ricoverati e morti da covid, vaccinati e non – 538

chi leggerà questo articolo ha probabilmente già letto quello che gli fa da premessa: https://wordpress.com/post/corpus2020.wordpress.com/25472; se non lo ha fatto, lo faccia, prima di continuare.

per analizzare quanto è vantaggioso il vaccino per il rischio di ricovero, di terapia intensiva e di morte, userò infatti lo stesso metodo di calcolo che avevo usato lì per definire quanto lo è rispetto al rischio di infettarsi di covid, arrivando al risultato che il vantaggio dato dal vaccino non era poi così importante come viene fato credere: tanto è vero che il numero dei nuovi contagiati si divide all’incirca a metà fra vaccinati e non vaccinati.

purtroppo l’analisi precedente non ha potuto distinguere, tra gli infetti, gli asintomatici rispetto agli infetti con malattia conclamata; e questa carenza dei dati di partenza probabilmente ha giocato a sfavore dei vaccinati.

un altro limite è che ho dovuto trattare i vaccini come una unità indistinta, mentre sarebbe molto utile potere disporre di dati disaggregati per le diverse marche, ma purtroppo non abbiamo a disposizione neppure questi.

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il punto di partenza delle prossime considerazioni è ancora l’elaborazione grafica sui dati dell’Istituto Superiore della Sanità (IIS) fatta da Paolo Spada, https://public.flourish.studio/story/722265/ , e segnalatami dall’amico blogger jikjik.

e partiremo di nuovo dal dato globale sulle percentuali di vaccinazione:

vaccinati completamente 79% della popolazione (evidentemente di quella superiore ai 12 anni), parzialmente vaccinati 5% e non vaccinati 16%.

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ci occuperemo adesso del rischio di ricovero, esaminando un particolare questa grafica:

applicando gli stessi metodi di calcolo del primo post per i positivi, otteniamo i seguenti risultati:

la maggioranza dei ricoverati, il 53,25%, è composta da non vaccinati, rispetto ad una percentuale nella popolazione del 16%; quindi il rischio di essere ricoverati risulta più alto di 3,33 volte.

i parzialmente vaccinati sono il 4% dei ricoverati rispetto al 5% nella popolazione; il rischio del ricovero diminuisce dello 0,20% rispetto alla media, esattamente come il rischio del contagio; ma questo significa anche che una volta contagiati, una sola dose di vaccino non rappresenta nessun vantaggio supplementare.

i vaccinati con doppia dose rappresentano il 41,75% dei ricoverati, mentre sono il 79% della popolazione; quindi la doppia vaccinazione riduce il rischio di ricovero dello 0,47%, quasi alla metà.

se poi vogliamo rapportare tra loro le condizioni di vaccinati e non, un non vaccinato ha 4,9 volte più probabilità di finire ricoverato di un vaccinato completo e 4 volte rispetto ad un vaccinato con una sola dose.

considerata da un punto di vista sociale, dunque, la doppia vaccinazione riduce i rischi di ricovero ad un quinto, rispetto alla situazione precedente, quando la popolazione non era vaccinata.

è un buon risultato, ma non è la soluzione definitiva del problema, e soprattutto è una percentuale che si riduce rapidamente nel tempo, come stiamo vedendo, purtroppo.

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ripetiamo ora queste considerazioni per i rischi di ricovero in terapia intensiva:

anche visivamente il vantaggio dato dalla vaccinazione, completa o in dose singola, è più marcato, e lo possiamo quantificare così:

la forte maggioranza dei ricoverati in terapia intensiva, il 68%, è composta da non vaccinati, rispetto ad una percentuale nella popolazione del 16%; il rischio di essere ricoverati aumenta di 4,25 volte rispetto alla media.

i parzialmente vaccinati sono il 2% dei ricoverati in terapia intensiva rispetto al 5% nella popolazione; il rischio del ricovero diminuisce allo 0,40% rispetto alla media: il vantaggio questa volta è evidente, ma il rischio residuo è abbastanza significativo; in altre parole la vaccinazione parziale non mette affatto in sicurezza, contrariamente alla vulgata.

i vaccinati con doppia dose rappresentano il 30% dei ricoverati, mentre sono il 79% della popolazione; quindi la doppia vaccinazione riduce il rischio di ricovero allo 0,38%, più della metà; questo dato è peraltro abbastanza sconcertante, dato che non differenzia quasi per niente l’efficacia di una doppia dose rispetto ad una dose singola (e la terza dose, allora? potrebbe avere un semplice valore di richiamo, ma non cambiare sostanzialmente l’efficacia del virus); quindi, anche per i vaccinati completamente, sopravvive un rischio di ricovero in terapia intensiva non trascurabile; se prima della vaccinazione questo lo correvano 10 persone, dopo la vaccinazione restano circa 4 vaccinati completi a rischio di terapia intensiva.

esaminando anche qui il rapporto tra le condizioni di vaccinati e non, un non vaccinato ha quasi 7 volte più probabilità di finire ricoverato di un vaccinato completo (6,89) e di un vaccinato con una sola dose (6,8).

dal punto di vista sociale dunque la vaccinazione riduce i ricoveri in terapia intensiva ad un settimo, per la fascia temporale in cui i vaccini esercitano la loro maggiore efficacia.

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ma quando passiamo ai dati sul numero dei morti da covid ci troviamo di fronte ad una brusca sorpresa, evidente già dalla nuova grafica:

come è evidente anche visivamente la percentuale dei morti con doppia vaccinazione aumenta nettamente ed è molto vicina a quella dei contagiati:

i dati lasciano sconcertati:

solo una minoranza dei morti, il 48,5%, è formata da non vaccinati,

il 3% è formata da vaccinati con una sola dose,

e il 49% è data da vaccinati con doppia dose, che sono più dei non vaccinati, anche se soltanto per una incollatura.

naturalmente ci dobbiamo guardare dai cattivi funzionamenti della nostra mente, quelli che oggi è diventato di moda chiamare i bias cognitivi: la situazione rimane vantaggiosa per i vaccinati, ma il vantaggio si riduce molto.

e siamo arrivati appunto a confermare l’ipotesi iniziale dalla quale eravamo partiti: che questi dati non vengono divulgati mediaticamente perché distruggerebbero la campagna vaccinale alle radici, magari anche a torto, ma la mente umana è quella che è.

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per l’ultima volta, comunque, facciamo i nostri confronti:

i vaccinati con doppia dose rappresentano il 49% dei deceduti, mentre sono il 79% della popolazione; quindi la doppia vaccinazione riduce il rischio di decesso allo 0,62%, meno della metà;

i parzialmente vaccinati sono il 3% dei deceduti e il 5% nella popolazione; il rischio del ricovero diminuisce allo 0,60% rispetto alla media; qui addirittura avere ricevuto una sola dose di vaccino rappresenta un leggerissimo vantaggio rispetto all’averne ricevute due; e la cosa merita qualche tentativo di spiegazione, che vedremo più avanti.

infine i non vaccinati deceduti sono il 48,5% rispetto ad una percentuale nella popolazione del 16%: si può vedere anche intuitivamente e senza calcoli che il rischio di morte è triplicato (3,03 volte) rispetto ai valori medi.

e se vogliamo confrontare il rischio di morte di vaccinati e non, un non vaccinato ha quasi 5 volte più probabilità di morire di covid di un vaccinato completo (4,85) e di un vaccinato con una sola dose (4,9).

però questi valori sono più bassi rispetto ai precedenti su ricoveri e ricoveri in terapia intensiva.

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dunque il vaccino, abbastanza efficace nel proteggere dai ricoveri e ancor più dai ricoveri in terapia intensiva, è molto meno efficace nel proteggere dal decesso?

peggio ancora: i vaccinati con doppia dose sono il 30% dei ricoverati in terapia intensiva, ma il 49% dei deceduti; i non vaccinati sono il 58% dei ricoverati in terapia intensiva, ma il 48,5% dei deceduti; quanto ai vaccinati con una sola dose sono il 3% dei deceduti e il 2% dei ricoverati in terapia intensiva.

quindi il rischio di morte in terapia intensiva è più alto per i vaccinati che per i non vaccinati!

cresce addirittura del 50% rispetto alla media per i vaccinati con una dose sola, mentre è ancora più alto per i vaccinati con doppia dose, cresce del 63%.

insomma il vaccino in doppia dose ti protegge un poco dall’infezione, abbastanza dal ricovero, ancora di più dal ricovero in terapia intensiva, ma quando arrivi qui dentro, la tua protezione cala – si direbbe – ed è un po’ meglio per te non essere stato vaccinato, perché il rischio di morire diminuisce?

insomma, ad un certo livello di gravità della malattia, il vaccino tende ad aggravarla piuttosto che aiutare a risolverla?

no, non è propriamente così: anche questo è un bias cognitivo; ma per capirlo dobbiamo prendere in esame altri dati ed altri fattori.

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ma a questo punto la pazienza dei lettori è certamente esaurita, se ce ne sono di arrivati fino a qui; il vostro blogger si sentirebbe anche di continuare, stamattina, non avendo ancora affrontato quel paio d’ore di lavoro manuale a cui si dedica a sole alto; ma non è il caso di insistere.

quindi vi do appuntamento a domani, per una sostanziale integrazione di alcune di queste considerazioni in base ad altri dati.

ma vedete quanto è complicato il cammino delle comprensione.

e chissà che io non abbia fatto anche qualche errore sostanziale; ma ho lettori e commentatori attenti e, se sarà successo, non mi verrà risparmiato nulla…

17 commenti

  1. Riguardo i decessi sarebbe interessante una analisi dell’età, che sarà sicuramente alta. Segnalo che oggi, nel locale locale, in prima pagina c’era che la maggior parte dei contagiati (Como e Provincia) sono anziati che non hanno ancora fatto la terza dose. Qualcosa non quadra davvero, la sensazione che le cose non vengano raccontate come dovrebbero è forte.

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    • ecco, oggi mi sono impigrito e anche depresso; del resto il tempo è peggiorato, e io lo accompagno volentieri con le mie foschie interiori, e non ho scritto il post che avevo promesso. e adesso è troppo tardi e non sono più concentrato…

      ma il terzo post, continuando, metterà in gioco proprio questo fattore decisivo: e mi pare che hai azzeccato in pieno il centro del problema!

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      • Lo faccio per coloro che credono in altri numeri e che bazzicano nel mio blog 😁
        E poi questo Paolo Spada è pure tifoso per i vaccini, quindi ha più credibilità lui che uno di giornali come la Verità o persone ormai etichettate come novax

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        • ma sono io che sto ragionando sui numeri e i grafici forniti da lui; e anche io temo oramai di essere classificato come no-vax, anche se non sono affatto contrario ai vaccini, a quelli veri, almeno…

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          • Vorresti dire che queste tabelle possano essere letta anche in altro modo? 🤔 non credo…
            ah, se è per questo, anche io penso di essere etichettata come novax 😁 e non solo! Pure di destra! 🤣 ma onestamente non mi importa…

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            • a me , invece, sinceramente darebbe molto fastidio essere etichettato di destra, dopo una vista spesa per gli ideali contrari.
              vero che non sarebbe neppure la prima volta che qualche compagno o compagna mi fa questo regalo: succede sempre quando non sono allineato con quel che è obbligatorio pensare al momento… 😦

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                • questo è il punto: l’uomo è l’animale che si differenzia da tutti gli altri per la sua capacità di odiare.
                  ha perfino inventato un particolare tipo di odio e di violento desiderio di possesso che ha chiamato amore.
                  sull’odio i social che Facebook hanno costruito le loro fortune.

                  certo che se chi non si uniforma alla maggjoranza deve anche sentirsi odiato per questo…

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                  • Eh già… poi prima o poi il tempo parlerà per noi 🙏
                    ci sarà qualcuno che ci ama? 👀 lasciamo agli altri l’odio… pure se è difficile non provare rabbia in questo periodo, dobbiamo provarci, avendo a che fare con chi condivide i nostri principi e le nostre idee

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  2. Non è che la stampa non pubblica questi dati per tenere nascosto qualcosa, non li pubblica perchè sono dati difficili da interpretare per il lettore comune che spesso si ferma al titolo. Neanche il sole24ore pubblicherebbe un post come il tuo, perchè non lo leggerebbe nessuno.
    Invece sulla stampa generalista trovi frasi sintetiche, che corrispondono al vero, come “la maggior parte dei ricoverati in TI è composta da non vaccinati”
    Nel nostro territorio abbiamo avuto l’80% dei ricoverati in TI composta da non vaccinati.

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    • ahah, nessun dubbio che nessuno leggerebbe questo post se fosse un articolo su un quotidiano, è per questo che scrivo nel blog, dove forse 10 persone mi leggono. dal manifesto tanti anni fa me ne andai io, ma da Bresciaoggi Nuovo qualche anno dopo mi liquidarono loro, dicendo che ero troppo lungo. e avevano ragione.
      purtroppo per capire qualcosa bisogna ragionare a fondo; per questo si scrivono i libri, ma temo che siano letti ancor meno, nella realtà.
      insomma non sono riuscito a trovarlo il punto di equilibrio italiano per un ragionamento potenzialmente condiviso almeno tra persone colte, ma non troppo specialistico.
      mi converrebbe tradurmi in tedesco e pubblicarmi di là: sulla stampa tedesca articoli con un impianto di questo genere sono pane quotidiano.
      ma è anche per questo che questo blog avrà ancora sette giorni di vita e finirà o quasi il giorno del suo sedicesimo compleanno.

      io non sono d’accordo con te, questa volta. la stampa non pubblica questi dati perché smentiscono il vaccinismo becero che diffonde a piene mani, al servizio di Confindustria e soci.
      hai sentito il presidente della medesima? Siamo in guerra, ha detto, e chi non la condivide è un disertore… non ha proprio proposto di metterlo al muro, ma soltanto perché non usa più. solo che ha evitato da dire che è la guerra, per salvare i loro profitti: persa in partenza, perché ancora una volta i soldati sono mandati avanti con gli scarponi di cartone.
      io sono orgoglioso di far parte del ristretto manipolo degli obiettori di coscienza che non sono neppure no-vax e che non vogliono avere niente a che fare neppure con loro.
      ma certamente la domanda di chi me lo fa fare è più che giusta, e mi sono già risposto da solo.

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