positivi, ricoverati e morti da covid, vaccinati e non: le fasce d’età – 544

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nel primo post di questa miniserie, che qui si conclude, abbiamo visto l’efficacia non troppo esaltante dei vaccini, genericamente intesi, nel ridurre il tasso di infezione da covid in Italia: contagiati da covid, vaccinati e non – 536;

nel secondo, ricoverati e morti da covid, vaccinati e non – 538 , abbiamo visto come questa efficacia risulti progressivamente rafforzata nei ricoveri e ancor più nei ricoveri in terapia intensiva, ma si abbassi poi bruscamente nella percentuale dei decessi, dove il numero dei morti, vaccinati o non, sostanzialmente si equivale nei numeri assoluti, ma ovviamente non nelle percentuali relative, che restano favorevoli ai vaccinati, ma in maniera molto ridotta e piuttosto vicina a quella dei tassi di infezione;

con l’ulteriore enigma che la mortalità risulta inferiore in chi è stato vaccinato con una dose sola piuttosto che con due.

tutto questo aveva lasciato aperta una domanda su quali potessero essere le cause di questi strani risultati.

ma troveremo la risposta nell’analisi di questo ulteriore prospetto dei dati, riferiti alle ultime quattro settimane, sempre elaborato da Paolo Spada, qui: https://public.flourish.studio/story/722265/

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in questi prospetti si indicano i numeri ogni 100mila persone dei vari casi negli ultimi 28 giorni; i non vaccinati risultano in azzurro, mentre i vaccinati risultano suddivisi in quattro gruppi diversi, a seconda del tempo trascorso dal vaccino e dell’eventuale terzo richiamo; quindi, per un confronto, andrebbero quindi sommati fra loro i verdi, gli arancioni e i viola, che sono i vaccinati con ciclo completo, mentre i rosa indicano i vaccinati con una dose sola.

compiendo queste somme, si torna ai risultati globali visti nei post e nei prospetti precedenti, anche se questi dati sono aggiornati di una settimana e dunque leggermente peggiorati per i vaccinati.

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ma non è questo che ora ci interessa: per lo sviluppo del ragionamento dobbiamo osservare la distribuzione dei casi per fasce di età.

ora, il dato evidente è che la distribuzione delle nuove infezioni, nella prima tabella in alto a sinistra, mostra oscillazioni contenute fra le diverse fasce d’età, cioè la possibilità di infettarsi è simile in tutte.

invece le altre tre tabelle, relative ai ricoveri, alle terapie intensive e alle morti, mostrano una nettissima prevalenza delle persone di più di 80 anni in tutti i tre casi.

è vero che i morti di oltre 80 anni sono in schiacciante maggioranza non vaccinati e in netta maggioranza sono gli ultraottantenni non vaccinati anche tra i ricoverati; e anche nelle terapie intensive si trova una forte minoranza di ultraottantenni, pur se prevalgono i sessanta/settantenni; ma probabilmente gli ultraottantenni diminuiscono nelle terapie intensive semplicemente perché muoiono più rapidamente.

qui sta il punto: il vaccino protegge diversi ultraottantenni dal finire in terapia intensiva, ma per quelli che ci finiscono li protegge molto meno dal morire; anzi è probabile che per i più fragili la reazione vaccinale sia il colpo finale che li porta a morire, visto che si salvano un poco di più quelli che fanno una dose sola.

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però il punto cruciale è un altro: la stragrande maggioranza dei deceduti da covid è formata da persone di più di 80 anni, vaccinati o no; e va ribadito con forza il concetto, visto che la propaganda afferma che soltanto i vaccinati che muoiono sono ultra-ottantenni; eh no! lo sono anche i non vaccinati.

gli ultraottantenni che muoiono di covid sono circa 100 ogni 100mila abitanti nella loro fascia di età (cioè ne è morto di covid l’ultimo mese uno ogni mille), mentre tra i 60 e gli 80 anni non si arriva a 2 ogni 10mila; e, al di sotto, ci sta una cifra bassissima nella fascia 40-60 e assolutamente NESSUNO al di sotto dei 40 anni, né vaccinato né non vaccinato.

naturalmente le percentuali diventano più importanti se rapportate ad un anno intero, cioè moltiplicate per 12.

ma qui mi pongo una semplice domanda cruciale: se i morti da covid attualmente sono quasi esclusivamente persone al di sopra degli 80 anni, con tutto il rispetto dovuto al loro diritto ad essere curati ed assistiti nel trapasso nel migliore dei modi, ha senso drammatizzare la situazione nel modo in cui lo stiamo facendo?

non voglio essere cinico e nessuno mi accusi di egoismo, perché non sono troppo lontano dal traguardo neppure io, ma non sarebbe più logico che, superata una certa età o comunque una ragionevole speranza di vita, le persone fossero aiutate ad andarsene in pace, piuttosto che trattenute qui con le unghie e con i denti?

ricordo sempre la mia ex-suocera, che a 95 anni fu operata per un cancro alla bocca: operazione perfettamente riuscita, nel senso che le garantì altre due anni di sopravvivenza nelle sofferenze.

non siamo forse diventati schiavi di un assurdo pregiudizio, che è la pretesa di non morire o di morire il più tardi possibile, qualunque sia il costo di questi mesi di sopravvivenza stentata?

che è come dire che la nostra etica e la nostra politica sanitaria sono guidate semplicemente dalla paura di morire? biologica, sì, e quindi belluina, cioè naturale…

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forse, raggiunta l’età media, che è così elevata in Italia, fra le più alte al mondo, sarebbe giusto dire che l’obiettivo non è il prolungamento della vita, ma l’addolcimento della morte, da considerare naturale ed inevitabile quando si prospetta.

perché ricordo quel che scriveva Lucrezio della morte: a Vercelli i giudici rileggano Lucrezio – 348

la morte non è nemica della vita, ne è un completamento.

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no, questo grafico che ho visto per la prima volta, mi ha dato parecchio da pensare.

e siccome ritengo che dovremo convivere a lungo con questo virus, se non per sempre, forse dobbiamo portare questa correzione fondamentale alla nostra visione della vita e a quello che consideriamo eticamente giusto.

ma se di covid oggi muoiono soprattutto persone molto anziane, forse dobbiamo proprio abbandonare l’idea di vaccinare anche i bambini per proteggere queste esistenze estreme.

mi rendo conto di espormi all’accusa di cinismo e insensibilità, se non addirittura di cripto-nazismo, ma io credo che da una certa età in poi le cure vadano riservate solo a persone anziane in grado di condurre una esistenza dignitosa.

è semplicemente un pregiudizio stupidamente sbagliato l’imperativo categorico di salvare comunque e per principio tutti a tutti i costi, anche i moribondi inevitabili e prossimi alla morte, anche a costo dei rischi vaccinali non del tutto trascurabili da imporre ai bambini.

9 commenti

  1. A proposito degli anziani e di chi è deceduto pur avendo completato (se davvero si può dire) il ciclo vaccinale, nel report del 5 ottobre dell’ISS leggevo un trafiletto, secondo me, interessante:

    “Rispetto ai deceduti ‘non vaccinati-nessuna dose’ quelli con ‘ciclo vaccinale completo’ avevano un’età media notevolmente superiore (85,5 vs 78,3). Il numero medio di patologie osservate è significativamente più alto nel gruppo di vaccinati con ‘ciclo vaccinale completo’ (5,0 vs 3,9 patologie preesistenti) ed in particolare la presenza di cardiopatie (cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco), di demenza e di
    cancro si è dimostrata più alta in questo campione; il contrario accade per l’obesità. Inoltre, nella popolazione di ‘vaccinati a ciclo completo’ il decesso avviene più frequentemente come conseguenza di complicanze extrarespiratorie (danno miocardico acuto) e meno frequentemente per insufficienza respiratoria.
    Rispetto ai deceduti ‘vaccinati con contagio precoce’ quelli con ‘ciclo vaccinale completo’ avevano un’età media leggermente superiore (85,5 vs 83,9). Il numero medio di patologie osservate è comunque più alto nel gruppo di vaccinati con ‘ciclo vaccinale completo’ (5,0 vs 4,1 patologie pre-esistenti), ancora più presenti in questo campione la cardiopatia ischemica, lo scompenso cardiaco ed il cancro; meno presente l’obesità.
    Similmente al confronto precedente, nella popolazione di ‘vaccinati a ciclo completo’ il decesso avviene più frequentemente come conseguenza di complicanze extrarespiratorie (danno miocardico acuto soprattutto) e meno frequentemente per insufficienza respiratoria. […]
    In questo contesto occorre segnalare che l’età media nel campione di cartelle cliniche dei decessi ‘non vaccinati-nessuna dose’ è di 78,3 contro un’età media di tutti i decessi appartenenti a questo gruppo di 77,9; l’età media dei ‘vaccinati con contagio precoce’ è di 83,9 anni contro un’età media di tutti i decessi appartenenti a questo gruppo di 82,4 anni e l’età media nel campione di cartelle cliniche dei decessi con ‘ciclo vaccinale completo’ è 85,5 anni contro un’età media di 84,0 delle persone decedute nelle stesse condizioni vaccinali nella popolazione. La proporzione di donne nel campione di cartelle cliniche analizzate nel gruppo dei decessi ‘non vaccinati-nessuna dose’ è di 42,3% contro il 42,0% nella popolazione; quella dei decessi ‘vaccinati con contagio precoce’ è 39,7% contro il 41,8% nella popolazione e quella dei decessi con ‘ciclo vaccinale completo’ è 43,3% a fronte del 44,2% nella popolazione.
    I risultati qui presentati indicano chiaramente che le persone decedute dopo il completamento del ciclo vaccinale hanno un elevato livello di complessità clinica, significativamente superiore rispetto alle persone che non hanno potuto beneficiare dell’effetto del vaccino a causa di un contagio precoce o perché non hanno neanche iniziato il ciclo vaccinale. È possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria, sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell’intera popolazione in quanto ciò ridurrebbe ulteriormente il rischio di infezione.

    https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia

    Mi chiedevo: non suona strano che riporta scritto che nella maggioranza di persone vaccinate “a ciclo completo” si muoia per Covid non per complicanze respiratorie bensì per miocardite acuta? E da qui viene il pensiero che magari erano persone che col vaccino hanno subìto danni al miocardio e perciò la morte si è risolta non per complicazioni respiratorie bensì appunto per problemi cardiaci indotti dal vaccino.

    Questo a proposito del colpo di grazia per reazione vaccinale da te ipotizzato.

    Condivido anche io il tuo pensiero sulla morte in persone molte anziane.

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        • 1. se combiniamo i dati tra loro arriviamo a dei risultati davvero paradossali: dobbiamo vaccinare i bambini, per i quali il vaccino è più dannoso che utile, per proteggere gli anziani dall’infezione, dato che il vaccino per i più fragili di loro è inutile!!!
          ma gli anziani li proteggiamo molto meglio con dei lockdown mirati!!!!
          oltretutto gli anziani più a rischio e malandati sono già molto spesso in condizioni pratiche di isolamento; e per loro basterebbero provvedimenti di attenzione specifica.
          invece di adottare il greenpass contro chi non si vaccina, prevedere forme di protezione mirata di chi è a rischio sarebbe molto più saggio.

          2. non rinuncio a qualche riflessione più mirata sulle considerazioni fatte dal rapporto dell’ISS, che contiene alcuni dati significativi, ma mescolati ad altri che hanno tutta l’apparenza di essere tirati per i capelli, per la volontà di dimostrare a tutti i costi il vantaggio del vaccinare gli anziani estremi.

          significativo è che l’età media dei morti vaccinati sia decisamente più alta di quella dei morti non vaccinati: 85,5 vs 78,3; sono 7,2 anni di vita.
          però questo dato è calcolato mettendo assieme tutte le classi di età, non è riferito specificamente agli ultra-ottantenni: quindi è poco significativo per un discorso specifico mirato su di loro; a questo fine sarebbe più utile conoscere l’età media dei morti da covid calcolata soltanto tra di loro.

          il discorso vale anche per il dato successivo sulle patologie pregresse, che pure è meno significativo: 5 tra i vaccinati vs 4,1 tra i non vaccinati; del resto, oltre che per il motivo appena detto, questo dice in se stesso poco se manca una valutazione della gravità di queste patologie.

          tra i vaccinati a ciclo completo si nota uno spostamento delle cause di morte dall’insufficienza respiratoria acuta ai problemi cardiaci.

          il confronto successivo tra i non vaccinati e i vaccinati deceduti per contagio precoce, cioè ammalatisi prima che il vaccino avesse fatto effetto, è poco significativo e si può trascurare, sia perché il secondo gruppo riguarda dei casi molto particolari sia perché conferma soltanto vagamente quanto appena verificato sui gruppi più ampi considerati.

          pertanto non è sufficientemente motivata l’affermazione che “I risultati qui presentati indicano chiaramente che le persone decedute dopo il completamento del ciclo vaccinale hanno un elevato livello di complessità clinica, significativamente superiore rispetto alle persone che non hanno potuto beneficiare dell’effetto del vaccino a causa di un contagio precoce o perché non hanno neanche iniziato il ciclo vaccinale”. si tratta pur sempre di leggere variazioni e per il secondo gruppo di 5 vs 4,1!
          del resto non si spiegherebbe altrimenti l’affermazione successiva che è in diretto contrasto con questa: “i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati”. la logica non è proprio il punto forte di chi ha redatto questo rapporto!
          e infatti anche la deduzione logica che si dovrebbe ricavare da questa affermazione è quella detta sopra al punto 1.

          invece rimane aperto il dubbio che bene hai sottolineato tu, e avevo ipotizzato anche io più vagamente: che il vaccino possa aggravare la condizione di chi soffriva già di problemi cardiaci.

          3. da notare che esce anche da questi dati un collegamento tra mortalità da covid ed obesità già sottolineato in altre sedi: il tessuto adiposo – ho letto – facilita la diffusione del virus nell’organismo, e questo potrebbe spiegare alcune particolarità della diffusione della malattia.
          insomma una forma di protezione dalla malattia sarebbe il mettersi a dieta, se mi è lecita una battuta senza essere preso troppo sul serio…

          grazie mille degli spunti di riflessione…

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          • Grazie a te per la risposta accurata 🙂

            E che vogliamo dire più?! 👀

            Eppure ciò che emerge e che leggiamo noi, penso lo leggano anche gli “esperti” a cui danno voce in tv, gli stessi che sono in fissa ora a vaccinare i più giovani.

            Interessante il lockdown mirato ai più fragili, anche se non so se questi soggetti sarebbero d’accordo, per il fatto della sofferenza data dalla solitudine, ma sarebbe per salvarli…

            Intanto il “mio” caro Vincenzo De Luca farfuglia il lockdown ai non vaccinati, dicendo “togliere i diritti a questi non vaccinati è il minimo” …

            Ci rendiamo conto che alla fine tra vaccinati e non, non sta tutta questa differenza per quanto riguarda i “benefici” con questi vaccini, eppure continuano a voler incitare e a spingere l’una contro l’altra queste due categorie di persone.

            Rispetto agli obesi, fa un po’ ridere il mettersi a dieta, effettivamente 😁 ora capisco il perché l’ho sentito a volte consigliato da parte di medici del Comitato di cure domiciliari… oddio, non hanno detto di mettersi a dieta, però di mangiare in maniera sana e salutare.

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  2. E’ indubbio che il covid cambierà il nostro rapporto con la vita e con la morte qui in occidente, oltre a cambiare la vita stessa. Ci si sforza a tornare alla vita di prima ma la realtà vincerà a mani basse.

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    • ci sarà anche il referendum sul fine vita la prossima primavera (sempre che non si preferisca sciogliere in anticipo il parlamento, pur di farlo saltare); e la questione è palesemente collegata.

      anche se chi accetta l’idea ce si possa decidere in proprio se e come morire, difficilmente accetta anche il passo collegato della rinuncia all’accanimento terapeutico.

      vedremo che cosa succederà: per ora tutti sono impegnati a far pensare che non cambierà niente, ma intanto l’inflazione ha già cominciato ad impoverire la gente e anche questo non finirà così presto…

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  3. A mio avviso c’è una piccola inesattezza che potrebbe essere fuorviante: “gli ultraottantenni che muoiono di covid sono circa 100 ogni 100mila abitanti”. Qui bisognerebbe sostituire abitanti con “ultraottantenni”

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