si cambia vita tante volte nel corso della propria vita, e non sempre perché si vuole.
direi perfino che il cambiare vita è il segreto stesso della vita: cambi vita quando comincia ad andare a scuola, diventi adolescente, quando finisci la scuola, se decidi di sposarti e se decidi di divorziare, cambi vita quando nasce un figlio o più d’uno e quando i figli se ne vanno di casa, cambi vita quando cambi lavoro, quando cambi non soltanto casa, ma il tipo stesso di casa dove decidi di vivere una nuova vita e magari cambi addirittura paese dove lavorare, cambi vita quando ti mandano in pensione e cambi vita, per forza, quando cominci ad invecchiare.
cambi vita perfino quando nasci ed esci dall’utero materno e cambi vita, in un certo senso, quando rientri nel grande utero del nulla da cui sei uscito.
cambi vita, per qualche tempo, quando viaggi, nel vero senso della parola, e per qualche settimana almeno ti immergi in culture diverse, diversi sapori, colori, odori, modi di salutare e modi di guardare; cambi vita se fai un giro del mondo da solo, perché non vuoi portare con te il peso della tua vita precedente…
viva coloro che cambiano vita perché sono i soli che hanno capito la vita.
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Esatto. Chi non sa gestire i cambiamenti non sa vivere, si limita a sopravvivere. Magari nel confortevole mondo delle certezze, ma con il freno a mano tirato e una visione molto piccola della vita, a mio giudizio.
C’è molto di più.
Direi che la vita è cambiamento, in estrema sintesi, che ci piaccia o no.
Per quanto mi riguarda cambiare è necessario, direi vitale.
Credo che si possa tranquillamente parlare di creatività adattiva, un modo utile per trasformare i problemi in occasioni di crescita.
Oppure forse è semplice esercizio di sopravvivenza, pancia a terra e via strisciando.
Pensiamo a quando una cosa ti accade e non puoi far altro che accettarla.
Pensiamo a una perdita, una sconfitta, ovvero un cambiamento subito. Cosa fai? Ti arrendi? Magari è meglio che cambi. Punto.
Di sicuro si va incontro a caos, confusione, dolore e anche fatica. Tanta.
E ho pure il sospetto che si cambi per scelta o a conseguenza di e mille altri motivi, ma mai per caso.
Il cambiamento arriva per dirci dai, adesso sali di un gradino. Impara qualcosa di nuovo.
E ci metto un’altra osservazione, tanto per completare il discorso: il cambiamento è rapidissimo, mentre “l’adattamento successivo al” è assai più lento e laborioso.
Il cambiamento spesso “ti arriva addosso” e le conseguenze si elaborano lentamente, lavorandoci su.
Ecco, su questa differenza nei tempi della trasformazione secondo me va posta l’attenzione.
Direi che è dentro questo momento che avviene l’evoluzione personale.
Grazie per questo post, mi ha dato modo di rafforzare una delle poche e fragili convinzioni.
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grazie a te di questo commento, che consolida e arricchisce.
hai introdotto il concetto di creatività adattativa, quella che ci viene chiesta per forza in situazioni di estremo pericolo, quelle che aguzzano l’ingegno del proverbio.
mi piace molto questa idea, e anche quella che in fondo ogni situazione critica, ogni disgrazia, perfino, è un’occasione di crescita: cito spesso Eschilo: pathei mathos: dalla sofferenza si impara.
concepite così, le inevitabili sofferenze della vita perdono il loro aspetto funesto e diventano sfide positive, e se il processo è di crescita, la crescita non è casuale.
chi è già in questa prospettiva, sarà più veloce a metabolizzare il cambiamento doloroso, la perdita, il lutto; per questo occorre predisporsi al cambiamento e sapersi mettere alla prova, prima che lo faccia qualcos’altro che non dipende da noi.
un caro saluto.
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commento di francesca:
Vivere significa accettare i cambiamenti. È vero. Trarne aspetti positivi è anche segno di creatività. Grazie.
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l’idea che saper accettare i cambiamenti della vita sia un segno di creatività non mi era venuta in mente, ma indubbiamente hai ragione.
la flessibilità mentale, la capacità di adattamento e perfino la voglia di cambiamento sono tutte componenti della creatività.
questo suona piuttosto negativo per molti, perché purtroppo la flessibilità mentale e la creatività non appartengono a tutti: l’educazione può svilupparle o potenziarle, cercare di inibire i condizionamenti contrari, ma non può crearle dal nulla; e purtroppo, per diverse persone, i presupposti elementari mancano.
questo significa che coloro che non sono creativi o che lo sono molto poco, non sanno neppure gestire i cambiamenti nella loro vita? ci sono esempi clamorosi, grandi e piccoli, di situazioni del genere.
ma chi non sa gestire i cambiamenti della sua vita, semplicemente non sa vivere, purtroppo.
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