una conferenza di Alberto Mantovani su scienza e immunologia – 186

ieri per più di un’ora sono tornato virtualmente al mio ultimo liceo, grazie ad un mio alunno di allora, Fabio, che mi ha coinvolto in una iniziativa dell’istituto, e al suo più giovane fratello, Diego, che lo frequenta ancora e che l’ha organizzata: non farò le lodi di entrambi, solo perché sembrerebbero strumentali qui. Fabio è già di casa qui per il suo dialogo col prof. Fauci: https://corpus2020.wordpress.com/2021/04/30/e-fauci-rispose-175/

mi sono quindi collegato da remoto al prof. Alberto Mantovani, uno dei maggiori studiosi di immunologia che abbia l’Italia, se non il maggiore, e lui ha presentato agli studenti di quella scuola lo stato della ricerca scientifica in questo campo rispondendo alle domandi virtuali poste da loro, in maniera documentata, sensibile, e onesta; tra il meglio che possiamo trovare a disposizione, in Italia.

a questo link potete rivedervi anche voi questo incontro virtuale, se avete un’ora di tempo da sottrarre alle distrazioni, e potrete giudicare con la vostra testa.

il prof. Mantovani ha dato risposte precise a numerose domande che, non so quanto casualmente, sono state in parte anche quelle che chi mi segue ha potuto trovare in questi mesi anche su questo blog in merito alla pandemia del covid e ai vaccini.

ha lasciato onestamente aperte due questioni: gli effetti a lungo termine dei vaccini a mRNA messaggero e il rischio che modalità malaccorte di organizzazione delle campagne vaccinali in alcuni paesi aiutino il virus a trasformarsi attraverso le sue varianti.

ha giustamente sottolineato con forza la necessità assoluta di una strategia medica mondiale coordinata per combattere la pandemia, se non altro perché lasciargli a disposizione interi continenti disarmati significa permettergli di continuare a prosperare e di tornare ad attaccare anche chi ritiene di potersene difendere meglio grazie agli strumenti messi a disposizione dal suo benessere.

incidentalmente ha anche ricordato, in un accenno, che l’umanità non ha fatto nessuno sforzo paragonabile a quello messo contro il covid nella ricerca vaccinale sull’AIDS, che pure ha fatto, in quarant’anni, 40 milioni di morti, ma forse, aggiungo io, perché questo si è configurato come un virus di nicchia, che colpiva comportamenti marginali e poi, da ultimo, soprattutto popoli marginali, visto che il suo principale bacino è diventato l’Africa.

consiglio quindi caldamente la visione del video.

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a me ha fatto molto bene sentirmi concretamente in sintonia con il metodo di indagine critica della scienza vera, che si distingue dalla ciarlataneria degli psuedo-scienziati così amati dai nostri media, perché diffonde conoscenze parziali e per il resto più domande che certezze, e con menti giovani ed aperte, che sono la migliore speranza del nostro futuro e a cui forse offro ancora a distanza qualche stimolo di riflessione, anche senza saperlo.

la conclusione che personalmente ne ho tratto non è nuova, ma vale la pena confermarla: viviamo in un mondo probabilistico, e non vi sono toccasana di alcun tipo che ci liberino dall’onere della valutazione più consapevole possibile.

neppure i vaccini: vanno assunti sapendo che ogni azione della nostra vita si muove in un quadro di rischi ed è puerile la pretesa di un mondo da cui il rischio sia sparito, ma non vanno neppure affatto demonizzati, dato che il bilancio apparente dei rischi è comunque a loro favore.

dobbiamo conservare quindi il senso della responsabilità calibrata delle nostre scelte personali, che devono essere ben ragionate e mai essere frutto di adesione acritica al conformismo di massa: nel quadro più consapevole possibile del rapporto tra rischi diversi, individuali e sociali, che, nella stragrande maggioranza dei casi, appare favorevole alla scelta vaccinale.

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