono stato tre volte, ogni volta per due settimane, ci è vissuta mia figlia cinque anni e andavo a trovarla: prima il nord e il centro; Pechino e Xian; poi il centro: Shanghai e dintorni, e poi il sud: Hong Kong, Macau e due province bellissime, la più bella lo Yunnan, la più meridionale ed estroversa, cinesi coloratissimi, che ballavano dappertutto appena potevano.
                  la Cina è grande come tutta l’Europa, ma la parte più densamente abitata è la metà, come l’Unione Europea, circa, per dare un’idea, ma la popolazione è quasi il triplo. è la civiltà più antica del mondo; quasi come gli Egizi, ma la civiltà egizia è finita dopo l’invasione araba, quella cinese è ancora viva, attraverso mille riadattamenti. la Cina è in uno sviluppo incredibile: chi lo racconta rischia di essere preso per visionario: hanno una tradizione molto diversa dalla nostra; quella che noi consideriamo dittatura è per loro un modo millenario normale di vivere; se parli ad un cinese di dittatura lo offendi, perché offendi il suo modo di vivere e di pensare.
                  dai miei viaggi ho ricavato alcune amicizie interessanti che sono proseguite a distanza per qualche tempo. mia figlia è laureata in cinese, è esperta di arte cinese e lavora in questo campo al Museo del Louvre di Abu Dhabi.
                  la Cina è molto diversa da noi, ma Giappone e India sono ancora più alieni, anche se in due modi completamente opposti, quasi.

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    • sì, certamente: i problemi sono elencati in un ordine di importanza decrescente; questo non significa però che gli ultimi non abbiano importanza.
      e poi sono collegati fra loro: mi rendo conto adesso che avrei dovuto inserirne un altro al terzo punto, ed è la struttura dell’informazione in Occidente: l’informazione trasformata in merce e le centrali informative nella mani dei potentati privata.
      collegando a questo anche il ruolo dei social (appena accennato) che seguono il principio del maggior profitto.
      una legge economica dice che la moneta cattiva fa sparire e sostituisce la moneta buona; credo che lo stesso possa dirsi dell’informazione.

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  3. Il primo punto che affronti è urgentissimo,ma poiché non vediamo più in là del naso non vediamo neppure che abbiamo superato la soglia del potere continuare a dormirci sopra. E magari preghiamo o bestemmiamo un Dio che esiste per chi resiste nonostante l’immanente. O bestemmiamo comunque,dopo aver sbottato si riprende a fare ciò che si stava facendo oppure niente tipo girarsi le dita tra le mani…
    Non sto scherzando.
    Nel secondo punto punto parli della trasformazione/ crisi antropologica. Sono d’accordo sulla parte che osserva interpreta e si confronta sulla realtà circostante, di conseguenza si preoccupa e una parte sempre più vasta che non colloco politicamente ma umanamente ,intellettivamente e civilmente. Sono i soggetti che vivono il circostante secondo i propri desideri . Io credo che appartengono alla schiera dei non pensanti non udenti non vedenti . Lo considero un handicap importante e diffuso. Il me ne frego è sempre più in uso. Il senso della vita è fare come vogliono . Quale ideologia seguono ? Avere un capo supremo cui essere sottomessi ? Non credo.
    Il punto numero 3 mi riporta al “Chi troppo vuole nulla stringe “. Non è obiettivamente così però se non fosse stato per il covid la direzione era quella. E sarebbe andata avanti.
    In Europa ci sono Paesi più corretti e Paesi meno corretti.
    Noi siamo corretti ? Mi pare proprio di no . Così continui affrontando più in dettaglio gli altri punti arrivando all’Italia.
    Ahi noi 😳. Abbi pazienza se semplifico in modo grossolano. Provo a partecipare.
    Mauro prova a spiegarmi bene sul punto 2 ,grazie 🐞

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      • Caspita sono riuscita a non inviare la domanda precisa.
        I social sono nelle mani dei potenti che lucrano sempre fino a quando sono vecchi (come se non dovessero morire mai ) ! Ed è negazione della realtà. E va bene ,rinuncio . Anche se a me la logica a me dice “prepariamoci al peggio e pensiamo al meglio “.
        Credi che chi segue passivamente i social abbia una ideologia fascista ? Credi che vogliano un capo di cui essere sudditi ? Esistono tante slogan, tanti messaggi fuorvianti, tante assurdità e meglio tante false comunicazioni. Agiscono come perforatori su chi ha il vuoto di mente.
        Io credo che non esista neppure una vera ideologia e che seguano le onde . Esiste il vivere fine a se stesso, privo di idee personali . Purtroppo ci cadono anche persone che sono tendenzialmente di sinistra. E non sono anafabeti . Perché ?

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        • accidenti, i commenti si accavallano, e si fa fatica a seguire la discussione.

          non credo che abbia una ideologia fascista chi segue i social passivamente (ma non c’è poi un vero modo alternativo di seguirli; sono come la televisione, non possono essere “democratici”, anche se fingono meglio).
          credo che non abbia nessuna ideologia e neppure nessuna idea complessiva sul mondo.
          sono come li hai descritti tu.
          loro sono soltanto la base su cui costruisce il suo potere chi ha davvero una ideologia fascista.

          quanto alle persone “tendenzialmente di sinistra” che usano social come facebook, ho provato qualche volta a chiedere, discretamente, credimi, se non si sentivano a disagio, quantomeno per la compagnia. non ho MAI ricevuto nessuna risposta, te lo giuro. comunque è a loro che bisogna chiedere…
          se vuoi provare a girare la domanda tu… 🙂

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